Guerrieri famosi
Dakota seppero distinguersi come guerrieri e come grande popolo,
unito e fiero. La grande rivolta del 1862 ha consegnato Piccolo
Corvo alla storia e con lui tutti i Dakota.
Tra questi vogliamo ricordare alcuni guerrieri particolarmente
capaci e coraggiosi.
MANKATO
Fu uno dei più
importanti Capi che guidarono i Santee nella Guerra del 1862. Il 23
agosto Mankato fu il capo di guerra dei Santee nell’assalto a New
Ulm, poichè Piccolo Corvo giaceva leso al villaggio, in seguito alle
ferite riportate nello scontro del giorno prima. Il suo piano
d’attacco consisteva nell’accerchiare la città e sessanta Dakota
riuscirono sfruttando la cortina di fumo innalzata dal fuoco
appiccato a sfondare una barricata costruita dai cittadini. Quasi
sempre a fianco di Grande Aquila, altro grande capo Dakota
Mdewakanton , guidò una spedizione lungo la riva meridionale del
Minnesota, chiudendo in trappola i soldati del colonnello Sibley a
Birch Coulee. Queste le parole di Grande Aquila in proposito: “
Verso la metà del pomeriggio i nostri uomini erano molto scontenti
della lentezza del combattimento e della tenacia dei bianchi, e fu
passata parola nelle linee di tenersi pronti a dare l’assalto
all’accampamento. Il prode Mankato voleva dare l’assalto dopo la
prima ora […] Proprio nel momento in cui stavamo per caricare,
giunse la notizia che un gran numero di soldati a cavallo stava
arrivando da est verso Fort Ridgley. Questo fermò la carica e diede
una certa eccitazione. Mankato prese subito con se altri guerrieri e
dalla gola andò loro incontro […] Mankato sparse i suoi uomini
intorno e gli indiani nella gola continuarono a far baccano; alla
fine i bianchi iniziarono a indietreggiare e si ritirarono di circa
tre chilometri, cominciando a scavare trincee.. Mankato li seguì e
lasciò circa trenta uomini a sorvegliarli e tornò a combattere nella
gola coi rimanenti.”
Mankato partecipò
agli scontri di Fort Ridgley e Wood Lake,il 23 settembre, dove perse
la vita a causa di una cannonata che lo prese in pieno. Fu
seppellito su una collina, vicino alle rive dello Yellow Medicine,
cosicché i soldati di Astuto Commerciante Sibley non potessero mai
raggiungerlo.
INKPADUTA
Nacque nel 1815 da
una donna sisseton e il capo Wamdi Sapa, nell’odierno South Dakota.
Il suo nome in
Dakota significa “Punta Rossa” e fu capo dei Dakota Wahpekute dal
1851, quando, tornato nei territori del padre esiliato, uccise il
capo dei Wahpakute assieme ai suoi 17 uomini, rivendicando così i
territori di caccia.
Inkpaduta non scese
mai a compromessi coi bianchi che non riuscirono a fargli firmare il
trattato del 1851, anche se non rinunciò al sostentamento che il
Governo inizialmente forniva alle tribù che avevano ceduto i loro
territori. Causa del suo odio irrefrenabile per i bianchi fu
l’uccisione del fratello e dell’intera famiglia da parte di un
fuorilegge ladro di bestiame di nome Henry Lott, nel 1854, e da
questa data la sua personale lotta contro gli americani ebbe inizio.
Nel 1857, l’8 e il
9 marzo, Inkpaduta guidò una attacco agli insediamenti dei coloni
bianchi nei pressi di Spirit Lake, in Minnesota, mietendo trenta
vittime nelle fattorie della zona e catturando quattro donne,
Spostatosi nella contea di Jackson, uccise un’altra dozzina di
coloni, scatenando una caccia spietata della milizia che li cercò
invano in tutto il territorio, servendosi anche dell’aiuto di
Piccolo Corvo. Inkpaduta si rifugiò presso alcune tribù di Nakota
nell’Ovest e non venne mai trovato dall’esercito americano, che
rivide nel 1862 in occasione della grande rivolta Santee.
Una buona occasione
di dimostrare la propria influenza di leader contro l’avanzata dei
bianchi fu proprio quest’insurrezione, che lo vide sempre in
costante movimento, ma mai persuaso dalle promesse del governo
americano che tentò di fermarlo nel 1863-64 con Sully e Sibley, ma
senza successo. Negli anni successivi incarnò l’ultima resistenza
dei Santee Orientali, combattendo anche a fianco di Toro Seduto e
Nuvola Rossa nel 1876, sul campo del Little Big Horn. Morì libero
nel 1879 in Canada.
OTHERDAY
Il suo nome indiano
era Ampetu To’keca, che significa “Un Altro Giorno”.
Capo Dakota
Wahpeton, nacque nel 1801, in Minnesota, e si distinse in gioventù
per atti di coraggio, come quando salvò due suoi compagni feriti
gravemente in una battaglia contro i Chippewa, nemici numero uno dei
Dakota. Si convertì alla religione cristiana negli anni trascorsi
nella riserva in Minnesota, e si dimostrò subito propenso ad aiutare
i bianchi nelle battaglie che scoppiarono nel 1862. Collaborò alla
liberazione di una prigioniera di Inkpaduta e combattè a fianco
degli americani nelle battaglie di Birch Coulee e Wood Lake,
dimostrandosi un guerriero valoroso e salvando ben 62 bianchi tra
missionari, mercanti e impiegati. Negli anni della rivolta la banda
di Piccolo Corvo gli bruciò la casa. Nel 1867 Otherday ottenne dal
Governo americano 2500 $ come tributo ai suoi atti eroici e passò
gli ultimi anni della sua vita nella riserva Sisseton del South
Dakota, dove morì di tubercolosi nel 1871.
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