Le città di frontiera
ntorno al 1865, alla fine della guerra di
secessione, le pianure dello stato del Texas erano letteralmente
invase da milioni di capi di bestiame. Tutto il territorio texano
rischiava seriamente di sprofondare sotto gli zoccoli dei “long horn”
mentre negli stati dell’est esisteva il problema inverso che si
concretizzava nella mancanza cronica di carne bovina. I mercati
dell’est pagavano più di 40 dollari un capo bovino, ragion per cui i
grandi allevatori del Texas intravidero l’occasione giusta per
arricchirsi con la vendita delle loro mandrie.
I primi tentativi di trasportare bestiame sulla
pista che portava a Sedalia (Missouri) furono un mezzo fallimento.
La pioggia, il gelo, il fango e gli attacchi di fuorilegge senza
scrupoli decimavano le mandrie con la conseguenza che nell’inverno
del 1865/1866 solo poche migliaia di capi arrivarono a destinazione.
L’annientamento di intere mandrie presso Baxter Springs (Kansas)
durante quel inverno, convinsero un giovane uomo d’affari, Joseph G.
Mc Coy, a trovare un luogo dove le mandrie potessero svernare, un
luogo sufficientemente vicino alla ferrovia tramite la quale il
bestiame potesse essere facilmente trasportato ai mercati dell’est.
Nel suo girovagare Mc Coy arrivò ad Abilene
(Kansas) che allora contava si e no una decina di luride capanne.
Mc
Coy trovò il posto interessante perché nei dintorni c’erano fertili
vallate per le mandrie, c’era Fort Riley che assicurava protezione
contro le bande isolate di Cheyenne e Sioux e soprattutto c’era la
ferrovia tramite la quale era possibile spedire all’est le mandrie
che sarebbero arrivate dal Texas.
Sempre più convinto, Joseph Mc Coy comprò vasti
appezzamenti di terreni che, recintati adeguatamente, accolsero le
prime mandrie nel 1867.
L’anno successivo arrivarono mandrie per un
totale di circa 80.000 animali.
Nel 1870 si arrivò ad accogliere circa 300.000
bovini e nel 1871, anno del massimo splendore di Abilene come prima
vera città del bestiame, il numero dei “long horn” arrivò a toccare
il milione di unità.
Le mandrie erano condotte da migliaia di cowboy
che, oltre ai dollari, si portavano dietro anche una montagna di
guai.
Costoro, la maggior parte texani, erano mal sopportati dalla
maggioranza della popolazione locale. Il loro ingresso in città era
quasi sempre accompagnato da colpi di pistola e corse sfrenate a
cavallo con grida che ricordavano quelle dei guerriglieri
confederati.
“L’inferno tiene banco ad Abilene” sentenziava
un cronista di un giornale locale. Si calcolò che in un solo giorno
vi fossero anche cinquemila cowboy in città dei quali la maggior
parte si ubriacava e sfogava le proprie manie a suon di pistolettate
in Texas street, la strada principale di Abilene.
La legge era del tutto inesistente, o forse era
vero il contrario dal momento che ognuno imponeva la propria con
l’uso della sei colpi.
|