La miccia accesa a Nord-Ovest
on il 1849 finì l’epoca del commercio delle
pellicce nelle pianure del nord ovest degli attuali Stati Uniti.
Allora quei posti erano saldamente nelle mani delle varie famiglie
della nazione Sioux, una tra le più bellicose sul suolo americano.
Finì perché il Governo decise che si doveva intervenire per tutelare
il flusso crescente di bianchi che attraversavano le zone dell’Upper
Platte per dirigersi verso Ovest. Gli indiani erano sempre più
nervosi anche a causa delle ondate di malattie terribili quali il
colera, il morbillo ed il vaiolo che li decimavano e contro le quali
non erano in grado di opporre alcuna resistenza. “Sono magie dei
bianchi”, era la voce che correva da un campo all’altro, diffondendo
un odio sempre più radicato e, apparentemente, ben motivato.
Il Governo, dunque, decise per l’acquisto del
vecchio posto di scambio della compagnia delle pellicce, Laramie
Fork, per trasformarlo in poco tempo in una postazione militare che
venne chiamata Fort Laramie.
Intorno a quel forte si sarebbe scritta una
lunga parte della storia indiana dei decenni successivi, ma allora i
Sioux non potevano certo immaginarlo.
L’allora sovrintendente agli Affari Indiani per
la zona del Platte aveva a lungo sollecitato un raduno con gli
indiani del luogo con lo scopo di calmarli ed impedirne, con qualche
trattato e regalie varie, gli eccessi bellicosi che a volte li
caratterizzavano. “I bisonti si stanno spostando sempre più – diceva
T.H. Harvey nei suoi rapporti – e presto le tribù si troveranno a
fronteggiare una terribile crisi”. Anche Mister D.D. Mitchell, il
suo successore, sostenne la necessità urgente di radunare gli
indiani e lo fece con un certo vigore al punto che nel 1851 la
situazione finì per sbloccarsi e numerosi emissari governativi
finirono per vagare nelle pianure alla ricerca delle tribù indiane
da invitare.
Il consiglio si tenne tra molte difficoltà dal
momento che molti tra gli invitati erano in perenne lotta tra loro.
Durò ben due settimane – a spese gel Governo Americano – e si tenne
presso a Horse Creek (a due chilometri da Fort Laramie, in terra
Lakota-Sioux) alla presenza di delegati Crow, Serpente delle
Montagne, Oglala, Brulé, Cheyenne, Arapaho, Indiani dello
Yellowstone. I Pawnee, diffidenti nei confronti dei Sioux, non vi si
recarono.
Dopo 15 giorni di scambi di visite e cortesie
da un campo tribale all’altro e infinite promesse di pace tra gli
indiani e tra gli indiani ed i bianchi, il consiglio si chiuse con
la più classica cerimonia del “toccare la penna” con la quale i capi
indiani si assunsero, a loro modo, la responsabilità di vigilare
sulla pace intertribale e con i bianchi di passaggio diretti ad
Ovest.
Questa pace durò appena le due settimane del
consiglio e poi tutte le tribù ripresero le loro abitudini di
fronteggiarsi, nel rispetto delle tradizioni ed alleanze.
Naturalmente il caos aumentò con l’incremento delle carovane di
bianchi che ne fecero anche, talvolta, le spese.
Nonostante tutto gli agenti governativi per il
popolo Sioux scrissero nei loro rapporti, negli anni seguenti, che
“gli indiani seriamente si impegnano per mantenere la pace nei loro
territori e tutto va bene.”
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