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Nelle riserve
Quanah Parker
War Trail

 


Comanche: cavalieri della prateria

S

ono piuttosto bassi di statura, diceva George Catlin riferendosi ai Comanche. "Ma da un'andatura sgraziata e goffa a piedi - continuava nella sua descrizione - passano rapidamente all'incredibile eleganza della loro postura a cavallo." Questa abilità, usata in battaglia, finì per far temere i Comanche quanto bastava per fare intervenire l'esercito americano in difesa dei coloni. Nulla contava il fatto incontestabile che i bianchi si trovavano nelle terre ancestrali delle popolazioni indiane.

La guerra contro i Comanche fu dunque lunga e sanguinosa e finì con la decimazione del popolo e il suo confinamento in una delle tante riserve destinate ai nativi americani.

Contro i bianchi e i nemici di altre tribù i Comanche seppero  mostrare doti notevoli di diplomazia, alleandosi con indiani amici e condividendo con loro (Pawnee e Kiowa in particolare) un destino alterno di vittorie e sconfitte.

Intorno al 1830 (dati forniti sempre da Catlin che li visitò) i Comanche erano circa 35 mila, forti di almeno 7 mila guerrieri ben armati e a cavallo.

Il cavallo, alfine, sempre lui, misurava anche lo status sociale del singolo Comanche e della sua famiglia. Con il cavallo si cacciava e ci si spostava rapidamente; il cavallo trasportava le masserizie; il cavallo si scambiava con beni ritenuti molto preziosi; i cavalli si potevano offrire come gradito omaggio alla famiglia della sposa. Dalla buona salute dei cavalli dipendeva la prosperità e la salvaguardia delle famiglie, perciò ai cavalli veniva sempre assicurato un buon trattamento che comprendeva anche un sicuro ricovero invernale in vere e proprie stalle costruite con legno e ricoperte di fango.

I Comanche si opposero per ben due secoli agli uomini bianchi, prima contro i Messicani, quando erano padroni del Texas, poi contro gli americani quando conquistarono quelle terre. In particolare i Comanche combatterono contro i cacciatori che decimavano la selvaggina ed i bisonti da cui dipendeva strettamente la vita dei Comanche. Alle continue battaglie contro i cacciatori bianchi è, alfine, legata la fine delle guerre contro i Comanche. Dopo i fatti di Adobe Walls (vedi anche la sezione Storia-Cronologia) con i furiosi combattimenti tra indiani e cacciatori, bastava la presenza di una piccola banda Comanche per allarmare i coloni bianchi. Si organizzarono gruppi di irregolari che battevano il territorio alla ricerca dei Comanche per ucciderli. Gli indiani avevano dalla loro la grande conoscenza del territorio ma i bianchi avevano armi molto potenti (i fucili da buffalo) con le quali facevano il vuoto tra le fila dei cavalieri indiani. Alfine fu determinante la presenza dell'esercito al punto che i Comanche furono rinchiusi in riserva dopo una sconfitta inflittagli a Lake Quemado da uno squadrone del 10° Cavalleria.

 

Comanche. Il pittore George Catlin disse che un popolo che trascorre gran parte del tempo in groppa ad un cavallo necessariamente diventa espertissimo in tutto ciò che concerne l'equitazione, ivi compresa la guerra.

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