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A cura di Omar Vicari

Gli episodi dubbi

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olo un paio di volte a Dodge, a detta di Stuart Lake, Wyatt dovette usare la sua “Buntline”. La prima si riferisce al celebre scontro col famoso pistolero Clay Allison, una storia che lo scrittore, al di là di ragionevoli dubbi, ci vuole propinare come vera e che invece vera non è. A Dodge, in quel anno del 1878, non si verificò nessuno scontro tra Allison e Wyatt Earp secondo la testimonianza rilasciata da un altro gigante della frontiera, Charles A. Siringo, che quel giorno era presente in città. L’unico uomo, forse, ucciso da Wyatt a Dodge, è stato George Hoyt, uno dei tanti texani che scorazzavano ubriachi per le vie della città. Quel mattino del 26 luglio 1878 un gruppo di texani stava lasciando Dodge e alcuni pensarono di fare il tiro a segno verso il teatro dove si trovava proprio Wyatt Earp. Ai colpi dei texani risposero, nella confusione del momento, Wyatt, Jim Masterson e alcuni cittadini. Nel gruppo dei cowboys, che aveva già attraversato il fiume Arkansas, Gorge Hoyt cadde da cavallo, colpito a morte. In un articolo del 1896, Wyatt affermò di essere stato lui a uccidere il texano, ma non ci sono prove certe dal momento che furono molte le persone a sparare nel gruppo dei cowboys. Bat Masterson, che era presente al fatto, nelle sue memorie non cita nessuna “Buntline Special” quale arma usata da Wyatt Earp.

Il secondo fatto in cui Wyatt, a detta di Lake, avrebbe usato la famosa pistola è quello riguardante l’arresto di Tobe Driskill e Ed Morrison, due capi mandriani texani, il 24 settembre 1878. Secondo il racconto di Lake, costoro, assieme a una trentina di altri cowboys, avrebbero sorpreso e di conseguenza ucciso Wyatt se non ci fosse stato il provvidenziale aiuto di Doc Holliday. La storia, almeno per come è stata riportata da Lake, è improbabile dal momento che non c’è nessuna traccia negli archivi della polizia di Dodge, come pure non ci sono citazioni sulle pagine dei giornali di quel anno.

Per quanto riguarda Tombstone, tre sono gli episodi in cui Wyatt, a detta di Lake, si trovò coinvolto nell’uso della sua “Buntline Special”. Nel primo Wyatt usò il revolver come un martello sulla testa di Curly Bill Brocius in seguito all’uccisione del marshal Fred White e nel secondo lo usò sulla testa di Tom Mc Lowery che lo aveva apostrofato in malo modo mentre usciva da un saloon.

Il terzo episodio, ormai entrato nella leggenda, è quello riguardante lo scontro all’OK Corral in cui i fratelli Earp, assieme a Doc Holliday, affrontarono il clan dei Clanton-Mc Lowery  il 26 ottobre 1881. Nella sparatoria, che durò lo spazio di trenta secondi, trovarono la morte Billy Clanton e i due fratelli Tom e Frank Mc Lowery. Doc Holliday riportò una ferita superficiale, Virgil Earp venne ferito ad un polpaccio, mentre Morgan Earp venne ferito seriamente da Billy Clanton. Il solo Wyatt uscì indenne dallo scontro a parte Ike Clanton che, pietrificato dalla paura, cercò scampo in una casa da ballo in Allen Street.

Per William B. Shillingberg, l’autore della presente ricerca, è importante il modo in cui Lake descrive l’uso della “Buntline Special”: “I primi ad aprire il fuoco furono Frank Mc Lowery e Billy Clanton che spararono simultaneamente su Wyatt Earp. I loro colpi lacerarono il pastrano di Wyatt, ma prima che essi potessero sparare una seconda volta, Wyatt fece fuoco con la sua Buntline e i proiettili raggiunsero l’addome di Frank, proprio sotto la cintura”.

A detta dello stesso Wyatt, egli portava la “Buntline” in una tasca del suo pastrano. Quando, anni dopo, Wyatt raccontò a Stuart Lake la dinamica dei fatti, ricordò che: “Mentre ci stavamo avvicinando al Corral, vidi lo sceriffo Johnny Behan correre verso di noi e implorare Virgil a non andare oltre poiché altrimenti saremmo stati uccisi. Virgil replicò secco che stavamo andando a disarmarli. Quando fummo più vicini, Behan urlò che li aveva già disarmati lui. A quelle parole presi la mia pistola che avevo sotto la mia giacca e la misi nella tasca del mio pastrano”. 

