Su
Sulla morte
Il personaggio

 


A cura di Josephine

Alsate, nantan dei Chisos

G

obierno del Estado de Coahuila, circular n. 12.
Los indios mescaleros fugados da la capital de la repubblica la noche del 21 de Diciembre del ano anterior (1879), capitanados por Pedro Muzquiz Alsate, cuya persecucion se recomendò a esa Presidencia por la circular respectiva, se han dejado sentir por sus depredaciones en varios pueblos del interior. Es muy probabile que fracionados y unidos a otras partidas de gandules de su tribù que de la frontiera del Estado se dirijen a encontrarlos para prestarles apojo en su fuga, penetren en ese municipio. Y como su presenzia se anuncia unicamente por las victimas que sacrifican, y robos y depredaciones de todas classe que cometen en su transito, el Sr. Gobernador deseando prevenir tan teribles males, me ordina recomienda a vd. diste la mas eficaces providencias a fin de que los habitantes de esa localidad y demas haciendas y ranchos de su municipio, esten dispuestos convenientemente para evitar una sorpresa y poter combatir con ventaja al enemigo. Lo comunico a vd. por acuerdo superior, para su conocimiento y fines que se expresan.
Libertad y Constitucion. Saltillo Marzo 4 de 1880
Antonio L. Sanchez, oficial mayor


Con queste precise parole, contenute in questo vecchia circolare n.12, si comunicava - a tutti i Municipi dello Stato del Coahuila - la fuga di Pedro Muzquiz alias Alsate, e dei suoi Mescalero-Chisos dalla famigerata prigione de La Acordada di Città del Messico. Davvero strana e misteriosa questa fuga; sembra quasi un romanzo, ma i documenti dicono che non lo è.

Ma chi era davvero Alsate? L’ultimo Nantan dei Chisos? Questa è la sua storia.

Secondo molti racconti, Alsate e la sua gente furono la piaga del Big Bend e del nord del Messico, a partire dalla fine degli anni 1840, fino a circa il 1882.

Il nome di Alsate apparve, per la prima volta, in un piccolo libretto di 8 pagine scritto da O.W.Williams prima del 1914 e stampato nel 1919, e intitolato “Alsate, l’ultimo dei Chisos”. Dentro questo arco di tempo (1914-1919) Williams ne scrisse un altro di 28 pagine.

Nella sostanza, tutto ciò che è stato pubblicato su Alsate dopo il 1919 deriva in gran parte dagli scritti di Williams. Uno degli aiutanti di Williams, in questa opera, fu Natividad Lujan, un anziano messicano di San Carlos [Chihuahua, da non confondersi con la San Carlos Arizoniana, ndr].
Lujan aveva un profondo conoscimento di tutta la regione, in ambo i lati della frontiera. Durante le notti, vicino al fuoco, Lujan raccontava le sue storie e Williams scriveva ciò che ascoltava. Lujan conobbe e giocò con Alsate, quando erano bambini nei pressi di San Carlos, e gli Apache avevano buone relazioni con la gente di questa cittadina.

Secondo Lujan, Alsate fu il figlio di Miguel Muzquiz, che fu catturato dagli Apache-Mescaleros quando era molto piccolo nel Presidio di Santa Rosa (oggi chiamato Melchor Muzquiz) nel Coahuila.
Il nome esatto del Presidio fu Santa Rosa Maria del Sacramento, fondato nel 1793 dal capitano Miguel de la Garza Falcon.
Tuttavia, come costume, il piccolo Miguel Muzquiz fu adottato dalla tribù. In seguito, si sposò con una donna Apache, con cui misero al mondo Alsate. Quando arrivò alla maggiore età, dimostrando la sua valenza e astuzia nella guerra, Alsate diventò il Nantan di un gruppo Apache.

L’ubicazione delle rancherias di questi Apache dipendeva dalle stagioni dell’anno, disponibilità di animali da cacciare e di piante. I loro luoghi preferiti erano la Sierra del Carmen e la Sierra di Santa Rosa, nel Coahuila, e le Sierre Chisos e Davis, nel Texas, e il deserto del nord-est del Chihuahua.

Secondo C.G.Raht, il nome Charco de Alsate (pozza di Alsate) proviene da un incontro tra Alsate e la sua gente con il convoglio di John D.Burgess, che portava sale con destinazione Presidio del Norte. In questa pozza d’acqua gli Apache circondarono Burgess e i suoi, ma essendo questi ultimi ben armati, una chiacchierata tra Alsate e Burgess finì con lo stabilire una tregua. Poi, Alsate ammirò il cappotto di Burgess e questi glielo regalò come segno di amicizia.
Quando un giorno Alsate arrivò al Presidio del Norte con indosso il cappotto, fu arrestato e stava per essere fucilato, poiché tutti conoscevano che apparteneva a Burgess, ma fortunatamente arrivò Burgess a confermare che era stato lui a regalarglielo.

In quest’epoca, sia le autorità civili che quelle militari, avevano buone relazioni con gli Apache di Alsate. Queste relazioni pacifiche esistevano poiché erano vantaggiose per entrambe le parti in causa. La banda di Alsate, così come molte altre, attraversava la linea di frontiera del Messico e Stati Uniti per rubare mercanzie e bestiame da un lato, per poi nascondersi e vendere tutto nell’altro. Per queste ragioni erano perseguiti sia dai militari Messicani che da quelli Nord-Americani. E siccome la corruzione regnava sovrana, in cambio di queste ruberie gli Apache ricevevano alcool, tabacco, armi, munizioni e altre mercanzie. Per un certo tempo, il governo dello stato del Chihuahua dava razioni ai gruppi indigeni apparentemente pacifici, i quali commettevano i loro attacchi in regioni distanti o nel vicino stato del Coahuila.

