Wooden Leg
l nome di questo guerriero ai non appassionati non dirà molto,
eppure la sua testimonianza, raccolta in un libro del medico
americano Thomas Marquis, è un documento di straordinaria importanza
per la descrizione della vita dei popoli delle praterie. Un lungo
racconto di una lunga vita in cui, oltre ai fatti storici, vi sono
ogni sorta di informazioni sulla vita quotidiana degli indiani
Cheyenne: dalla costruzione dei tipì a quella delle armi, persino
sulle briglie per i cavalli. Poi, un po' per volta arrivano le
guerre che posero fine alla libertà di quel popolo. Fino al confino
nelle riserve.
Il suo nome originario era Mangia Dalla Mano. Durante l'infanzia
crebbe nell'influenza di un Crow rapito da bambino e adottato dalla
sua famiglia. Il nome dello "zio" era Gambe di Legno, a causa delle
straordinarie doti da camminatore. Quando il giovane Mangia dalla
mano compì la sua prima azione di guerra contro i Corvi, il padre,
come consuetudine, ne magnificò le gesta e annunciò che il suo nome
sarebbe stato lo stesso dello zio, di cui aveva le stesse capacità
di instancabile camminatore.
Wooden Leg era nipote del capo Cheyenne Piccolo Lupo, uno degli eroi
della resistenza indiana. Ultimo ad arrendersi, ormai settantenne ai
bianchi. Aveva sposato una delle sorella della madre di Wooden Leg e
quindi era a tutti gli effetti suo zio.
Durante la giovinezza, Wooden Leg non ebbe che sporadici contatti
con i bianchi. Numerosi sono invece gli scontri che ebbe con gli
Shoshoni ed i Corvi, tradizionali nemici della sua gente.
La guerra con i bianchi arrivò con le guerre di Nuvola Rossa. Suo
fratello, infatti, cadde durante la battaglia di Fetterman in cui
Cheyenne e Sioux distrussero una colonna di 80 soldati.
Wooden Leg, si aggirava intorno al metro e 90 di altezza, uno dei
più alti della sua banda. Si distinse subito per le sue capacità in
guerra e nella caccia. Uno degli episodi più toccanti riguarda i
suoi 17 anni, quando la madre gli annunciò che non c'era più carne.
Il giovane uscì nella tormenta, camminando a piedi per non sfiancare
il cavallo. Uccise un bisonte lo scuoiò e ne caricò la carne sul
cavallo. Quando arrivò al tipì era quasi cieco e aveva la gambe
insensibili per il congelamento. Riuscì a rimettersi, anche per
l'intervento dello sciamano del villaggio.
Questo tanto per raccontare cosa fronteggiavano gli uomini della
prateria in giovane età.
Gli incontri del giovane Cheyenne con i bianchi furono sporadici. La
sua banda visse un periodo di relativa tranquillità fino allo
scoppio della guerra per le Black Hills. Gli USA, dopo la scoperta
dell'oro in quelle terre sacre, cercarono inutilmente di comprarle
dai Sioux, ma dopo l'ennesimo rifiuto ricorsero al celebre ultimatum
della fine del 1875. Tutti gli indiani che non vivevano nelle
riserve erano da considerarsi nemici da combattere, questo
nonostante il trattato di Laramie lasciasse ai nativi la libertà di
vivere nelle loro terre originarie.
L'ultimatum era assurdo, impossibile da rispettare anche per chi
avesse voluto, era inverno e la neve alta rendeva impossibile ogni
spostamento. Molti non ne sapevano niente. La banda di Wooden Leg
seppe di essere in guerra da un messaggero Lakota. Non avevano avuto
incontri con i bianchi da lungo tempo. Perchè quella guerra? Il
nostro guerriero non ne sapeva niente, e come lui tanti altri.
Niente dell'oro, dell'ultimatum, né dei soldati che da lì a poco
avrebbero dato loro la caccia.
Nell'inverno del 1876 il generale Crook, veterano delle guerre
Apache partì con 700 uomini per dare la caccia agli indiani
"ribelli". Dopo una lunga caccia a vuoto fece dividere in due la sua
colonna, affidandone una parte al colonnello Reynolds.
Reynolds, riuscì infine a trovare i temuti Oglala di Cavallo Pazzo,
il più temuto dei nemici, ma si trattava di un errore.
Nonostante la presenza di alcune tende Oglala, quello era un
villaggio Cheyenne, quello dove abitava il nostro Wooden Leg.
Nonostante sapessero dell'approssimarsi della guerra, la banda non
aveva intenzioni ostili, anzi ospitava indiani di passaggio diretti
alle riserve per evitare ritorsioni.
Reynolds decise di attaccare e nella neve la cavalleria irruppe nel
villaggio. Gli indiani resistettero abbastanza a lungo per
permettere alle donne e ai bambini di essere messi al riparo. fu uno
scontro breve e con pochi caduti. I soldati presero l'accampamento e
gli indiani si ripararono nelle vicinanze.
A questo punto Reynolds, invece di approfittare dell'accampamento
per far passare la notte ai soldati e attaccare in seguito, si fece
prendere dalla paura. Ordinò di bruciare tutto il contenuto del
villaggio, dai tpiì alle riserve di cibo e di ritirarsi. Gambe di
Legno e i suoi, ignari della guerra totale dei bianchi, rimasero
scioccati di fronte all'assurdità di quel gesto. In un attimo erano
rimasti solo con quello che avevano addosso, con donne e bambini a
gelare.
Dopo la distruzione del villaggio, Reynolds ordinò la ritirata, in
maniera così repentina da abbandonare i morti e persino un ferito,
ucciso dai furibondi indiani. Wooden Leg e gli altri guerrieri,
decisero di seguire i soldati nella neve per tentare i cavalli senza
i quali, con donne, vecchi e bmabini da trasportare, sarebbe stato
impossibile dirigersi ovunque.
Con un audace coplo di mano i guerrieri ripresero gran parte dei
loro cavalli (aiutati dal'inefficenza dello stesso colonnello, che
non aveva predisposto sentinelle)e a fuggire.
Da lì in poi Wooden Leg e i suoi dovettero affrontare una durissima
marcia per riuscire a riparare nel villaggio di Cavallo Pazzo, dove
trovarono rifugio.
Per Reynolds ci fu la corte marziale.
Presso gli Oglala, la gente di Wooden Leg riscì ad avere abiti, cibo
e ospitalità. Insieme, le due bande si mossero per raggiungere il
campo degli Huncpapa, dove tutte le tribù Sioux si stavano riunendo
intorno al carisma di Toro Seduto.
Per le tribù delle Pianure, cominciava la grande rivolta che avrebbe
portato alle vittorie del Rosebud e del Little Bighorn. Wooden Leg
ne sarebbe stato protagonista. All'epoca aveva 18 anni.
Wooden Leg racconta con tono commosso l'accoglienza ricevuta presso
Toro Seduto. I Sioux fornirono loro tutto, dai tipì agli abiti, alle
armi e persino i cavalli.
Il villaggio si mosse seguendo tutto il sistema fluviale del fiume
Powder ragginto, man mano da tutte le altre bande Sioux fino a
divenire composto, come ci racconta Gambe di legno, da 6 grossi
villaggi divisi per gruppo di appartenenza.
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