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A cura di Ulzana

I primi attacchi

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i diceva che il bacino del Tonto ospitava migliaia di Apache (Tonto o Apache Mohave o Yavapai) che obbedivano a capi come Delshay, contrari alla pace; almeno così si diceva.
Il governo giudicò opportuna un'operazione militare contro gli ultimi resistenti. La strategia di Crook era improntata alla massima efficacia e semplicità: egli intendeva sconfiggere le tribù ostili il più rapidamente possibile.

In un primo momento le colonne avrebbero operato in modo apparentemente casuale per far convergere tutti i Western Apache che non vivevano nelle riserve nel loro rifugio prediletto nei momenti di maggiore attività militare, il bacino del Tonto. In un secondo tempo, quando il nemico fosse stato radunato in una sola zona, le colonne vi sarebbero confluite incoraggiando la resa e distruggendo le roccaforti Indiane.

Il bacino consisteva nel corso del fiume Tonto, limitato a nord dal Mogollon Rim, a ovest e a sud dalla catena dei monti Matzatzal e dalla Sierra Ancha a sud est. 3800 Km quadrati estremamente accidentati e ricchi di foreste.
Proprio in questi luoghi Crook avrebbe condotto la sua guerra. I mesi di inattività gli avevano permesso di curare fin nei dettagli l'organizzazione della campagna.
Egli mosse guerra con truppe fresche del 5°cavalleggeri e del 23° fanteria; il maggiore George M. Randall del 23° insediò il proprio comando a Camp Apache; il colonnello Mason del 5° a Camp Verde; i maggiori James Burns e John M. Hamilton del 5° a Camp McDowell, mentre gli altri maggiori, George F.Price e William H. Brown si accamparono uno a Date Creek e l'altro a Camp Grant, dove alloggiavano Crook e il suo aiutante di campo, il tenente Bourke.

Gli scout indiani furono inquadrati nelle diverse compagnie: erano Apache (i migliori), Walapai, Apache Mohave, Paiute, Pima, Maricopa e Yuma.
Gli aspetti logistici della campagna furono preparati con maniacale pignoleria. Il 16 Novembre 1872 Crook diede il via alle operazioni, con l'intento di concentrare i suoi sforzi, dapprima nel settore nord occidentale dell'Aapacheria per poi dirigersi a sud est, nel bacino del Tonto. Il generale George Crook diede il via alle operazioni militari a metà Novembre, e non a caso, perchè con l'inizio dell'inverno sarebbe stato difficile per il nemico ritirarsi in alta montagna, per via della neve. Gli Apache, infatti, molto probabilmente non si sarebbero mossi, e a causa del freddo sarebbero stati costretti ad accendere fuochi negli accampamenti, e il fumo sarebbe stato individuato dalla vista acuta degli esploratori.
Il piano di Crook prevedeva l'avanzata di diverse colonne convergenti sul Tonto Basin, ma tutte le colonne avrebbero dovuto cooperare per raggiungere lo scopo finale.

Gli ordini erano molto semplici: bisognava costringere gli Indiani ad arrendersi con la forza, prendendoli prigionieri o uccidendoli. Alle donne e ai bambini non doveva esser fatto alcun male (ma a quanto pare nei fatti le cose andarono diversamente), e bisognava marciare dalle 4 del mattino fino al tardo pomeriggio, arrivando al punto da proseguire a piedi nel caso i cavalli fossero stati stanchi.
Crook teneva particolarmente ad individuare la rancheria del Nantan degli Apache Tonto più feroce e indomabile: Chuntz
Piccoli distaccamenti estremamente mobili dovevano dunque battere la zona in tutte le direzioni per snidare i resistenti, costringerli a uscire dai loro rifugi e respingerli in direzione del Bacino del Tonto. Là, il freddo dell'altitudine e l'eventuale neve avrebbero reso difficile l'approvvigionamento. A questo punto sarebbe stato facile avere ragione dei ribelli, quando avrebbero dato segno di voler combattere.

