Victorio
ictorio ebbe fama tra i suoi contemporanei, amici e nemici, come
valoroso capo degli Apache Mimbres, appartenenti alla famiglia dei
Chiricahua. Nacque nel 1825 in tempi in cui ancora la vita degli
Apache scorreva lungo binari certamente difficili, ma ancora
accettabili, tra lotte con altre tribù indiane e Messicani. I tempi,
però mutarono molto presto e già dagli anni '50 del secolo XIX gli
Apache furono impegnati sul fronte della dura sopravvivenza, stretti
tra l'invasione incontrollabile dei coloni bianchi e la voglia di
rivalsa dei Messicani, sempre in caccia di scalpi e ben disposti a
pagarli pur di avere la conferma della morte di più Apache
possibile.
Dai diversi censimenti risulta che Victorio ebbe una sola moglie -
il cui nome non è conosciuto - e 5 figli, 3 dei quali morirono
durante il corso delle sue guerre. Si conosce il nome dell'ultimo
figlio ucciso - qualche mese prima della disfatta di ottobre a Tres
Castillos - un giovane e focoso guerriero chiamato Washington. Non
si conosce la ragione per la quale gli venne assegnato tale nome.
Sopravvissero - poiché erano tenuti nascosti nella selvaggia Black
Range - il piccolo Istee e l'unica figlia femmina, Dilthcleyeh, data
in sposa a Mangus, il figlio di Mangas Coloradas.
Per la prima volta, Victorio si fece notare quando appose la sua
croce al "patto provvisorio" del 7 Aprile 1853, insieme ad altri 11
capi e sottocapi. Tra i firmatari Apache, oltre a Victorio - il cui
nome venne trascritto come "Vitoria" - vi furono Ponce, Josè Nuevo,
Cuchillo Negro, Josecito, Sargento, Veinte Reales, Rinon, Delgadito
Largo, Tusho, Corrosero e, infine, Placera (ossia Lucero, da alcuni
erroneamente identificato con Victorio). A questo accordo non
partecipò Mangas Coloradas che, in questo periodo, era il più grande
e potente condottiero Apache.
Questo accordo comprendeva provvedimenti utopistici: delle regole da
osservare, ma impossibili da realizzarsi, considerata la cultura ed
il modo di vivere degli Apache. Inoltre, vi è il dubbio, che il
contenuto di questo accordo - che comprendeva diversi articoli -
potrebbe non essere stato loro tradotto correttamente.
Dopo il citato accordo del 1853, Victorio non viene citato più in
nessun documento ufficiale, fino al 1865, allorché viene descritto
come un capo conosciuto e potente.
Secondo Frank Lockwood, Victorio succedette subito a Mangas
Coloradas - ucciso nel 1863 - quale capo dei Chiricahua Orientali(Tchihendè).
Ma in questo stesso periodo - secondo Dan Thrapp - Victorio era già
un condottiero, ed aveva un gruppo di seguaci devoti; non era ancora
abbastanza prestigioso, ma lo stava diventando. Per esempio, gli era
superiore, per così dire, Delgadito, un condottiero di grande
influenza, secondo soltanto a Mangas Coloradas. Ma Delgadito
scomparve nel 1864 circa, quindi, nonostante la presenza di Leader
influenti come Loco e Nana, Victorio divenne l’incontrastato Nantan
di guerra dei Tchihendè.
La fama di capo Victorio è legata ad alcuni episodi di quegli anni.
Nel 1855, ad esempio, il suo gruppo (assieme ad altri) compì una
grande razzia nei territori di Sonora e di Chihuahua, in Messico, da
cui fece ritorno carico di ogni genere di bottino e persino di
cavalli e prigionieri. La risposta dei Messicani non si fece
attendere e Victorio impegnò la sua gente in una battaglia con i "soldados"
che vide la vittoria degli Apache.
A partire dagli anni '60 si intensificarono notevolmente gli scontri
a fuoco con i bianchi, specialmente con i coloni e con i cercatori
d'oro che penetravano nel territorio controllato dagli Apache.
A quel tempo gli Apache non avevano uno spazio riconosciuto dal
governo americano e si trovavano spesso in conflitto con l'esercito
perché impedivano il transito e la permanenza dei bianchi ove erano
insediati da lunghissimo tempo. Seguirono furiose battaglie, alcune
di esse famosissime, come quella di Apache Pass del 1862 in cui
Victorio combatté a fianco di Mangas Coloradas e Cochise. A
conclusione di un periodo costellato di episodi feroci, Cochise
traghettò gli Apache verso un periodo di relativa pace ed il
conseguente riconoscimento di territori a loro assegnati in maniera
ufficiale. Erano le prime riserve Apache.
Ai Mimbres di Victorio furono assegnati alcuni territori nel New
Mexico, ma quella scelta non fu definitiva e anticipò di qualche
anno nuovi trasferimenti in altre riserve. Un vai e vieni tra Canada
Alamosa e Tularosa (1872) e poi ancora Ojo Caliente. Infine arrivò la
decisione di spostare i Mimbres a San Carlos, ove avrebbero
condiviso una
grande riserva con numerose altre bande Apache.
I Mimbres non restarono a lungo nella riserva assegnatagli anche
perché la cattiva gestione da parte del personale rendeva la vita
veramente difficile. Preferirono fuggire via con Victorio e fare
ritorno a Ojo Caliente, anche contro l'immediato ordine di
trasferire ancora una volta il gruppo a San Carlos. Piuttosto che
accettare quella nuova imposizione - incomprensibile agli occhi
degli Apache - Victorio guidò oltre 300 persone verso la riserva dei
Mescaleros a Fort Stanton.
Neppure questo posto consentì ai Mimbres di vivere pacificamente
perché girava voce che sarebbero stati tutti arrestati e poi
nuovamente deportati chissà dove. Non restò che la fuga (fine agosto
del 1879, così come conferma il telegramma datato 21 Agosto 1879
dell'agente indiano di Fort Stanton, Russell, il quale comunicava al
commissario degli affari indiani ed alle autorità militari la fuga
generale dei Warm Springs dalla riserva Mescalero), stavolta in direzione del confine messicano. Gli Apache
avevano bene in mente l'importanza della linea di confine tra stati
e usavano varcarla frequentemente per sfuggire agli inseguitori.
Purtroppo non sapevano che talvolta gli stati erano disposti a
chiudere un occhio sui confini pur di rendere la vita impossibile a
quegli Apache che veniva considerati solo delle bande di predoni.
Lo spostamento verso il Messico non passò inosservato e le giacche
blu inseguirono i fuggitivi, costringendoli a continui scontri a
fuoco. In quel periodo anche il famoso Juh si era unito al gruppo
guidato da Victorio. Aldilà del confine gli Apache credevano di
essere in salvo, almeno rispetto ai soldati americani, ma così non
fu, dal momento che le truppe del Maggiore Albert P. Morrow
attraversarono il Rio Grande e li raggiunsero in territorio
messicano ingaggiando con loro un durissimo scontro nel quale ebbero
però la peggio le truppe statunitensi.
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