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A cura di Cristina Uderzo

Guerrieri famosi

I

Dakota seppero distinguersi come guerrieri e come grande popolo, unito e fiero. La grande rivolta del 1862 ha consegnato Piccolo Corvo alla storia e con lui tutti i Dakota.

Tra questi vogliamo ricordare alcuni guerrieri particolarmente capaci e coraggiosi.

MANKATO

Fu uno dei più importanti Capi che guidarono i Santee nella Guerra del 1862. Il 23 agosto Mankato fu il capo di guerra dei Santee nell’assalto a New Ulm, poichè Piccolo Corvo giaceva leso al villaggio, in seguito alle ferite riportate nello scontro del giorno prima. Il suo piano d’attacco consisteva nell’accerchiare la città e sessanta Dakota riuscirono sfruttando la cortina di fumo innalzata dal fuoco appiccato a sfondare una barricata costruita dai cittadini. Quasi sempre a fianco di Grande Aquila, altro grande capo Dakota Mdewakanton , guidò una spedizione lungo la riva meridionale del Minnesota, chiudendo in trappola i soldati del colonnello Sibley a Birch Coulee.  Queste le parole di Grande Aquila in proposito: “ Verso la metà del pomeriggio i nostri uomini erano molto scontenti della lentezza del combattimento e della tenacia dei bianchi, e fu passata parola nelle linee di tenersi pronti a dare l’assalto all’accampamento. Il prode Mankato voleva dare l’assalto dopo la prima ora  […] Proprio nel momento in cui stavamo per caricare, giunse la notizia che un gran numero di soldati a cavallo stava arrivando da est verso Fort Ridgley. Questo fermò la carica e diede una certa eccitazione. Mankato prese subito con se altri guerrieri e dalla gola andò loro incontro  […]  Mankato sparse i suoi uomini intorno e gli indiani nella gola continuarono a far baccano; alla fine i bianchi iniziarono a indietreggiare e si ritirarono di circa tre chilometri, cominciando a scavare trincee.. Mankato li seguì e lasciò circa trenta uomini a sorvegliarli e tornò a combattere nella gola coi rimanenti.”

Mankato  partecipò agli scontri di Fort Ridgley e Wood Lake,il 23 settembre, dove perse la vita a causa di una cannonata che lo prese in pieno. Fu seppellito su una collina, vicino alle rive dello Yellow Medicine, cosicché i soldati di Astuto Commerciante Sibley non potessero mai raggiungerlo. 

INKPADUTA

Nacque nel 1815 da una donna sisseton e il capo Wamdi Sapa, nell’odierno South Dakota.

Il suo nome in Dakota significa “Punta Rossa” e fu capo dei Dakota Wahpekute dal 1851, quando, tornato nei territori del padre esiliato, uccise il capo dei Wahpakute assieme ai suoi 17 uomini, rivendicando così i territori di caccia.

Inkpaduta non scese mai a compromessi coi bianchi che non riuscirono a fargli firmare il trattato del 1851, anche se non rinunciò al sostentamento che il Governo inizialmente forniva alle tribù che avevano ceduto i loro territori. Causa del suo odio irrefrenabile per i bianchi fu l’uccisione del fratello e dell’intera famiglia da parte di un fuorilegge ladro di bestiame di nome Henry Lott, nel 1854, e da questa data la sua personale lotta contro gli americani ebbe inizio.

Nel 1857, l’8 e il 9 marzo, Inkpaduta guidò una attacco agli insediamenti dei coloni bianchi nei pressi di Spirit Lake, in Minnesota, mietendo trenta vittime nelle fattorie della zona e catturando quattro donne, Spostatosi nella contea di Jackson, uccise un’altra dozzina di coloni, scatenando una caccia spietata della milizia che li cercò invano  in tutto il territorio, servendosi anche dell’aiuto di Piccolo Corvo. Inkpaduta si rifugiò presso alcune tribù di Nakota nell’Ovest e non venne mai trovato dall’esercito americano, che rivide nel 1862 in occasione della grande rivolta Santee.

Una buona occasione di dimostrare la propria influenza di leader contro l’avanzata dei bianchi fu proprio quest’insurrezione, che lo vide sempre in costante movimento, ma mai persuaso dalle promesse del governo americano che tentò di fermarlo nel 1863-64 con Sully e Sibley, ma senza successo. Negli anni successivi incarnò l’ultima resistenza dei Santee Orientali, combattendo anche a fianco di Toro Seduto e Nuvola Rossa nel 1876, sul campo del Little Big Horn. Morì libero nel 1879 in Canada. 

OTHERDAY

Il suo nome indiano era Ampetu To’keca, che significa “Un Altro Giorno”.

Capo Dakota Wahpeton, nacque nel 1801, in Minnesota,  e si distinse in gioventù per atti di coraggio, come quando salvò due suoi compagni feriti gravemente in una battaglia contro i Chippewa, nemici numero uno dei Dakota. Si convertì alla religione cristiana negli anni  trascorsi nella riserva in Minnesota, e si dimostrò subito propenso ad aiutare i bianchi nelle battaglie che scoppiarono nel 1862. Collaborò alla liberazione di una prigioniera di Inkpaduta e combattè a fianco degli americani nelle battaglie di Birch Coulee e Wood Lake, dimostrandosi un guerriero valoroso e salvando ben 62 bianchi tra missionari, mercanti e impiegati. Negli anni della rivolta la banda di Piccolo Corvo gli bruciò la casa. Nel 1867  Otherday ottenne dal Governo americano 2500 $ come tributo ai suoi atti eroici e passò gli ultimi anni della sua vita nella riserva Sisseton del South Dakota, dove morì di tubercolosi nel 1871.

 

Storia. La grande rivolta del 1862 ha consegnato Piccolo Corvo alla storia e con lui tutti i Dakota.

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Sotto: Mankato

Sotto: Otherday

 

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