Lo scopo venne raggiunto da tre spedizioni partite da camp Hualpai, una diretta verso i San Francisco Peaks, l'altra verso le sorgenti del Verde, e l'altra ancora nella valle del Chino. Dopo di che, le tre colonne dovevano riunirsi per liberare la zona nei dintorni di Camp Verde. Ogni colonna era formata da una compagnia e alcune decine di scout, e durante le due settimane di marcia per raggiungere il Verde, le truppe soffrirono la sete perchè la stagione delle nevi non era ancora iniziata. Ad un certo punto le guide indiane assoldate di recente si sentirono assetate a tal punto che per poco non disertarono, ma vennero convinte a restare. Queste spedizioni furono abbastanza efficaci, molte rancherias vennero incendiate, molti prigionieri vennero catturati e circa 13 apache uccisi, 11 dei quali in un'azione condotta dalla colonna inviata nella valle del Chino, condotta dalle guide Paiute.

Dopo aver inviato in missione le colonne da Hualpai, Crook, accompagnato dai suoi aiutanti di campo Bourke e Ross e da una scorta di Camp Apache, andò ad assoldare altri scout Apache. Nel frattempo le colonne di Hualpai, dopo tre giorni di riposo a Camp Verde, erano ripartite il 3 dicembre, accompagnate da altre due unità di recente formazione, per setacciare la zona a ovest del forte. Vi rimasero per due settimane, bruciando rancherias e mettendo in fuga il nemico, ma solo un contingente, quello inviato a nord ovest, si avvicinò abbastanza agli indiani da impegnarli in uno scontro. Gli Indiani, che non si aspettavano un attacco da quella direzione vennero sorpresi mentre si accampavano. Tredici guerrieri vennero uccisi, tre donne prese prigioniere e il campo distrutto. Gli scout apache, cui si doveva gran parte del successo dell'esercito, il 17 dicembre celebrarono le vittorie con una danza di guerra. Il tenente Bourke, al comando di una colonna, osservava il contingente indiano. Egli scrisse: "Più li conoscevamo e più ci piacevano. Erano più selvaggi e sospettosi dei Pima e dei Maricopa, ma molto più affidabili e dotati di maggior coraggio e audacia".
Il 22 dicembre gli scout colpirono ancora, a sud della Sierra Ancha, facendo numerose vittime e prendendo tre prigionieri. Il bilancio di questo mese di guerra era positivo per Crook: Chuntz e Delshay, i principali capi degli ostili erano sfuggiti alla cattura, ma le loro rancherias erano state distrutte e molti dei loro uccisi o catturati.

Di tutte le colonne di Crook, la più attiva fu quella del maggiore William H. Brown. Composta da 220 uomini e preceduta di 24 ore dagli scout di Al Sieber, Archie McIntosh, Joe Felmer e Antonio Besias, la colonna , partita da Camp Grant, rastrellò prima i massicci a sud del fiume Salt e poi quelli a nord, prima di fiancheggiare il versante dei Matzatzal per raggiungere il lato ovest del fiume Verde (Bradshaw Mountain). Sulla via del ritorno, la compagnia attraversò nuovamente il fiume e si accampò alla base dei Quattro Picchi, dove il 27 dicembre venne raggiunta dalla colonna Burns coi suoi 110 scout Pima, provenienti da Camp McDowell. Questa colonna aveva appena distrutto una rancheria ostile nella regione dei Quattro Picchi, all'estremità meridionale dei Matzatzal, sulla sponda del fiume Salt opposta a quella dove dovevano incontrare l'altra colonna. Una volta che le due colonne si furono ricongiunte, gli scout dissero di "sentire" la presenza degli ostili in quella zona ( qualcuno di essi aveva fatto ricorso al suo Potere?).
Si sperava che si trattasse di Delsahy, il più importante tra i capi a cui si dava la caccia. Uno degli scout, di nome Nantaje (o Nantze, Natahe o Nantehe) disse di conoscere l'unico rifugio possibile per un gruppo inseguito: una grotta (chiamata Skull Cave) sospesa nel fianco di una parete rocciosa che domina il corso del Salt, in uno stretto canyon. Nantaje, che apparteneva alla banda di Chunz, e conosceva bene i rifugi dei Tonto, la sua gente, conosceva quel rifugio sin dall'infanzia, ed era disposto a guidarvi le truppe, ma disse che bisognava muoversi di notte, perchè se fossero stati avvistati non si sarebbe salvato un solo uomo. Il maggiore Brown non aveva alcun motivo per dubitare della parola dello scout e non voleva lasciarsi sfuggire l'occasione di una vittoria, quindi decise di raggiungere la gola del fiume marciando di notte. Ogni uomo alleggerì il più possibile l'uniforme e l'equipaggiamento e portò con sè soltanto una coperta per proteggersi dal freddo. Arrotolati nella coperta, portata a tracolla, vennero sistemati un pò di viveri. I soldati calzarono i mocassini e si misero in cammino.

