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A cura di Domenico Rizzi

I potenti Creek

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'era un’alleanza che premeva particolarmente a Tecumseh, prima di imbarcarsi in una guerra contro gli Americani: quella con i Creek, la più potente tribù del gruppo linguistico muskogee.

Per questo, aveva fatto tutte le raccomandazioni possibili ai suoi guerrieri, partendo poi verso il Sud-Est insieme a Tenskwatawa.  Quest’ultimo, però, si trattenne per poco tempo insieme al fratello, dovendo ritornare a Tippecanoe, che era rimasta temporaneamente senza una guida politico-militare.

Il territorio dei Creek, in Georgia e Alabama orientale, confinava a nord con quello dei Cherokee, a sud con i Choctaw e a sud-est con i Seminole. Questi popoli, insieme ai Chickasaw, avevano tutti la medesima matrice etnico-linguistica e sarebbero stati anche definiti dagli Americani come le Cinque Tribù Civilizzate.

In realtà i Creek, nome dato dai coloni della Carolina agli Indiani stanziati lungo l’Ochisee Creek, costituivano una sorta di federazione, della quale facevano parte numerose sottotribù: Alabama, Koasati, Muklasa, Tawasa, Pawotki e Tuskegee. A questo gruppo, chiamato genericamente dei Creek del Nord, si erano aggiunte da tempo bande di Shawnee e Yamassee. I Creek del Sud raggruppavano invece Apalachicola, Okmulgee, Sawokli, Kiaha, Osochi, Hitichiti e Yuchi.

Il ramo settentrionale occupava di preferenza la regione bagnata dai fiumi Coosa e Tallapoosa, quello meridionale il basso corso del Chattahuoochee e l’Ocheese Creek.

Secondo le stime fornite da vari agenti indiani del governo, al tempo del viaggio di Tecumseh i Creek dovevano essere più di 25.000, i Cherokee poco di meno, i Choctaw 15.000, i Chickasaw e i Seminole complessivamente 12.000. Ovvio dunque che Tecumseh considerasse indispensabile l’appoggio di tutte queste tribù, che con il loro numero avrebbero contribuito notevolmente alla costituzione dello Stato Indiano da lui vagheggiato. Parimenti, il governatore Harrison si rendeva conto della difficoltà di mandare in fumo il progetto del condottiero shawnee, se questi fosse riuscito ad aggiungere ai 1.000 guerrieri di Tippecanoe una forza che, soltanto fra i Creek, era valutabile in 5.000 combattenti.

La situazione era delicata anche perché gli Stati Uniti non nascondevano le loro mire sui possedimenti spagnoli della Florida e stavano cercando un pretesto per invadere la penisola. Intanto, però, gli Americani dovevano guardarsi a nord dagli Inglesi, dei quali i Creek erano dichiaratamente sostenitori: in caso di conflitto con il Canada, i coloni di Washington si sarebbero dovuti difendere, oltre che dall’esercito britannico, dalle tribù che lo avevano sempre appoggiato, fra le quali appunto la confederazione promossa da Tecumseh.

La visita del grande leader nell’ottobre 1811 non ottenne tuttavia l’adesione corale che egli aveva auspicato.

Nonostante che migliaia di Creek fossero accorsi al suo richiamo e l’avessero ascoltato con grande attenzione nel villaggio di Hickory Ground, alla confluenza dei fiumi Tallapoosa e Coosa, l’intervento del colonnello Benjamin Hawkins, il loro agente governativo, convinse la maggior parte di essi ad astenersi dallo stipulare patti con le tribù del nord. Tenskwatawa riuscì invece ad attirare dalla sua parte gli sciamani della tribù, annunciando alla gente convenuta in quel luogo che presto il Grande Spirito avrebbe dato un chiaro segnale di condivisione alla lotta dei Pellirosse contro l’uomo bianco. In realtà lo scaltro stregone era venuto a sapere da amici inglesi che presto sarebbe apparsa una cometa nel cielo e non aveva esitato a servirsene per le sue finalità.

Un’altra strana, favorevole coincidenza volle pure che, alla minaccia pronunciata da Tecumseh di “far tremare la terra con il proprio tallone” seguisse, mentre era sulla via del ritorno, un terremoto che scosse molte aree dell’Alabama. Ma sui terrorizzati Creek ebbe ancora una volta il sopravvento l’influenza di Hawkins, che li manovrò abilmente, convincendo la maggioranza ad usare prudenza e a diffidare delle pericolose illusioni di Tecumseh.

In conclusione, l’appoggio che derivò da questa visita al capo degli Shawnee fu soltanto quello di una parte della tribù.

Prima che i Creek potessero inviare i loro guerrieri a Tecumseh, Harrison aveva già schierato le sue truppe dinanzi al villaggio di Tippecanoe.

Ciò non impedì comunque che un capo meticcio di nome William Weatherford, condottiero della fazione dei Bastoni Rossi, prendesse le armi per scatenare una nuova, sanguinosa guerra contro gli Americani invasori.

La lunga lista di condottieri passati alla storia per avere cercato di spezzare le catene dell’uomo bianco – Opechancanough, Metacomet, Popè, Pontiac, Piccola Tartaruga, Tecumseh e molti altri di minor fama – era destinata ad allungarsi senza fine.

[continua]

 

Federazione. I Creek, nome dato dai coloni della Carolina agli Indiani stanziati lungo l’Ochisee Creek, costituivano una sorta di federazione, della quale facevano parte numerose sottotribù.

 

 

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