I primi attacchi
organizzazione sociale degli Apache aveva un carattere così
locale che neppure una sconfitta di questa portata ebbe
l'effetto di placare la resistenza altrove, ma a livello locale
la demoralizzazione fu grande. I soldati vittoriosi rimasero a
Fort McDowell solo il tempo necessario a rinnovare
l'equipaggiamento e aumentare i complementi, e poi presero la
via del ritorno verso Fort Grant passando per i monti
Superstition.
Il loro
passaggio fu segnato da un breve scontro a fuoco il 15 gennaio, e il
18 i nemici nei dintorni cominciarono a dar segno di volersi
arrendere. Per primo si presentò al campo un bambino, poi una donna
e infine un vecchio. Vennero sfamati e fu detto loro di tornare con
le loro bande. Brown e Randall ripresero il loro cammino
rastrellando metodicamente i settori ancora popolati da bande
libere, causando decine di morti e feriti. Brown si sarebbe
guadagnato la riconoscenza dei superiori per aver ucciso 500 apache
nel corso del periplo di 1800 Km percorso dalla sua colonna in 142
giorni (il numero dei morti dichiarato è molto probabilmente
esagerato).
Gli Indiani continuavano ad arrendersi.
Mentre si
consumava la campagna del Tonto, nel febbraio 1873 venne aperta la
riserva di San Carlos, che divenne tristemente famosa per il clima
inospitale e i soprusi che gli Apache lì concentrati dovevano
sopportare.
Fort Grant
In ogni caso,
l'11 marzo una banda di Tonto diede a Crook la spinta di cui aveva
bisogno per finire la campagna. Un piccolo gruppo si era appostato
in un fossato nei pressi di Wickenburg, evidentemente con
l'intenzione di assalire una diligenza. Piombarono invece addosso a
due passanti bianchi (uno dei quali era un ben noto vecchio pioniere
di nome Gus Swain) uccidendoli; un terzo, un immigrato scozzese
ventunenne di nome George Taylor, il cui padre amministrava una
miniera nei dintorni, venne catturato vivo e brutalmente torturato.
Il capitano Nickerson, che ispezionò il luogo di lì a poco, scrisse
che gli Apache avevano lasciato 150 frecce nelle parti non vitali
del giovane Taylor. Il terreno era "tutto schiacciato perchè il
giovane vi si era ripetutamente rotolato". Nickerson non ebbe il
coraggio di riferire come fu finito Taylor: si limitò a dire che era
"troppo straziante e bestiale" per essere descritto. Le ferite che
Nickerson attribuì alle frecce erano in realtà fatte con schegge di
legno. Dopo aver trafitto Taylor con pezzi di legno, gli Indiani vi
diedero fuoco.
Mentre le bande
ostili che ancora rimanevano erano intimorite dalla piega che aveva
preso la campagna, gli scontri si fecero sempre più frequenti e
decisi.
Nelle due
settimane che seguirono la morte di George Taylor, 38 guerrieri
furono uccisi in 4 distinti scontri. Al 23° Fanteria, comandato dal
capitano George M. Randall, venne affidato il compito di scovare i
massacratori di Taylor. Randall e i suoi scout rintracciarono le
piste abilmente nascoste a nord-est delle sorgenti del fiume New,
attraverso il paesaggio accidentato e lunare del bacino del fiume
Bloody, sino alla biforcazione del fiume Verde. Quando la meta
sembrava vicina, alcuni muli di Randall sparirono e il capitano,
avendo visto fili di fumo levarsi nell'aria, ne dedusse che erano
stati rubati dagli indiani. La sua presenza era quindi nota al
nemico, ma il capitano riuscì a non farsi scoprire. Procedendo nella
silenziosa e lenta marcia, gli scout di Randall riuscirono a
catturare una donna Tonto che, cedendo alle minacce, li condusse
alla rancheria.
La colonna si mosse col favore delle tenebre, in un silenzio totale.
Era proibito parlare, e persino gli stivali dei soldati erano stati
fasciati in tela di sacco per attutire il rumore dei passi.
Dopo una lunga
marcia, la donna li condusse sotto la cima di una montagna chiamata
Turret Peak, circa 15 Km a ovest del verde, di fronte al punto di
biforcazione del ramo orientale del fiume, a circa 30 Km a sud di
Camp Verde. Formata da una tortuosa intrusione di lava, la montagna
aveva una cima di forma vagamente cilindrica, con la sommità piatta,
da cui il suo nome.
La rancheria a cui li condusse la donna era situata proprio sulla
sommità pianeggiante, una posizione apparentemente invulnerabile cui
si accedeva solo grazie a un sentiero scosceso in un punto in cui la
parete rocciosa era franata.
Il minimo
rumore a quel punto avrebbe significato un disastro, ma i soldati, a
uno a uno, superarono in silenzio l'ultimo ostacolo, costituito da
un masso caduto sul sentiero.
Riunitisi a un
lato della cima, le truppe assalirono la rancheria alle prime luci
dell'alba uccidendo circa 25 ribelli Tonto, che si ritiene fosse la
totalità degli uomini. L'attacco fu così rapido che alcuni guerrieri
sarebbero stati presi dal panico e quindi morti cadendo sui dirupi.
Alcune donne e bambini riuscirono a fuggire, ma il resto venne preso
prigioniero.
