a presenza dei bisonti nel territorio americano – specialmente in
quella parte che oggi si riconosce negli USA - è stata ampiamente
documentata fin dalla prima apparizione di uomini bianchi nelle
terre degli indiani.
Le mandrie erano talmente grandi che gli osservatori non
riuscivano ad esprimerne la dimensione se non facendo riferimento a
termini noti. Ad esempio, alcuni esploratori dei primi dell’800
riferivano di mandrie che attraversavano certe zone lungo un arco
temporale di 3 giorni. Altri provarono a riferire di mandrie
gigantesche che riempivano il campo visivo, fino all’orizzonte, in
tutte le direzioni. Qualcun altro provò a stimare in maniera
scientifica la dimensione spaziale delle mandrie, arrivando a
parlare di gruppi di animali stanziati su superfici pari a 15x10 Km!
Queste mandrie incutevano terrore in chi si trovava nella loro
traiettoria poiché nulla pareva in grado di fermarne l’avanzata.
Il loro arrivo era annunciato con decine di minuti di anticipo da
un fortissimo e sordo rombo che lentamente, ma inesorabilmente, si
avvicinava.
Possiamo facilmente sostenere che i bisonti fossero in origine
alcune decine di milioni, ma si tratta di stime assolutamente
approssimative, basate su metodi molto diversi tra loro.
E’ diffusa l’opinione che i bisonti siano stati anche 50 o 60
milioni, ma alcuni studiosi hanno obiettato che l’esigenza di erba e
la sua stessa disponibilità conduce a parlare al massimo di 30
milioni di capi. In ogni caso si tratta di cifre altissime che ci
restituiscono intatto il fascino di un animale che ricopriva
l’America del Nord e che ad esso legava la vita e la fortuna di
moltitudini di indiani.
La grande fortuna del bisonte è durata secoli e secoli, fino al
decennio compreso tra il 1870 ed il 1880, quando si scatenò la
“grande caccia”, sfociata in un autentico sterminio dai risvolti
anche politici, legati alla conclusione delle guerre indiane.
"Nel pieno dell'estate - racconta George Catlin - questi
grossi animali, che certamente soffrono molto per via
dell'abbondante pelliccia che li ricopre, pascolano nelle terre più
basse della prateria, dove ristagna un pò d'acqua ed il terreno ne è
impregnato. Lì gli immensi maschi si lasciano andare sulle
ginocchia, conficcando in terra le corna e la testa, sollevano la
terra, e in tal modo riescono a fare uno scavo dentro cui filtra in
superficie l'acqua. Così per un pò il bestione può concedersi un
bagno ristoratore, e sembra proprio un maiale nel suo pantano. In
questo piacevole catino il colosso si stende sul fianco e facendo
perno sulle corna e inarcando la schiena smuove tutto il terreno con
un movimento rotatorio, e via via sprofonda sempre più, allargando
la pozza, nella quale alla fine quasi scompare. Intorno l'acqua ed
il fango, formano una specie di malta che gli si appiccica al pelo e
gli fa cambiare colore, scorrendo in rigagnoli su tutto il corpo e
dandogli poi, quando si rizza in piedi, l'aspetto di una incredibile
statua di creta, troppo terrificante per essere descritta. Di solito
è il capomandria che si assume il compito dello scavo. Se un altro
lo precede, il capo (che è conquistatore) si fa avanti e lo
scaccia."
Già dal 1820 era impossibile trovare mandrie di bisonti ad est
del fiume Mississippi. Non possiamo neppure affermare che la
successiva sparizione di questo “bestione” sia legata alla sola e
semplice presenza dell’uomo bianco. Fino al 1870, infatti, l’uomo
bianco avanzò e prosperò esattamente quanto avanzò e prosperò
successivamente, ignorando il bisonte. Semplicemente, accadde che in
un certo momento certe parti del bisonte finirono per incuriosire i
mercati dell’est ed europei in genere, aumentandone la richiesta e
la conseguente quantità di abbattimenti. La lingua, ad esempio, ma
soprattutto la pelliccia erano richiestissimi, al punto da finire
per giustificare un ingiustificabile gioco al massacro (ed allo
spreco!).