Ecco il racconto del tenente Bourke sugli avvenimenti di quella notte:
LA MARCIA NOTTURNA. (27 dicembre). "Dovevamo partire quando una determinata stella che conosceva Nantaje avrebbe raggiunto la sua posizione. Alle ore 20, i nostri indiani si misero in cammino, seguiti dalla truppa di Burns... e dai Pima...Camminavamo come una lunga fila di spettri, senza parlare. Non eravamo altro che un battaglione di fantasmi nel vento gelido del nord..."
La truppa dovette camminare per altre tre ore prima di arrivare all'ingresso del canyon. Fu poi necessario scalare la mesa, la cui cresta strapiombava sulla gola. Ma dove si nascondevano gli Apache?

LA GUARDIA DI NOTTE. "Sono le 0,15 e siamo in cima alla mesa. Ci riposiamo per circa un'ora, ma senza rompere le righe. Gli scout Apache mandati in ricognizione ritornano poco dopo dicendo di aver visto dei fuochi nel canyon, al di sotto di noi. Avanziamo uno dietro l'altro fino all'orlo del precipizio, di cui ignoro la profondità, e aspettiamo al freddo, senza coperte nè cappotti, il sorgere del sole. (Non c'è alcun segno che riveli la presenza del nemico e gli uomini sono delusi). La maggior parte dei soldati è molto stanca, ma Joe Felmer e alcuni altri scendono lungo un sentiero scosceso verso il fiume...A 300 m scoprono i resti di un accampamento abbandonato di recente, (poi più lontano) una quindicina di cavalli e di muli. (Finalmente scorgono l'accampamento apache), in una posizione imprendibile"

LA GROTTA RIFUGIO NELLA PARETE ROCCIOSA. "Questo accampamento era riparato da un piccolo infossamento ovale. (Al di sopra, a circa 150 m) sulla cresta della parete rocciosa che rinserra il Rio Salado (il Salt) si trovava una grotta o cavità (protetta) da un baluardo naturale di calcare alto dai 3 ai 4 metri, che proteggeva efficacemente gli indiani, così come le numerose rocce sparse riparavano i nostri uomini dal fuoco nemico". Gli Apache, ritornati da una scorreria, come si vedeva dalle cavalcature stanche scoperte dagli scout di Felmer, cantano e ballano per combattere il freddo, mentre le loro squaw preparano da mangiare. Tutti si ritengono perfettamente al sicuro.

ASSETTO DA COMBATTIMENTO. Il maggiore Brown, immediatamente avvertito, ordina alla colonna Burns di sorvegliare la pista di ritirata sulla mesa. Egli stesso si mette alla testa di un centinaio di uomini e inizia a scendere lungo il sentiero che sbuca di fronte alla grotta." Il grosso delle truppe venne spinto in avanti il più velocemente possibile, nonostante i soldati fossero molto stanchi, mentre l'entusiasmo degli uomini cresceva di fronte alla prospettiva del combattimento. (Brown manda il tenente Ross avanti con dodici tiratori scelti e Nantaje. Si avvicinano all'apertura della grotta, ogni uomo si nasconde e sceglie il proprio bersaglio). Questo piccolo gruppo di nostri compagni, il cui coraggio non si sottolinerà mai abbastanza, attaccò subito gli indiani, uccidendone sei e respingendo gli altri nel fondo della caverna". Brown ordina a Bourke di andare a prestare rinforzi a Ross con 40 uomini.

