Le guerre del Nord Ovest
a
corsa alle nuove terre dell'Ovest americano fu una conseguenza
logica dell'espansione degli Stati Uniti. Ad essere travolti furono,
naturalmente, i Nativi. Con la secessione degli Stati del Sud e
quindi il loro ritiro dal Congresso, i nordisti approvarono una
legge, a cui i sudisti si erano sempre opposti, chiamata Homestead
Act, che accordava ai futuri coloni un lotto di sessanta ettari di
terreno, a condizione che venisse coltivato per cinque anni, per la
cifra simbolica di dieci dollari. In realtà furono le compagnie
ferroviarie e le banche ad appropriarsi delle terre che furono
rivendute ai coloni. Ma anche così, questo provvedimento aprì la
strada verso l'Ovest, permettendo a immigrati di tutto il mondo di
trovare il proprio posto in quello sconfinato paese che sono gli
Stati Uniti. Gli Indiani erano già in agitazione e la nuova legge
aggravò ulteriormente la situazione: molti coloni avrebbero invaso
i loro territori. I Nativi dovevano resistere o essere sterminati:
decisero di resistere e furono sterminati ugualmente. Dovettero
affrontare orde di coloni, di cercatori d'oro, di cacciatori o di
semplici approfittatori, oltre all'esercito regolare, composto dai
«lunghi coltelli»; era così che gli Indiani chiamavano i soldati,
a causa delle baionette in dotazione ai loro fucili. La sottomissione, o, come si
diceva all'epoca, la civilizzazione dei Nativi fu realizzata in più
di trenta anni di tentativi di educarli attraverso le riserve e le
scuole che dovevano insegnare a dimenticare, ma soprattutto di
continue lotte: sembrava che l'esercito americano non riuscisse ad
avere ragione di un gruppo di selvaggi male equipaggiato e
disorganizzato. L'errore principale nella tattica militare
statunitense consistette nel voler affrontare i Nativi con
combattimenti condotti tradizionalmente, mentre essi praticavano la
guerriglia, compiendo rapidi e veloci raid per poi sparire, aiutati
in questo dalla perfetta conoscenza del territorio che, inoltre,
permetteva loro di sfruttare boschi, canyon e ogni singola piega del
terreno per compiere attacchi a sorpresa. Gli
Indiani, dal punto di vista strategico, non riuscirono a essere
compatti: ogni guerriero spesso seguiva il proprio imprevedibile
estro. Gli ufficiali americani non capirono l'impossibilità
di affrontare i nemici in campo aperto dove questi avrebbero
senz'altro avuto la meglio; bisognava invece bloccarli in una
posizione impedendo loro la possibilità di qualsiasi movimento.
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