Il bisonte era presente ovunque fino all’Atlantico, persino nelle
zone ricoperte di foreste, ma in questo caso si hanno buoni motivi
per ritenere che si trattasse di una varietà di bisonte ben diversa
da quella che popolava, ad esempio, le grandi pianure.
Fino al 1870 i bisonti erano stanziati in gran parte a sud del
fiume Platte (al massimo 4 milioni di capi), mentre a nord dello
stesso fiume erano molto meno numerosi (al massimo 1 milione e mezzo
di capi) e gli spostamenti delle mandrie non erano indifferenti a
quel che l’uomo bianco faceva. L’utilizzo di “piste” (tra il 1840 ed
il 1850) per attraversare il continente americano, ad esempio,
infastidì i bisonti che cercarono di starne alla larga, almeno
finché questo fu possibile.
Eppure le piste non furono il peggiore dei mali. Anzi, non furono
niente rispetto alla costruzione delle ferrovie!
Ancora George Catlin ricorda: "Seguendo una grossa mandria
all'epoca in cui i piccoli hanno solo poche settimane, mi sono
divertito ad osservare tutte le strane manovre che fanno. In mezzo
alla confusione incredibile creata da una folla di centinaia o di
migliaia di capi, molti vitelli perdono di vista la madre. Allora
restano indietro sia dalla mandria che dai cacciatori che passano
via veloci e loro cercano di nascondersi acquattandosi nella
prateria, dove c'è solo erba alta sei-otto pollici, a parte qualche
raro cespuglio selvatico un poco più alto. Verso di questi la povera
cosa corre spaventata, cadendo sulle ginocchia e andando a ficcare
il muso nell'erba. Resta così per ore con gli occhi chiusi, convinto
di essersi messo al sicuro, mentre è invece ritto sulle zampe
posteriori e quindi ben visibile anche da lontano. E' un consueto
divertimento per noi tornare indietro là dove poco prima è passata
una mandria e avvicinarsi ad una di quelle piccole creature
tremebonde che tenacemente mantiene la sua posizione, col naso
ficcato nell'erba. Non si muove da quella posizione fino a che non
gli si mettono addosso le mani. Dopo una breve lotta, il piccolo è
battuto e non oppone più resistenza. Molto spesso, secondo un uso di
queste parti, gli ho tenuto le mani davanti agli occhi e ho soffiato
forte nelle sue narici, poi sono tornato all'accampamento col
piccolo prigioniero che trotterellava dietro al cavallo, vicino
vicino e con quell'affetto che per istinto avrebbe riservato alla
madre."
Attualmente ci sono circa centomila capi, da costa a costa. Di
questi circa la metà pascolano su terra privata, in parte perchè
alcuni proprietari pensano di dovere qualcosa al grande animale,
come il petroliere Phillip in Oklahoma, in parte, per la
maggioranza, perchè si può vendere carne di bisonte, allevato come
una vacca. Oltre alla riserva in Montana, anche gli Stoney
dell'Alberta, in Canada, allevano bisonti e producono hamburger per
il loro ristorante. A Pierre, South Dakota, esiste L'Associazione
Allevatori di Bisonti e c'è il ranch con circa 3500 bisonti, usati
nel film Balla coi lupi.
Delegati della cooperativa Inter Tribal del Bisonte (ITBC) hanno
sperato di restituire al bisonte milioni di acri di terre tribali e
di ridargli un posto centrale nella vita tribale. Questo perchè
riconoscono il bisonte come simbolo di resistenza e affinchè la
reintroduzione del bisonte nelle terre tribali contribuisca a
guarire lo spirito sia della gente indiana sia del bufalo. Finora
più di 40 tribù hanno unito lo sforzo e hanno creato un gregge
collettivo di quasi 10.000 capi.