I Dakota
l Popolo dei
Dakota Santee fa parte del gruppo linguistico dei siouan, e assieme
alle tribù dei Lakota e Nakota costituisce una delle Sette Nazioni
riunitesi in una grande confederazione, Oceti Sakowin, i Sette
Fuochi del Consiglio. Si suddivide in quattro sottogruppi: i
Mdewakanton, i Wahpeton, i Wahpekute e i Sisseton e il suo
territorio comprendeva prima della Guerra Civile la parte più
orientale delle pianure nordamericane e si estendeva dalle foreste
del Minnesota fino alle Praterie del Dakota; per questo era anche
chiamato “il Popolo dell’estremo limite”. Gli usi e i costumi dei
Santee erano molto simili a quelli dei loro cugini Sioux Lakota e
Nakota, anche se a differenza di questi erano seminomadi.
Praticavano la
caccia e la pesca, la raccolta di frutti, radici e cereali selvatici
come il riso selvatico (zizania acquatica) che cresceva abbondante
nelle rive dei numerosi laghi presenti in questo territorio. La
raccolta del riso selvatico riuniva gruppi numerosi, che contavano
anche una ventina di famiglie, ed era accompagnata da danze e
offerte propiziatorie al “Padrone dell’Acqua” nonché giochi e
perfino regate in canoa cui partecipavano anche donne e bambini. I
bambini erano i veri protagonisti della vita nel villaggio e
passavano la loro infanzia spensierata con l’unico compito di
affinare le loro doti di cacciatori e guerrieri in vista della vita
da adulti, allenandosi con archi, frecce, corse a cavallo, lotte e
nuoto.
Politicamente,
erano tribù confederate, indipendenti per quanto riguarda le scelte
di caccia e guerra, e si riunivano in consiglio generale solo per
questioni che riguardavano l’interesse di tutta la Nazione. In
questi casi ci si adunava nelle foreste e se ciò che il consiglio
decideva era degno di essere ricordato, lo
si intagliava in un
tronco con geroglifici che raccontavano la decisione e gli stemmi
delle tribù riunitesi.
Il metodo dei
geroglifici era usato anche dagli storici tribali, che usavano
calcolare il tempo segnando un evento importante successo in un
determinato anno nei loro computi invernali.
I Capi Tribù erano
al servizio del Popolo e spesso si dimostravano molto generosi con i
meno fortunati tanto da rinunciare loro a qualcosa, per il bene
della tribù.
Secondo le
testimonianze di un attento viaggiatore e esploratore italiano
dell’epoca, Giacomo Costantino Beltrami, i Dakota erano abilissimi
nel tiro con l’arco e erano guerrieri efficienti, sia in battaglia
che nelle singole escursioni. Gli acerrimi nemici dei Dakota erano i
Chippewa, famosi anche col nome di Ojibwa e le cause di tale
discordia risalivano alla metà del 1500, quando gruppi di Santee
arrivarono nelle regioni abitate dai Chippewa (Ontario e boschi del
Minnesota) provenendo da sud, e conquistarono le loro terre
respingendoli verso nord. Gli Ojibwa furono così costretti a
emigrare nelle pianure e si allearono ai Cree.
Verso i primi
dell’800 iniziò per i Dakota una crisi che sfociò nel 1862 con la
Grande Insurrezione del Minnesota.
La crisi sociale ed
economica dei Dakota del Minnesota fu una conseguenza della mancata
distribuzione delle sovvenzioni alimentari annuali promesse dal
Governo degli Stati Uniti alle tribù, già ammassate in una sottile
striscia di terra presso le rive del fiume Minnesota e ridotte alla
fame dall’avanzata sempre più devastatrice di più di 150.000 coloni
bianchi di origine nordeuropea, a causa dell’inizio della Guerra
Civile. Fu così che il 1862 fu l’anno della rivolta per i Santee
che , sotto la guida di Piccolo Corvo, lottarono duramente per
ristabilire gli antichi equilibri delle loro tribù.
La sommossa si
concluse con lo sconfinamento dei pochi Santee superstiti nella
riserva di Crow Creek, sul fiume Missouri.
Oggi i discendenti
di questo orgoglioso Popolo vivono nella Santee Reservation,
Nebraska, nella Sisseton Wahpeton Reservation e a Flandreau, Sud
Dakota, in Minnesota e in una riserva in Montana. Quelli che
riuscirono a fuggire in Canada dopo la sommossa del 1862 vivono
attualmente in riserve in Saskatchewan e Manitoba.
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