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A cura di Domenico Rizzi, immagini di Renato Ruggeri

La rivolta di Metacomet

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an mano che ci si avvicinava alla fine del XVII secolo, la prospettiva di scacciare dal suolo americano la gente venuta dal mare diventava sempre meno probabile.

Gli Indiani non avevano saputo porre fine per tempo alle loro antiche inimicizie, per creare un’alleanza in grado di respingere gli Spagnoli, gli Inglesi, i Francesi e gli Olandesi. La popolazione bianca presente sul continente assommava già a centinaia di migliaia di persone e la forza potenziale dei Pellirosse eguagliava a stento, dal punto di vista numerico, la marea inarrestabile in arrivo dall’Europa.

Nel 1675 il New England – Massachussets, Connecticut, Rhode Island e New Hampshire – ospitava 35,000 abitanti di lingua inglese; le tribù del territorio – Narragansett, Wampanoag, Nipmunk, Abenaki ed altre – non superavano nell’insieme i 20.000 individui.

Un anno prima, Metacomet, figlio di Massasoit, capo dei Wampanoag, aveva incominciato a guardare i Padri Pellegrini con diffidenza, assicurandosi l’alleanza delle tribù circostanti per contrastare la colonizzazione. Benchè fosse convinto di dover compiere un atto di forza contro gli invasori bianchi, tergiversò a lungo, aspettando che nascesse un “casus belli” propizio.

L’occasione si presentò nel gennaio del 1675, quando un Indiano cristianizzato, di nome John Sassamon, fu trovato morto sotto il ghiaccio di uno stagno, a 12 miglia da New Plymouth. Gli Inglesi accusarono del delitto i Pellirosse, perché la vittima aveva rivelato alle autorità il disegno insurrezionale del loro leader. Infatti ne catturarono tre e al termine di un processo sommario li fecero penzolare dalla forca.

Metacomet, che i Pellegrini avevano ribattezzato – non si sa con quale sottile ironia – Re Filippo, minacciò di sterminio le colonie, lanciando appelli a tutti i suoi alleati. Il governatore Josiah Winslow fece un tentativo per invitarlo a desistere dai suoi sanguinosi propositi, ma il condottiero indiano valutò che l’occasione fosse irrinunciabile. In pochi giorni, gruppi di Wampanoag, Narragansett, Nipmunk e Pocasset si compattarono, preparandosi a mettere in campo quasi 5.000 guerrieri, ma i Massachussets, i Sakonnet, gli Irochesi orientali e perfino alcuni Wampanoag convertiti al Cristianesimo preferirono parteggiare per gli Inglesi.

Il New England contava circa 90 insediamenti principali, ma, escludendo Boston e New Plymouth, pochi villaggi avevano raggiunto una popolazione ragguardevole. Infatti, la maggior parte dei centri abitati era composta da qualche centinaio di persone. Inoltre, la presenza di truppe regolari britanniche era assai esigua e le colonie si affidavano, in caso di necessità, alle milizie volontarie.

Il primo attacco si rivolse contro la colonia di Swansea.

Quando la minaccia si stava facendo reale, Winslow aveva tentato in extremis di scongiurare l’offensiva indiana, proclamando il 24 giugno come giorno di digiuno e preghiera per ottenere la protezione divina.

I guerrieri di Metacomet assalirono i Puritani proprio mentre tornavano a casa dopo la funzione, uccidendone 9 e ferendone altri, mentre parecchi abitanti fuggivano terrorizzati. Subito dopo gli Indiani diedero alle fiamme il villaggio e lo rasero al suolo.

Poi fu la volta di Taunton, Darthmouth e Middlesborough, dove l’assalto di sorpresa provocò una nuova fuga generale verso Boston e New Plymouth. Abituati a fronteggiare ogni genere di pericolo, gli Inglesi si organizzarono subito, raccogliendo alcune decine di volontari, posti sotto la guida dei capitani Samuel Mosely e Benjamin Church.

Durante l’estate furono assaliti e distrutti o danneggiati gravemente parecchi centri, fra cui Brookfield, Springfield, Hatfield, Deerfield e Hadley e nel corso dell’autunno-inverno la medesima sorte toccò a Northampton, Lancaster, Medfield, Longmeadow, Marlborough, Simsbury, Providence.

Dovunque i guerrieri dalla pelle rossa uccisero e massacrarono, rapirono donne e bambini e incendiarono o abbatterono le case, macellando e rubando bestiame.

