Quanah Parker
e storie dei bambini bianchi rapiti e allevati
dalle tribù indiane hanno riempito per decenni le pagine dei romanzi
e le pellicole dei film western riuscendo sempre ad attirare
l'attenzione del lettore o dello spettatore. Certo, la materia prima
di film e racconti è assolutamente esagerata, troppo gonfiata, ma
casi isolati di rapimenti ed adozioni si verificarono realmente nel
west, specialmente nel periodo centrale del XIX secolo, allorquando
gli assalti alle fattorie dei coloni erano un evento per niente
raro.
Il caso più famoso è, guarda caso, quello della
giovanissima (12 anni) Cynthia Ann Parker, rapita dai Comanche nel
1835 nel corso di una scorribanda avvenuta nella zona del fiume
Navasota, in Texas. La poverina, sottratta alla sua famiglia venne
comunque ben accolta dai Comanche che la crebbero come una di loro.
Alfine, fattasi giovinetta, sposò un capo dei Comanche Kwahadis, il
gruppo maggiormente intenzionato a guerreggiare contro i bianchi.
Qualche anno dopo fu liberata e poté far
ritorno in Texas con sua figlia ma non riuscì ad adattarsi alla vita
"civile" tanto che fece ritorno tra i Comanche. Ebbe altri figli ed
uno tra questi divenne presto famoso: Quanah Parker, nato nel 1845.
Quanah Parker divenne capo dei Comanche nel
1874, alla morte del padre, e combatté in alcune famose battaglie
tra cui quella di Adobe Walls nel corso della quale i Comanche si
scontrarono contro i cacciatori di bisonti armati di potenti fucili
automatici che annientarono lo slancio degli indiani e ne ridussero
il numero. Dopo Adobe Walls Quanah Parker e i suoi Comanche si
rifugiarono nella regione della Stacked Plain continuando la
guerriglia per altri due anni.
Arrivò il momento della resa e, improvvisamente
Quanah Parker divenne il paladino della convivenza tra i popoli
bianco e rosso. Imitò i bianchi cercando di assorbirne la cultura e
incitò la sua gente a seguirlo nella nuova strada fatta di case di
legno e agricoltura.
Morì nel 1911 presso Fort Sill, nell'Oklahoma.
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