ATTACCO ALL'ALBA. (28 dicembre) "Mentre sorgeva l'alba in questa gelida mattina di dicembre, una delle peggiori bande apache dell'Arizona era presa in trappola...Venne dato ordine di non attaccare il nemico ma di sparare contro qualsiasi indiano si fosse mostrato. Bisognava risparmiare le donne e i bambini e uccidere tutti gli uomini. A due riprese venne chiesto agli assediati di fare uscire le loro famiglie...ma per sola risposta essi lanciarono grida di sfida. Questi versi si mutarono presto in gemiti di disperazione quando incominciammo a sparare raffiche di pallottole contro di loro. Alcuni di essi compirono coraggiosi tentativi di fuga, ma rimasero tutti uccisi prima di riuscire ad attraversare il nostro sbarramento. Un indiano dal bellissimo aspetto, alto 1,90 m, dalle proporzioni ammirevoli, ma dall'aria estremamente selvaggia, riuscì tuttavia ad attraversare la nostra linea frontale e a filare in direzione del fiume (venne poi colpito da dodici pallottole). Non ho mai visto un luogo così infernale come quella strettoia nella quale si erano concentrati gli Indiani in quel momento. Le pallottole che colpivano l'ingresso della grotta assomigliavano a gocce di pioggia che sferzavano la superficie di un lago".

LA PIOGGIA DI ROCCE. "Venne chiesto ancora una volta agli Apache di arrendersi, ma questi rifiutarono di nuovo". "Venne riaperto il fuoco, quando i soldati rimangono inorriditi alla vista di un bambino di circa quattro anni, completamente nudo, in piedi tra le due linee di fuoco. Lo scout Nantaje si lanciò a salvarlo e lo condusse al nostro accampamento. Gli uomini cessarono allora per un momento di sparare "per acclamare Nantaje e accogliere il nuovo arrivato". Questa è l'incoscienza della natura umana. Non devo tralasciare di dire che la compagnia G del capitano Burns riuscì a prendere posizione sulla cresta delle pareti rocciose più alte. Da lì sparò raffiche mortali sugli infelici che combattevano al di sotto (protetti dal parapetto). Non soddisfatta dell'effetto delle pallottole, la compagnia fece precipitare su di loro enormi rocce che rotolavano verso il precipizio, schiacciando tutto ciò che trovavano sul percorso". Con l'ultima carica i soldati entrarono nella grotta, dove trovarono molti cadaveri ammassati, fra cui quello del capo Nanni-Chadi. In tutto, i morti fra gli apache furono 76, di cui 57 nella caverna. Diciotto donne e bambini erano sopravvissuti, sebbene fossero tutti feriti, e vennero quindi condotti a Camp McDowell. Gli assalitori persero solo uno scout Pima. Tempo dopo, si venne a sapere che un guerriero era sopravvissuto alla strage: ferito ad una gamba, si era nascosto sotto i cadaveri e aveva visto i soldati assaltare la grotta. Quando questi furono ripartiti, si fabbricò delle stampelle con due lance spezzate. Dopo molte settimane, trovò rifugio nel lontano massiccio di Turrett Mountain..Sebbene non vi siano certezze in proposito, alcuni ritengono che gli indiani erano Yavapai e forse non compresero la richiesta di resa perchè fu formulata in lingua Apache. Nantaje, in seguito fu decorato con la medaglia d'onore, per la sua "Gallant conduct during the campaigns and engagements with Apaches.......Nantaje was one of ten Indian Scouts who guided Crook's columns during the winter campaign of 1872-73."

[continua]

 

Operazioni. In un primo momento le colonne avrebbero operato in modo apparentemente casuale per far convergere tutti i Western Apache che non vivevano nelle riserve nel loro rifugio prediletto nei momenti di maggiore attività militare, il bacino del Tonto.

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Sotto: George Crook

Eskiminzin

Al Sieber

Alchisay

 

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