Wyatt aveva fatto bene quella mattina a indossare un pastrano. Nei suoi ricordi, l’editore dell’Epitaph, John P. Clum, descrisse quel giorno come luminoso e dall’aria pungente. Qualcun altro ricordò che nelle prime ore del pomeriggio stava cominciando a nevicare. Il giornale di George W. Parson annotò neve, giornata ventosa e temperatura estremamente rigida il mattino seguente del 27 ottobre 1881. E’ quindi probabile che Wyatt, la mattina prima del combattimento, portasse un pastrano con una speciale tasca per portare il suo revolver. Chiunque portasse una “Colt Single Action” con la canna da 7-1/2 pollici del tipo quelle regolamentari da cavalleria, avrebbe dovuto avere sicuramente una tasca particolare per contenere l’arma in questione. Se già era difficile portare in una tasca interna una pistola di quella lunghezza, la cosa diventava pressoché impossibile con un’arma con la canna da 12 pollici o 16. Ma questo non è importante visto che Wyatt Earp usò quella mattina del 26 ottobre 1881 una Smith & Wesson 8 pollici calibro.44, la stessa pistola che ora si trova nella collezione di John D. Gilchriese e che a suo tempo fu donata a Wyatt Earp dall’editore ed amico John P. Clum.

A differenza di Stuart Lake, Wyatt Earp non ha menzionato mai in nessun momento una “Colt Buntline Special”, anche se Lake insiste nel proporci Wyatt con la “Buntline” al fianco negli avvenimenti successivi alla morte del fratello Morgan.

Dopo aver accoppato Frank Stilwell alla stazione di Tucson, per esempio, Wyatt, assieme a Doc Holliday, Turkey Creek Johnson,Texas Jack Vermillion e Sherman Mc Masters si mise sulle tracce di Fiorentino Cruz, noto col nome di Indian Charlie.

Wyatt, a detta di Lake, volle dare una chance al mezzosangue contando in spagnolo sino a tre prima di estrarre. La “Buntline Special”, dice Lake, ruggì tre volte di seguito prima che Indian Charlie potesse toccare la sua pistola.

Dagli incartamenti del tribunale della contea inerenti al caso Fiorentino, appare verosimile che la versione di Lake sia ancora una volta un esempio di giornalismo melodrammatico piuttosto che un fatto storico accurato. Nella realtà Wyatt non contò mai sino a tre in spagnolo e neppure in nessuna altra lingua prima di sparare a Fiorentino Cruz. 

Con Curly Bill Brocious, Wyatt usò un fucile a canne mozze, senza dimenticarsi di ferire un paio di altri fuorilegge sempre con la “Buntline”.

Il 22 maggio 1882, il “Denver Republican” pubblicò una estesa intervista con Doc Holliday, allora detenuto in attesa di una probabile estradizione in Arizona per gli omicidi sopra riportati. In quella intervista Doc affermò che Wyatt uccise Curly Bill con una doppietta, ma non parlò mai di un revolver simile alla “Buntline Special”.

Diversamente da Holliday, Wyatt non passò neanche un giorno in galera e spese il suo tempo giocando in diverse città del Colorado. Il governatore di quello stato, Frederick W. Pitkin alla fine rifiutò l’estradizione dei due, perché a detta di Lake, temeva per la sicurezza delle loro vite.

Il 31 maggio 1883 Wyatt tornò per l’ultima volta a Dodge City, sollecitato dall’amico Luke Short che era stato bandito dalla città per una faccenda legata alla concorrenza del suo saloon con quello del sindaco Alonzo B. Webster. In aiuto di Short vennero dalle diverse città del west anche Bat Masterson, Charlie Bassett, Frank Mc Laine, Neil Brown e alcuni altri pistoleri che formarono quella che venne definita “La Commissione di pace di Dodge City”.

La foto.presa presso lo studio Conkling include tutte le persone che, a detta di Lake, ricevettero in dono il famoso revolver da Ned Buntline. L’unica eccezione riguarda Bill Tilghman che non compare nella foto. Nessuna delle persone ritratte fa mostra di pistole o fucili.

 Stuart Lake menziona nel suo libro per l’ultima volta la “Buntline” a proposito dell’incontro di pugilato tra Tom Sharkey e Bob Fitzsimmons per la corona dei massimi tenutosi a S. Francisco il 2 dicembre 1896. Il “National Athletic Club”, promotore dell’incontro, nominò arbitro Wyatt Earp, che accettò solo se non si fosse trovata nessun altra persona.

