Piccolo Corvo
rotagonista per
eccellenza della Grande Insurrezione Santee fu senza dubbio Piccolo
Corvo, Taoyateduta, “La sua Rossa Nazione”, per la sua gente, i
Mdewakanton. Nacque nel 1803 in un villaggio nei pressi del fiume
Mississippi da Miniokadawin, prima moglie del Capo di una banda di
sioux Kaposia, Cetanwakuwa , Chargin Hawk , tradotto erroneamente
dai bianchi in Corvo e da qui il nome con cui la storia ricorda
anche il figlio.
Piccolo Corvo era
il maggiore di dieci fratelli e diventò capo durante un periodo di
grave crisi per il suo popolo, ereditando il ruolo del padre, morto
intorno alla metà del 1800 da un colpo partito accidentalmente dalla
propria pistola. La madre, figlia di un capo e donna di grande
spirito e bellezza, lo allevò secondo gli antichi insegnamenti della
sua gente e si dice che lo temprasse col ghiaccio per rendere forti
i suoi nervi e rimaneva molti giorni con lui nella fitta foresta per
fargli conoscere l’importanza della solitudine e i misteri dello
spirito.
Ma Piccolo Corvo
aveva un carattere forte, la sua fierezza lo schierava sempre contro
ogni tipo di controllo o potere, portandolo durante la sua
giovinezza a un comportamento spregiudicato, a compagnie non sempre
felici, come quella di Jack Frazer, mezzosangue, con cui sfidò in
una battuta di caccia gli altri membri della tribù, facendo
fuggire la selvaggina. Altra debolezza di Piccolo Corvo era il gioco
d’azzardo, che lo ridusse alla perdita di tutti i suoi averi una
volta, ma nonostante tutto, rimaneva sempre una persona coraggiosa –
a dodici anni salvò la vita a un suo amico caduto nel lago
ghiacciato- e carismatica , capace di una resistenza incredibile,
come nell’occasione in cui corse per cinque giorni dietro a un
branco di alci, battendo 25 miglia al giorno senza fermarsi,
confermando così la caratteristica forza fisica dei Dakota, capaci
di star dietro a piedi ai branchi di selvaggina per giorni.
Per ottenere il
titolo di capo Piccolo Corvo dovette lottare con la gelosia dei suoi
fratellastri, figli della seconda e della terza moglie di Cetanwakuwa, che complottarono contro di lui, fallendo nell’intento
di ucciderlo, ma lasciandogli una ferita che lo accompagnò per il
resto della vita. Dopo di questo, divenne capo ufficiale dei
Mdewakanton e dal 1846 guidò il suo popolo nella dura lotta contro
il governo americano. All’inizio della seconda metà dell’800,
infatti, furono stipulati con i capi delle diverse tribù Dakota
numerosi trattati per la concessione di terre, in cambio di una
manciata di dollari. I commercianti corrotti dell’epoca si
arricchivano con il denaro che spettava al popolo, e Piccolo Corvo
vide la sua gente ridursi alla fame in breve tempo. Fu costretto
come molti altri a firmare il trattato del 5 agosto 1851 e si recò
quattro anni dopo a Washington, per discutere dei promessi ma
mancati aiuti del governo; si rese conto poi di aver fatto il più
grande errore della sua vita firmando quel trattato. Per di più la
Guerra Civile era iniziata e il fatto dell’uccisione di alcuni
coloni bianchi da parte di un gruppo di guerrieri Dakota portò
Piccolo Corvo a dover prendere una scelta definitiva: guidare la
grande insurrezione del suo Popolo. Dichiarò che lo avrebbero visto
sul fronte di tutte le battaglie, e così fu, non stancandosi mai di
incitare i suoi guerrieri alla lotta per difendere le loro terre.
Dopo la sanguinosa
sconfitta di Wood Lake, fuggì in Canada, cercando aiuto presso
alcune tribù Dakota, ma non trovandone decise di far ritorno in
Minnesota.
Lasciò il Canada
con un gruppo di amici fidati, incluso suo figlio più giovane,
Wowinape, che aveva appena quindici anni. Il suo intento era di
giungere a St. Paul e, siccome sulla sua testa pendeva una taglia,
qui si sarebbe arreso a degli amici, come il governatore Ramsey, che
gli dovevano dei favori. A poche miglia dalla città congedò il
gruppo d’amici fidati che lo accompagnavano, restando solo col
figlio. Il mattino dell’8 luglio 1863 Piccolo Corvo e il figlio
stavano raccogliendo bacche selvatiche nei pressi di Scatter Lake,
quando furono avvistati da un colono, Nathan Lampson. L’uomo non
sapeva chi fosse Piccolo Corvo, sapeva solo che era un indiano e ciò
gli bastò, così appoggiò il fucile sulla spalla e sparò. Il
grandioso ma sfortunato capo, che aveva liberato parte del suo paese
dalla colonizzazione dei bianchi, cadde a terra senza lottare. Il
ragazzo prese l’arma del padre e si prodigò nel cercare l’assassino,
ma non sapendo in quale direzione era scappato, raggiunse gli amici.Intanto
Lamson corse a riferire la notizia. Il corpo di Piccolo Corvo fu
trovato e identificato; il suo scheletro e il suo scalpo furono
esposti nel Minnesota Historical Society fino al 1871, anno in cui
fu restituito finalmente alla famiglia e sepolto nella riserva di
Flandreau, Sud Dakota.
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