Su
Le cinque pistole
Episodi dubbi

 


A cura di Omar Vicari

La faccenda della "Buntline Special"

L

e storie riguardanti gli eroi del vecchio west sono spesso avvolte da un alone di leggenda che circonda le loro gesta e le armi che contribuirono a renderli famosi. Molti sono gli esempi e probabilmente quello più eclatante a proposito del binomio “uomo-arma” è quello riguardante il famoso marshal di Tombstone e di Dodge City Wyatt Earp e la sua “Buntline Special”, una pistola dalla canna allungata (12 pollici). Sicuramente una storia che vale la pena di essere indagata al di là dei se e dei ma.

L’inseparabile associazione di quel tipo di arma col suddetto personaggio da parte di scrittori e registi cinematografici ha fatto di Wyatt Earp il più famoso marshal della frontiera.

E’ vero infatti che la “Buntline Special” è da molti storici considerata come un fatto strettamente legato alla vita di Wyatt Earp, sebbene il novelliere Ned Buntline, al secolo Edward Zane Carroll Judson, sembra donasse nell’estate del 1876 lo stesso tipo di pistola ad altri quattro uomini di legge di Dodge City.

Alla fine degli anni venti del secolo scorso, lo scrittore Stuart N. Lake, col fiuto del buon giornalista, colse al volo ciò che altri non avevano intuito e con pazienza cominciò ad interessarsi alla figura di quel Matusalemme della colt. Probabilmente in ciò che raccontava Earp c’era del vero e lo scrittore, in un periodo di profonda depressione economica e sociale cercò di offrire alla nazione la storia del marshal Wyatt Barry Stepp Earp: il nuovo mito americano.

Il libro, pubblicato nell’ottobre del 1931, divenne il più popolare nel suo genere, servendo in seguito come base per numerosi film e serie televisive.

Stuart Lake, nelle sue memorie, asserì di aver esortato Wyatt Earp, appena prima della sua morte, a fornire in prima persona un reale resoconto della sua carriera e la rivista “Saturday Review” in seguito descrisse il libro come un raro contributo all’autentica storia del west.

Non desideroso di essere da meno, il “New York Times”, due mesi più tardi, aggiunse che il libro apportava un notevole contributo alla storia della frontiera, in particolare a quella del sud-ovest.

Non più tardi del 1961, uno scrittore ha definito il libro di Lake come la bibbia delle città del bestiame. Con simili elogi non c’è da meravigliarsi che per anni il libro fosse considerato l’indiscussa vera biografia del vecchio marshal.

Più recentemente, in ogni modo, il libro è passato sotto gli occhi di storici più qualificati, certamente più cauti nei loro apprezzamenti. Costoro, notando il contrasto di alcuni particolari tra i primi appunti di Lake e la stesura definitiva del libro, sono stati concordi nel considerare il libro con maggior rigore.

Il controllo rigoroso di vecchi documenti ha contribuito a rivisitare il testo ponendolo in una prospettiva diversa che ridimensiona in qualche modo la figura e il comportamento di Wyatt Earp negli anni turbolenti della frontiera. Da sempre abbiamo considerato Wyatt Earp come uno degli eroi appartenenti al Pantheon delle figure mitiche del west, ma ora questa ricerca per opera di William B. Shillingberg, basata su indagini rigorose e documenti storici certi, c’impone di riconsiderare radicalmente la sua figura.

Per quanto riguarda il suo mentore, Ned Buntline, leggiamo nel libro di Lake che lo scrittore arrivò a Dodge City nell’estate del 1876 stimolato dalla fama di Wyatt Earp diffusa oltre i confini del Kansas. Egli venne, si legge, a rendere omaggio a Wyatt e ad altri quattro suoi colleghi le cui gesta avevano fornito materiale allo scrittore per le sue storie sulla frontiera.

Nato nello stato di New York il 21 marzo 1821, Edward Zane Carroll Judson, più noto con il nome di Ned Buntline, cominciò la sua carriera di scrittore assai presto dopo aver ricevuto nel 1838 la nomina a guardiamarina. Sebbene avesse solo 17 anni, Judson scrisse la sua prima novella per la prestigiosa rivista “ The Knickerbocker “di Lewis Gaylord Clark e negli anni successivi inviò un diluvio di storie a diversi altri editori. Fu editore egli stesso fondando il “Western Literaty Journal and Monthly Review”. Qualche tempo dopo, lasciato il giornale, Buntline ebbe dei guai con la legge. Nel marzo 1846, a Nashville, lo scrittore uccise tale Robert Porterfield, marito di una donna del posto. Inutilmente Ned manifestò la propria innocenza. “Non ci sono prove che io abbia mai toccato quella donna”, disse, ma al processo, il fratello di Porterfield, spalleggiato da alcuni amici, scaricò la pistola verso Buntline che a mala pena fuggì attraverso una finestra aperta del tribunale.

Si lanciò per la strada cercando rifugio nel vecchio “City Hotel”, ma questo non gli impedì di prendersi un proiettile nel torace. Con la folla alle calcagna, Buntline saltò, senza riuscirci, dal tetto di una costruzione a quello di una casa vicina. Caduto nel vuoto, si procurò una menomazione che lo scrittore si portò dietro per tutta la vita. Quella notte una folla inferocita prese d’assalto la prigione e Buntline sarebbe stato appeso ad una corda senza il tempestivo aiuto di un amico.