Infine, nel 1878, furono così tante le lamentele da parte della popolazione e anche dei governatori del Chihuahua e Coahuila, "contra los Apache Barbaros", che il presidente Porfirio Diaz ordinò la cattura di Alsate e del suo gruppo.

Il colonnello Josè Garza Galan ricevette ordine di portare una forza di 100 soldati a San Carlos e incontrarsi con le truppe al comando del colonnello Ortiz.
Alsate, che aveva la sua rancheria nei pressi di San Carlos, fu sorpreso, circondato e catturato insieme alla sua gente; quindi vennero portati a Santa Rosa, in attesa di essere trasferiti e incarcerati nella "Casa de la Acordada", una famigerata prigione sita nella lontana Città del Messico.

Uno dei componenti di questo gruppo Mescalero era il padre di Alsate, Miguel Muzquiz, ormai vecchio e cieco.

Dopo la fondazione del presidio di "Santa Rosa Maria del Sacramento" nel 1739, una delle famiglie più prominenti di questa regione era quella dei Muzquiz e fu per questo che, nel 1850, il nome del presidio venne cambiato in "Melchor Muzquiz", in onore del suo figlio prediletto che si era distinto nella carriera delle armi, "y habia sido presidente interino de la Republica por un corto periodo".

Secondo Williams, una volta giunti a Santa Rosa, il padre di Alsate (Miguel Muzquiz) chiese di poter parlare con Manuel Muzquiz, al quale si identificò come suo fratello, catturato dagli Indios moltissimi anni prima. Miguel menzionò il nome della loro madre, ma Manuel, sospettando che lo stesse ingannando, gli chiese di togliersi il mocassino del piede destro, poiché ricordava che suo fratello aveva in questo piede un difetto congenito consistente nel sesto dito (così come altri membri della famiglia Muzquiz). Togliendosi il mocassino, Miguel mostrò di avere una cicatrice proprio nel punto in cui vi era il sesto dito, aggiungendo che se lo era tagliato "porque le molestava el caminar". In questo modo, Manuel si convinse della sua vera identità.

Manuel Muzquiz ottenne la liberazione di suo fratello Miguel, considerato che era messicano ed era stato catturato dagli Apache, ma non poté fare lo stesso con suo nipote, Alsate, in quanto Apache di nascita, oltre che capo del gruppo ritenuto responsabile di una sterminata serie di delitti. Nella sostanza, Manuel non poté impedire che Alsate e la sua gente venissero trasferiti e incarcerati a La Acordada di Città del Messico. Secondo Williams, prima della partenza Manuel diede ad Alsate una lettera di aiuto da presentare al generale Blanco Muzquiz (che nei documenti risulta essere primo cugino di Alsate) "que formaba parte del gabinete de Porfirio Diaz".

Una volta portato davanti al generale Blanco Muzquiz, Alsate presentò la lettera scritta da suo zio Manuel, invocando di rimetterlo in libertà. Tuttavia, inizialmente, Alsate e i suoi Mescaleros furono messi ugualmente in prigione, ma si dice che poco tempo dopo furono caricati sui dei carri e trasportati fino ai pressi della loro rancheria di San Carlos. Secondo Williams, quando il gruppo di Alsate arrivò nel territorio a loro conosciuto, saltò giù dai carri e ritornò verso la propria terra viaggiando per le parti più alte delle montagne.

Presto ritornarono ai loro costumi di rubare ed uccidere, finché, ancora una volta, "se inviaron numerosas quejas al gobierno" che inviò ordini al comandante del Presidio del Norte per la nuova cattura di Alsate e del suo gruppo.

Il colonnello Ortiz del Presidio del Norte, sapendo che la nuova cattura sarebbe stata rischiosa e difficile, ideò una trappola: tramite un indio rinnegato inviò un messaggio ad Alsate, proponendogli un trattato di pace che sarebbe stato negoziato a San Carlos, e che dopo gli accordi del trattato avrebbero ricevuto regali e provvigioni mensili.

Poco tempo dopo, Alsate e la sua gente arrivarono a San Carlos, dove venne organizzata una festa e venne distribuito cibo e liquore in abbondanza. Durante la notte il gruppo si trovava completamente ubriaco e addormentato. All'alba i Mescaleros vennero circondati dalle truppe Messicane. Solamente alcuni guerrieri furono in grado di reagire e morirono combattendo, ma tutti gli altri furono tutti catturati: 63 guerrieri e circa 150 donne e bambini.
Furono portati al Presidio del Norte, dove Alsate venne "giustiziato".

Il resto del gruppo venne portato a sud, dove vennero "desbandados y vendidos como esclavos".

 

Astuzie. La banda di Alsate, così come molte altre, attraversava la linea di frontiera del Messico e Stati Uniti per rubare mercanzie e bestiame da un lato, per poi nascondersi e vendere tutto nell’altro.

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Sotto: immagini di guerrieri Apache

 

 

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