L’incontro terminò con la vittoria di Sharkey, che peraltro era finito al tappeto. Bob Fitzsimmons aveva sferrato, secondo Wyatt, un colpo irregolare per il quale era stato squalificato.

La folla rumoreggiò all’indirizzo di Wyatt e il caso finì in tribunale. A sentire Lake, Wyatt gli avrebbe detto di non ricordare nulla di come era vestito quel giorno, ma che ricordava di avere al fianco la sua “Buntline Special” che consegnò al capitano Wittman seduto a bordo ring.

A proposito dell’aspetto della pistola, un giornale dell’epoca riportava che l’arma di Mr. Earp era del tipo noto come “Frontier Colt”. Il revolver è una.45 a singola azione da 7-1/2 pollici. L’articolo del giornale quindi non citava il revolver come un’arma particolare dalla canna lunga sino a12 pollici, ma terminava con le parole che era possibile a una certa distanza confondere una Colt dalla lunghezza della canna di 7-1/2 pollici con una di 12 pollici. A causa di quel arma portata sul ring, Wyatt venne arrestato e condannato al pagamento di 50 dollari oppure a 21 giorni di reclusione.

Tra le pistole di Wyatt che ora si trovano nella collezione di John D. Gilchriese non c’è traccia della “Buntline”. Molte sono le ipotesi a riguardo della scomparsa dell’arma, ammesso che sia mai esistita e secondo una di queste strane storie pubblicata nel 1955, Wyatt “avrebbe prestato” il revolver ad un suo conoscente. Costui, in viaggio per via mare dall’Alaska verso gli Stati Uniti, a causa della situazione precaria del mare, avrebbe gettato il revolver e ogni altro oggetto nel fondo dell’oceano pacifico nel tentativo di alleggerire la barca.

Un’altra storia riguarda lo scrittore Lea Mc Carty che cita la testimonianza di un certo Arthur M. King. Costui affermava di aver conosciuto Wyatt Earp e diceva di non averlo mai visto con una pistola addosso. Egli, disse, usava tenerla all’interno della sua vecchia macchina col proposito di usarla sulla testa di qualche zoticone in cerca di guai.

“Sto naturalmente parlando della Buntline che, come sapete, è stata regalata anche a Bat Masterson. Wyatt la portava nella macchina tutte le volte che ho potuto viaggiare con lui negli anni tra il 1910 e il 1912”.

Peccato che qualche tempo dopo lo scrittore ricusasse tutta la storia affermando di essersi sbagliato nello scrivere che Arthur King aveva visto Earp con la “Buntline”. Mc Carty concludeva dicendo che Wyatt non aveva mai avuto una pistola del genere.

Se leggiamo attentamente il libro “Frontier Marshal”, troviamo scritto che Stuart Lake invitò il vecchio Wyatt a raccontare in prima persona le vicende della sua carriera. I due, tra il 1927 e il 1928 si scrissero un certo numero di lettere e un attento esame di quegli scritti rivela una sostanziale differenza di stile tra i due, come naturalmente doveva essere, visto che Wyatt non era certo uno scrittore e Lake invece lo era di sicuro.

Tra le pagine del libro invece non si nota quella sostanziale differenza tra le citazioni di Wyatt e la narrativa di Lake. Ciò suggerirebbe che non sia stato Wyatt a “raccontare in prima persona le sue vicende”, ma sia stato lo stesso Lake a mettere le parole in bocca al vecchio marshal.

Nel 1946 lo scrittore ammise di essere stato lui e soltanto lui il responsabile delle citazioni di Wyatt nel libro e aggiunse che Wyatt non gli dettò mai una parola e che non vide mai ciò che lui stava scrivendo. Lake in tal modo negò l’autenticità dichiarata del proprio libro ed ammise l’esclusiva responsabilità per il contenuto totalmente immaginario e romantico.

Wyatt Earp volle comunque leggere, se non il libro, visto che venne stampato due anni dopo la sua morte, almeno il manoscritto. Quando Lake gli fece sapere che stava sul punto di spedire al proprio agente a New York una parte del manoscritto, Wyatt mise subito il veto dicendo che sarebbe stato scorretto prima che lui lo avesse letto.

Tre giorni dopo aver scritto quelle parole, Wyatt Earp morì senza aver mai letto una pagina del manoscritto di Lake. Lo scrittore confessò che non aveva inserito nessuna citazione diretta di Wyatt visto il suo parlare “inarticolato”.