In seguito, comunque, Ned ebbe modo di discolparsi e poté tornare a New York dove continuò a scrivere le sue storie. La fama di Buntline come scrittore di romanzi western resta principalmente legata alla figura di “Buffalo Bill Cody” le cui gesta romanzate Buntline raccontò in riviste popolari da pochi centesimi. Nel 1869 Buntline incontrò casualmente a Fort Mc Pherson nel Nebraska William Frederick Cody che a quel tempo era già un monumento nazionale. L’incontro ispirò a Buntline una storia dal titolo “Buffalo Bill, the king of the bordermen” che venne rappresentata a Chicago con successo il 16 dicembre 1872.

Sebbene ora godesse di una certa notorietà, verso la fine di quel anno Buntline ricevette un mandato di arresto per vecchie storie inerenti ai disordini delle elezioni del 1852 nel Missouri.

Non poche persone malignarono sul fatto che fu lo stesso scrittore a organizzare il tutto al fine di pubblicizzare le sue rappresentazioni teatrali. L’episodio in questione, unito alle mille situazioni scabrose nelle quali Buntline venne a trovarsi, rende ancor più difficile il suo accostamento a un uomo dello stampo di Wyatt Earp.

Come è noto, Wyatt, lasciata Wichita, arrivò a Dodge City il 17 maggio 1876, chiamato dall’allora sindaco George Hoover. Le sole copie di giornali risalenti al1876 trovate negli schedari del “Kansas State Historical Society” sono quelli del “Dodge City Times” stampate il 14 ottobre e il 30 dicembre. In entrambi Wyatt Earp viene identificato come “Deputy Marshal” alle dipendenze di Larry E. Deger. Sebbene l’attività di Wyatt nel primo anno a Dodge non venisse menzionata, un articolo del “Times” del 7 luglio 1877 ci rende l’idea delle sue attività e della sua reputazione nell’estate precedente:

“Wyatt Earp, ex Deputy della città di Wichita, entrato a far parte delle forze di polizia di Dodge City, è ancora in servizio nella nostra città. Il consiglio municipale si augura che possa rimanere ancora con noi. Egli riesce ad affrontare in modo incruento anche i soggetti più pericolosi, contribuendo a dare un’immagine positiva della città.”

Stuart Lake, nel suo libro, cita l’episodio delle cinque “Buntline Special” a cavallo dell’estate del 1876, tra il mese di maggio e quello di settembre, mese in cui Wyatt lasciò Dodge per Deadwood, attirato dalla scoperta dell’oro nelle colline nere. Stuart Lake riporta la data del  19 settembre 1876 a indicare il giorno in cui Wyatt e il fratello Morgan lasciarono Dodge per raggiungere Deadwood.

Lake, nel suo libro, asserisce che Ned Buntline, colpito dalla personalità e le gesta di alcuni tra i componenti le forze di polizia di Dodge, volle omaggiarli con un regalo speciale.

Egli, dice Lake, spedì un ordine alla fabbrica di Samuel Colt per cinque “Peace Maker Single Action” dal calibro speciale e dalla canna lunga sino a 12 pollici.

Una "Buntline Special"

Ciascun revolver aveva in dotazione un particolare calcio di fucile in noce, smontabile, con l’attacco all’impugnatura della pistola sulla quale era riportato, inciso, il nome “Ned”.

Ogni pistola era accompagnata da una fondina modellata appositamente sulla lunghezza della canna.

Il romanziere regalò una “Buntline Special”, come egli chiamò le pistole, a Wyatt Earp, Charlie Bassett, Bat Masterson, Bill Tilghman e Neil Brown.

Nel suo libro “Frontier Marshal”, Stuart Lake riporta una citazione diretta di Wyatt Earp a proposito della sua personale opinione dell’arma:

“A Dodge girava una gran quantità di dicerie a proposito dell’estrazione di un’arma cosi insolita. Bat Masterson e Bill Tilghman tagliarono la canna della pistola sino a renderla alla lunghezza standard, mentre Charlie Bassett, Neil Brown ed io tenemmo le pistole cosi come ci vennero consegnate. Ho sempre considerato la Buntline Special come la favorita tra le pistole che ho avuto, ho potuto estrarla con la stessa rapidità con la quale estraevo una normale .45 e l’ho portata al mio fianco durante tutta la mia carriera nelle varie città del west. Con essa ho svolto la maggior parte del mio lavoro pur avendo al mio fianco sinistro una Peace Maker Single Action con la canna da 7-1/2 pollici.”

[continua]

 

Fiuto. Alla fine degli anni venti del secolo scorso, lo scrittore Stuart N. Lake colse al volo ciò che altri non avevano intuito e con pazienza cominciò ad interessarsi alla figura di quel Matusalemme della colt. Probabilmente in ciò che raccontava Earp c’era del vero e lo scrittore, in un periodo di profonda depressione economica e sociale cercò di offrire alla nazione la storia del marshal Wyatt Barry Stepp Earp: il nuovo mito americano.

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Sotto: Un famoso ritratto di Ned Buntline

 

   

 

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