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Il progresso

 


A cura di Omar Vicari

La guerra della Contea di Johnson

I

l 25 giugno 1876, giorno del massacro di Custer al Little Big Horn, è una data di fondamentale importanza nella storia degli Stati Uniti d’America. A parte la riluttanza dell’intera nazione ad accettare la cruda realtà, l’annientamento cioè di circa 260 cavalleggeri col loro generale, l’evento costrinse il Congresso degli Stati Uniti a risolvere una volta per tutte la questione indiana.

Gli scontri successivi avrebbero portato alla definitiva sconfitta della nazione Sioux, alla scomparsa di personaggi come Cavallo Pazzo e al trasferimento nelle riserve dei pochi sopravvissuti.

L’allontanamento degli indiani e l’inserimento di alcuni grandi allevatori nel territorio, fecero del Wyoming un vero paradiso nel settore dell’allevamento del bestiame. Le cose procedevano per il meglio e l’inverno del 1886 si prospettava mite. Nulla faceva presagire la tragedia che stava dietro l’angolo a parte alcuni segni che solo gli indiani sapevano cogliere. Gli uccelli ad esempio, quasi percepissero nell’aria un qualcosa di insolito, migrarono anzitempo per le terre più a sud mentre altri animali consolidarono le loro tane come se intuissero che la natura stava per scatenare tutta la sua collera. Effettivamente a metà novembre si verificò una prima bufera di neve seguita nell’arco di un mese da una seconda e più intensa tempesta che in pratica paralizzò tutto il sistema dei trasporti. Nel gennaio del 1887 il grande gelo investì tutto il nord-ovest e migliaia di capi di bestiame perirono per il freddo intenso o vittime di lupi e coyotes che il gelo aveva spinto più a sud.

Molti dei grandi allevatori, causa la perdita delle loro mandrie, fallirono e tornarono all’est da dove erano venuti. Quei pochi che restarono e si ripresero, negli anni a seguire vennero a scontrarsi con un numero sempre maggiore di coloni che si impadronivano di vaste aree adibite al pascolo che sino ad allora i grandi allevatori avevano sfruttato in proprio.

Questi nuovi arrivati cingevano di steccati e filo spinato gli appezzamenti di terra assegnati loro dal governo o comprati a caro prezzo dalle ferrovie, e questo cozzava con l’idea dei grandi allevatori che invece consideravano i pascoli aperti come una loro proprietà. Questi ultimi dovettero adattarsi con riluttanza alla nuova realtà, una realtà che scavò un solco sempre più profondo tra le due parti.

Gli allevatori cominciarono a circondarsi e a servirsi di uomini il cui compito era quello di controllare i coloni e di mettere un freno alle continue ruberie di bestiame.

Questi uomini con la qualifica di “ispettori del bestiame”, altro non erano che pistoleri o ex funzionari di polizia. Dal momento che i furti di bestiame non cessarono, i grandi allevatori fecero approvare la “Maverick Act”, cioè una legge che vietava la marchiatura dei vitelli da parte di chiunque non facesse parte dell’associazione degli allevatori. Allo scopo di far osservare la legge venne assoldato come capo ispettore Frank Canton, un personaggio dal passato poco chiaro.

Costui, il cui vero nome era Joe Horner, si comportava da rappresentante della legge o da fuorilegge a seconda delle circostanze. In Texas per esempio era ricercato per l’assalto ad una banca di Comanche.

I furti comunque non cessarono e un numero sempre maggiore di vitelli senza marchio o col marchio contraffatto continuò a prendere la via di un luogo inaccessibile noto col nome di “Hole in the wall”. Re incontrastato della zona era Nathan Champion nella cui banda operavano uomini che alcuni anni dopo avrebbero cavalcato assieme a Butch Cassidy.

Dalla parte dei coloni si schierò James Averill, un laureato in filosofia alla Cornell University che nel 1885 comprò un appezzamento di terreno vicino allo Sweetwater River.

Nato in Canada nel 1851 e trasferitosi nel Wyoming dopo alcuni anni passati nell’esercito, Averill organizzò un drugstore per i coloni vicini. Lo accompagnava una giovane donna, Ella Watson, conosciuta nella zona col nome di “Cattle Kate”.

Nata in Canada nel 1861, la Watson si trasferì con la famiglia nel Kansas e nel 1879 andò in sposa a un giovane di nome William A. Pickell. Un matrimonio conclusosi precocemente con un divorzio visto il carattere non facile del marito. Nel 1886 si spostò nel Wyoming a Rawlins dove fece la conoscenza di Jim Averill.

La donna pare esercitasse la professione di prostituta per il cui lavoro spesso si faceva pagare con il bestiame, da cui appunto il nome. Solo che il numero delle bestie in loro possesso pare crescesse troppo alla svelta, per cui gli ispettori del bestiame diedero alla coppia il consiglio di lasciare il territorio.

Averill, per nulla intimorito, rilanciò protestando a Washington contro l’operato di A. J. Bothwell, il più grande allevatore della zona. Costui, infatti, minacciava di chiudere ai nuovi coloni quello che reputava essere il suo terreno di pascolo.

Averill riuscì nel suo intento, ma la risposta non si fece attendere. Nel luglio del 1889 infatti le cose precipitarono. Una decina di uomini mascherati si presentarono al drugstore e senza tanti complimenti impiccarono Ella Watson e Jim Averill nel vicino burrone dello Spring Creek.

Il duplice omicidio ebbe vasta risonanza in tutto il Wyoming e fu il preludio di quella che passò alla storia come la guerra della contea di Johnson.

 

Ruberie. Gli allevatori cominciarono a circondarsi e a servirsi di uomini il cui compito era quello di controllare i coloni e di mettere un freno alle continue ruberie di bestiame.  

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Sotto: la bufera del 1887 bloccò i trasporti

Sotto: il maltempo decimò le mandrie

Sotto: il primo pezzo di filo spinato

Sotto: Frank Canton

Sotto: James Averill

Sotto: Cattle Kate e William Pickell

 

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