ebbene le stime effettuate dagli
agenti governativi incaricati di curare gli Affari Indiani fossero
spesso esagerate, il gruppo di lingua muskogee – Cherokee, Creek,
Choctaw, Chickasaw e Seminole – contava 70.000 anime e la sua forza
militare non doveva essere inferiore ai 15.000 combattenti. Fra
questi, i Creek disponevano senz’altro di 6 o 7.000 guerrieri, una
minaccia che i coloni delle contrade centro-meridionali degli Stati
Uniti temevano particolarmente.
Quando finalmente meno di un
terzo di essi scese in campo contro gli Amricani, trovò però un
avversario – Andrew Jackson - ancora più duro di William Henry
Harrison, del quale avrebbe più tardi ereditato la prestigiosa
carica di presidente della giovane unione federale.
Il suo intervento si sarebbe
rivelato vincente, anche se, prima che ciò avvenisse, i Creek
avrebbero avuto la grande soddisfazione di espugnare una roccaforte
dei Bianchi.
I Creek della fazione avversa a
Grande Guerriero erano in guerra contro gli Americani prima ancora
che questi aprissero le ostilità con le truppe di Sua Maestà. Il
piano di Aquila Rossa prevedeva una serie di attacchi in Georgia,
con il sostegno dei Seminole, mentre gli alleati Choctaw avrebbero
preso di mira gli insediamenti del Mississippi e i Cherokee,
affiancati da altre bande Creek, gli insediamenti dei coloni nel
Tennessee.
Si trattava di un’avventura che
non poteva sortire alcun effetto positivo. Comunque, fu una scelta
che servì soltanto a far crescere il numero delle vittime civili
nell’interminabile guerriglia che da due secoli insanguinava la
Frontiera.
Lamochattee, Aquila Rossa, era nato
nel 1780 a Creek Settlement, nell’ Alabama meridionale, figlio del
commerciante scozzese mezzosangue Charles Weatherford e di una donna
Creek che era sorellastra di Alexander Mc Gillivray.
Suo fratello John aveva scelto di
vivere alla maniera dei Bianchi, mentre lui, battezzato William,
preferì seguire le usanze tradizionali dei Creek. Poiché anche fra i
suoi remoti ascendenti compaiono vari elementi di sangue europeo che
avevano contratto una serie di matrimoni con squaw indigene, William
Weatherford apparteneva alla razza pellerossa soltanto per un
ottavo, ma la sua determinazione di essere un Creek ne fece un
autentico alfiere della lotta di quel popolo contro gli Americani.
Rimasto vedovo
nel 1804 della prima moglie indiana, che gli aveva dato alcuni
figli, fra cui Charles Charles Weatherford, Aquila Rossa sposò
un’altra squaw e più tardi, dopo una nuova vedovanza, convolò a
nozze con una donna bianca di nome Mary Stiggins.
La sua adesione
alla proposta di Tecumseh nel 1811 era stata sincera e spontanea, ma
non era servita a provocare l’intervento massiccio dei Creek al suo
fianco ed egli si era ritrovato a minacciare gli Americani con la
sua sola banda di 300 guerrieri, denominata dei Bastoni Rossi.
L’abile mediazione dell’agente Hawkins riuscì ad evitare che la
rivolta tribale assumesse proporzioni allarmanti per i coloni, ma
non impedì che gli Indiani scesi sul sentiero di guerra compissero
uno spaventoso eccidio. Oltre a Weatherford, altri condottieri dei
Creek presero infine le armi e si prepararono a combattere.
Uno di questi,
un meticcio chiamato Peter Mc Queen, guidò 350 uomini fino a
Pensacola, in Florida, dove chiese armi e munizioni alla guarnigione
spagnola. Poi, il 24 luglio 1813, sulla via del ritorno, il gruppo
sostenne a Burnt Corn Creek il primo scontro con gli Americani,
sbaragliandoli e mettendoli in fuga.
A questo punto,
Weatherford, che non aveva preso parte alla scaramuccia, ordì
un’impresa molto più ardimentosa, mettendosi in testa di spazzare
via l’odiato presidio di Fort Mims, abitato da centinaia di Bianchi,
meticci e schiavi negri.
L’operazione
poteva sembrare assurda, ma Aquila Rossa aveva bisogno di un
successo di grande risonanza per poter coalizzare intorno a sé
l’intera nazione creek. Soprattutto, doveva convincere il suo popolo
che Grande Guerriero e gli altri capi amici degli Americani erano
semplicemente dei traditori e dei ciarlatani e che nulla – come
aveva incautamente profetizzato un giovane sciamano di Old Coosa
Village, il diciottenne Letecau, che venerava Tecumseh come un dio -
avrebbe fermato la riscossa dei Creek.
Ma due secoli di
illusioni sarebbero dovuti bastare a far riflettere sull’improbabile
riuscita di un simile progetto.[continua]