L'effetto della
sconfitta di Turret Peak sul morale dei nemici fu vasto e
significativo, forse perchè i sopravvissuti in grado di diffondere
la notizia erano in numero maggiore di quelli della caverna del
fiume Salt. Se le truppe avevano trovato la rancheria di Turret
Peak, che sembrava inespugnabile, dove i ribelli avrebbero potuto
nascondersi?
Pochi giorni
dopo la battaglia di Turret Peak, gli Indiani sconfitti cominciarono
a inviare messaggi di pace ai forti. Un gruppo giunse cautamente a
Camp Verde e parlò con Crook, il quale impose un'immediata tregua
alla guerra. Crook, esperto com'era nella lotta agli Indiani, non
voleva inutili spargimenti di sangue sino a quando non avesse avuto
prova della sincerità dei ribelli. Fece lanciare segnali luminosi
dalla cima delle colline per richiamare le truppe, e inviò degli
scout nei labirinti del bacino perchè trovassero le altre unità e
ordinassero la cessazione delle ostilità.
Un gruppo di
guerrieri Tonto
La fine della
guerra del Tonto fu un grande successo per Crook, che aveva dato
prova di non temere la lotta contro gli Apache nel loro stesso
terreno e li aveva sconfitti, mostrando la validità della teoria che
occorrevano scout indiani per battere gli altri Indiani. Un numero
stimato tra i 400 e i 500 Apache Tonto e Yavapai era morto (come già
scritto, questa cifra è probabilmente esagerata) e i sopravvissuti
soprannominarono Crook la "Volpe Grigia", e sebbene la popolazione
bianca dell'Arizona premesse per il totale sterminio degli Indiani,
mise fine alla guerra.
Il primo
risultato della campagna di Crook fu la resa del capo Cha-Lipun,
avvenuta il 6 aprile a Camp Verde. Vi sono due versioni del discorso
pronunciato dal capo: "Vedi, siamo quasi morti di fame e di
freddo. Non possiamo dormire di notte per paura di un attacco
all'alba. Non possiamo cacciare perchè gli spari attirano su di noi
le truppe. Non possiamo cucinare perchè la fiamma e il fumo vi
conducono a noi. Non possiamo restare nelle valli perchè possiamo
essere scoperti e se andiamo sulle montagne innevate i soldati ci
inseguono. Non mi arrendo a te perchè ti stimo, ma perchè mi fai
paura". Ecco la seconda, riportata dal tenente Bourke: "Amico
mio, sono venuto con il mio popolo per arrendermi perchè hai troppe
pallottole di rame. Voglio essere tuo amico. Voglio che le mie donne
e io possiamo dormire la notte e prepararci da mangiare senza che tu
lanci i tuoi uomini contro di noi. Gli Americani da soli non mi
fanno paura, ma non possiamo combattere i tuoi soldati e insieme
quegli indiani che combattono con te".
Crook prese la mano di Cha-Lipun e gli disse che se avesse promesso
di vivere in pace e avesse cessato di uccidere i Bianchi sarebbe
diventato il suo migliore amico. Gli Apache erano stati uccisi per
colpa loro; non avevano ascoltato i messaggeri inviati per invitarli
ad abbandonare il sentiero di guerra e a entrare nelle riserve;
pertanto non rimaneva altro che sterminarli finché non avessero
cambiato atteggiamento. Era inutile discutere su chi aveva dato
inizio alla guerra; c'erano uomini cattivi fra le varie nazioni;
c'erano messicani malvagi, statunitensi malvagi e Apache malvagi.
Il nostro dovere era di far cessare i combattimenti e instaurare la
pace e di non parlare più del passato. Crook, da un lato fece capire
a Cha-Lipun che era dispiaciuto per la guerra, che d'altronde era
stata provocata dagli stessi Indiani, ma ora che era finita, lui li
avrebbe aiutati a vivere meglio e li avrebbe protetti dai bianchi
ostili; e nel contempo diede istruzioni intelligenti ai suoi
subordinati per quel che riguardava i rapporti con gli ex nemici.
Suggerì che non bisognava essere severi con gli Indiani che
commettevano quelli "che secondo il codice civile sarebbero
considerati reati minori, ma era necessario sorvegliarli affinché
non tradissero gli agenti e gli ufficiali in questioni molto più
fondamentali, tenendo presente che andavano trattati come bambini
solo rispetto alla loro ignoranza, ma non certo alla loro
innocenza".
Tre giorni dopo
la resa di Cha-Lipun, Crook dichiarò formalmente che la guerra era
finita e inviò un messaggio di elogio alle truppe, ben presto
seguito da una citazione del comandante di divisone Schofield.
Però, non tutte
le colonne vennero richiamate perchè uno dei principali capi nemici,
Delshay, non si era ancora arreso. Ma il 25 aprile la sua rancheria
nella zona nord orientale del bacino del Tonto, vicino all'ansa di
Canyon Creek, venne finalmente circondata e presa.
Anzichè fare la
fine degli Indiani di Salt River e di Turret Peak, Delshay si arrese
sventolando bandiera bianca ai primi spari.
Avendo
sconfitto l'ultimo dei ribelli, Crook, insieme alle sue truppe, fu
oggetto di lodi entusiastiche da parte della stampa locale e ottenne
la promozione a generale di brigata.
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