In tal modo Lake sconfessò ancora una volta l’autenticità delle citazioni di Wyatt nel suo libro anche se paradossalmente scrisse allo romanziere di storie western, Eugene M. Rhodes, che “la mia è una storia vera ed ogni parola è documentata”.

Certamente una strana millanteria visto che più tardi ammise di aver inventato buona parte del libro.

Quindi in definitiva, non a Wyatt Earp, bensì a Stuart Lake bisogna addossare la responsabilità per il contenuto del libro in termini di stile e mancanza di fedeltà.

Per quanto riguarda la “Buntline Special”, Wyatt non confermò mai a nessuno la storia dell’arma, compreso il famoso attore del cinema muto William S. Hart che più di una volta gli chiese informazioni sul tipo di armi che aveva usato ai tempi della frontiera. La stessa Kate Fisher, la donna di Doc Holliday, negò di aver mai visto Wyatt con quel tipo di arma.

Nel 1907 Bat Masterson scrisse una serie di racconti per la rivista “Human Life” di Alfred H. Lewis dal titolo “Famous gunfighter of the western frontier”. Tra i nomi citati egli incluse Wyatt Earp e Bill Tilghman, due tra quelli che avevano ricevuto, a detta di Lake, il famoso revolver.

In nessuno dei due racconti Masterson menziona la “Buntline Special”. Non lo fece neppure Thomas Masterson, il più giovane dei fratelli di Bat il quale asserì nel 1938 che la maggior parte della storia su Earp era falsa. Inoltre la moglie di Bill Tilghman, in modo significativo, dimentica di menzionare la “Buntline” nella lunga biografia del marito.

Ma allora, visto che la storia sulla faccenda della “Buntline Special” è un falso accertato, perché uno scrittore come Stuat Lake avrebbe dovuto inventarla?

Le risposte possono essere molteplici e forse una potrebbe essere quella secondo la quale l’accostamento di quel tipo di arma a un uomo come Earp, lo avrebbe reso simile a un semidio, un individuo fuori dal comune, un marshal unico nella storia del west. Esattamente quello che voleva Lake, costruire cioè il nuovo mito da presentare agli americani su un piatto d’argento.

Bat Masterson e Bill Tilghman, a detta di Lake, tagliarono la canna delle loro “Buntline”, ma Wyatt, no, doveva diventare famoso per l’uso dell’arma cosi come era.

A cavallo degli anni in cui Lake stava scrivendo il suo libro, Wild Bill Hickok era ancora il più popolare eroe dei tempi della frontiera. Sembra che il marshal di Abilene avesse ricevuto in dono due magnifiche “Colt Navy” placcate d’argento e con le impugnature d’avorio.

Perché non Wyatt Earp?, pensò probabilmente Stuart Lake. Se Hickok aveva ricevuto due pistole speciali, anche Earp doveva avere la sua pistola speciale, deve essersi detto lo scrittore.

Probabilmente queste due ipotesi giustificano la nascita di una leggenda ormai consolidata.

In realtà la “Buntline Special” è solo un mito partorito dalla fervida immaginazione di uno scrittore sin troppo benevolo.

Un autore, nelle proprie ricerche, dovrebbe invece accertare tutte le testimonianze e i documenti in modo obiettivo, che resta il solo metodo valido di approccio alle questioni storiche.

Rendere giustizia alla figura di Wyatt Earp, significa collocarlo nella giusta prospettiva delle condizioni esistenti ai tempi della frontiera.

Nel corso degli anni Wyatt Earp, grazie soprattutto al libro di Lake, è diventato una delle più grandi leggende americane. La “Buntline Special” è diventata anch’essa parte integrante di quel mito, un bizzarro miscuglio di verità, finzione e speculazione. Un travisamento di fatti frutto di una deliberata falsificazione della realtà. Cosi di costui ci rimane una immagine confusa figlia di una distorta fantasia.

Quando la figura di Wyatt Earp sarà focalizzata entro contorni più precisi, allora molti comprenderanno che la verità è molto più intrigante della finzione.

 

La leggenda. Nel corso degli anni Wyatt Earp, grazie soprattutto al libro di Lake, è diventato una delle più grandi leggende americane. La “Buntline Special” è diventata anch’essa parte integrante di quel mito, un bizzarro miscuglio di verità, finzione e speculazione. Un travisamento di fatti frutto di una deliberata falsificazione della realtà. Cosi di costui ci rimane una immagine confusa figlia di una distorta fantasia.

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Sotto: Wyatt Earp

 

   

 

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