Qualche villaggio subì più di un assalto: Deerfield, popolato da 200 persone, ebbe 17 morti il 25 agosto, ma in settembre, dopo che i superstiti erano quasi tutti fuggiti altrove, fu nuovamente preso di mira e raso al suolo. A Medfield gli Indiani distrussero 50 case; nel febbraio 1676 i Narragansett assalirono Lancaster, a 50 chilometri da Boston, vi uccisero 13 persone e ne catturarono 24, fra cui la trentasettenne Mary Rowlandson, che avrebbe narrato in un libro, dopo la liberazione, la sua drammatica prigionia. Ma la serie delle azioni di guerra proseguì per almeno sei mesi, con la distruzione di Providence e reiterate incursioni contro Groton, Sudbury, Hatfield, Hadley, Taunton ed altri insediamenti già duramente colpiti in passato. Gli Inglesi, però, erano passati all’offensiva, mettendo in campo le milizie coloniali agli ordini di comandanti audaci e spietati come i maggiori Simon Willard e John Talcott e i capitani Mosely e Church.

Il 19 dicembre il governatore Winslow guidò personalmente una spedizione nel cuore dello schieramento nemico, assalendo all’improvviso la roccaforte dei Narragansett – la tribù numericamente più forte - a Great Swamp. Nella battaglia più cruenta di tutto il conflitto, i Bianchi ebbero 80 morti e circa il doppio di feriti – fra cui lo stesso capitano Church – ma riportarono una vittoria decisiva, uccidendo 600 Pellirosse, fra i quali una ventina di capi di guerra.

Il sogno di Re Filippo era virtualmente andato in frantumi.

In poche settimane, gli Inglesi del Connecticut, del Massachussets e di Plymouth avevano reclutato 980 uomini, mentre altri volontari accorrevano dai centri del Rhode Island e dal Maine, dove i feroci Abenaki e i Narragansett davano un valido sostegno ai Wampanoag. Allla controffensiva scatenata in tutto il New England, le autorità del Massachussets aggiunsero l’offerta di amnistia per gli Indiani che avessero accettato di deporre le armi, provocando molte defezioni tra le file avversarie.

Superata l’iniziale fase di entusiasmo, le forze indiane cominciarono a disunirsi e a frazionarsi, indebolendo sempre più lo schieramento di Metacomet.

Il 1° agosto 1676 il capitano Benjiamin Church, ristabilitosi dalle ferite, attaccò le forze nemiche a Kingston, nel Rhode Island, uccidendo o catturando 130 guerrieri: fra i prigionieri vi furono anche la moglie ed un figlio del capo. Cinque giorni dopo, la donna-sachem Wetamoo, vedova di Wamsutta, fratello di Re Filippo, morì annegata nel fiume Taunton, mentre cercava di sottrarsi alla cattura degli Inglesi. Il suo cadavere venne recuperato, denudato ed oltraggiato, la testa fu staccata dal busto e infissa su una picca per essere mostrata ai Pellirosse che si erano già arresi.

Il 12 agosto 1676, in seguito alla delazione di un Indiano, i soldati del capitano Roger Goulding circondarono la palude dove si nascondeva il principale ribelle, ormai quasi abbandonato da tutti i suoi guerrieri. Un colpo di moschetto sparato da Alderman, un traditore al servizio del capitano Church, pose fine alla libertà e alla vita di Metacomet, che aveva meno di 40 anni. Il suo corpo venne squartato e decapitato e la testa fu inviata dapprima a Plymouth e quindi a Boston, per essere esibita come trofeo.

A questo punto, la coalizione indiana era stata annientata e il suo leader eliminato, mentre le speranze di scacciare gli Inglesi diventavano soltanto un’illusione.

Tuttavia, l’insurrezione indiana era costata moltissimo ai Bianchi: circa 900 soldati e coloni trucidati, molti altri periti in seguito per cause strettamente connesse alla guerra, una cinquantina di villaggi assaliti – di cui 12 distrutti completamente – 1.200 case incendiate e abbattute, 8.000 capi di bestiame rubati. Il costo del conflitto ammontava a 150.000 sterline, una somma enorme per quei tempi. Parecchie donne avevano inoltre subito violenza sessuale e alcune erano state uccise perché risultavano d’impaccio ai loro carcerieri. Secondo il racconto di Mary Rowlandson, una sua compagna di sventura, in avanzato stato di gravidanza, venne punita in maniera atroce per le sue continue suppliche di essere liberata: “…(Gli Indiani) le si riunirono intorno in gran compagnia, la svestirono fino a denudarla e la misero in mezzo a loro; e dopo aver cantato e danzato intorno a lei… finchè a loro piacque, le spaccarono la testa e così pure al bambino che teneva in braccio…” (da: “Tre donne del New England”, a cura di Marilla Battilana, Editrice Quattroventi, Urbino, 1986, p. 24).

Quanto ai Pellirosse, avevano subito 3.300 perdite e la capacità di opporsi validamente all’uomo bianco. In pochi anni, la cultura di queste tribù sarebbe stata letteralmente cancellata e sostituita da quella europea.

[continua]

 

Diffidenza. Metacomet, figlio di Massasoit, capo dei Wampanoag, aveva incominciato a guardare i Padri Pellegrini con diffidenza, assicurandosi l’alleanza delle tribù circostanti per contrastare la colonizzazione.

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Sotto: Guerra di Re Filippo

 

 

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