La battaglia dei "Cassoni dei carri"
a disfatta di
Fetterman (dicembre 1866) lasciò i militari annichiliti. Nessuno pensava che gli
indiani potessero riuscire in un’operazione di tale portata, anche
se non mancavano precedenti di maggiore rilevanza a danno di civili.
Il Colonnello
Carrington, allora a capo di Fort Phil Kearny, venne destituito.
Sul versante
dei Nativi, la battaglia ebbe una vasta eco e la fama dei
combattenti si diffuse rapidamente in tutte le pianure del
nord-ovest, entrando in ogni tenda e diventando argomento di
discussione in ogni campo nelle rigide notti invernali.
Da ogni dove
arrivavano bande pronte ad unirsi a Nuvola Rossa ed i suoi Sioux
nella guerra all’uomo bianco. I forti sembravano fantasmi spersi in
una frontiera dove nessuno osava più circolare liberamente. Le
guarnigioni erano costrette a rimanere dove si trovavano, a volte senza neppure
ricevere aiuti e rinforzi. Certamente nessuna carovana o carro di
emigranti osava addentrarsi nelle terre indiane usando le piste
conosciute. Il pericolo di fare brutti incontri ed una brutta fine
era troppo concreto per lasciare le città della frontiera.
Passarono i
mesi invernali e quelli primaverili senza che a Fort Phil Kearny si
riprendessero le normali attività. Fino a luglio (1867)...
Il 31 di quel
mese ripresero i lavori di disboscamento. I taglialegna vennero
affidati alla protezione di un gruppo di soldati comandati dal
Maggiore Powell. In quel periodo i soldati di stanza a Fort Phil Kearny avevano
ricevuto 700 fucili Springfield a ripetizione, un’arma temibile e
molto moderna per quei tempi di cui Nuvola Rossa ed i suoi guerrieri
non avevano notizia alcuna.
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