Raduno
opo una lunga marcia a tappe, le forze al
comando del Generale Crook si trovavano presso le rovine di Fort
Reno, ad almeno 150 km da Fort Fetterman, in attesa di congiungersi
con gli attesi rinforzi dei volontari indiani provenienti da varie
riserve indiane, in particolare dal Montana.
Crook descrisse in seguito il disappunto che lo
scosse quando scoprì che nel luogo dell'appuntamento non c'era
nessuno. Per questo furono mandati alcuni esploratori verso il
Montana, alla ricerca degli indiani "amici", nella speranza, a
questo punto, di riuscire a coinvolgere il maggior numero possibile.
In fondo per loro sarebbe stata una ghiotta occasione di rivalsa nei
confronti degli eterni nemici Sioux.
In ogni caso, Crook si mosse verso la tappa
successiva, il torrente Praire Dog (Cane della Prateria), un piccolo
corso d'acqua tributario del più famoso Tongue. In quei giorni si
erano uniti ai soldati numerosissimi minatori diretti verso le Black
Hills, tutta gente esperta della vita di frontiera, ottimi uomini
d'armi.
Proprio quei giorni (tra il 3 e l'11 giugno
1876) presso il Praire Dog costarono caro a Crook.
Erano di passaggio da quelle parti alcuni
cacciatori Cheyenne - tra loro anche il famoso Wooden Legs (Gambe di
Legno) - che stavano ricongiungendosi al resto dell'accampamento di
"ostili" presso il fiume Rosebud. Furono loro, da sempre allenati a
cogliere qualunque segnale di presenza umana o animale, a notare la
presenza dei soldati bianchi. Dalla cima di una gobba collinosa
ebbero la certezza di quanto avevano intravisto: c'era proprio un
grande campo militare laggiù!
Dal campo di Crook si stavano allontanando
degli indiani che i Cheyenne avrebbero voluto attaccare. Per fortuna
Wooden Legs e gli altri "lupi" non si sbilanciarono, preferendo una
rapidissima marcia verso il Rosebud, per avvisare gli indiani amici.
A conti fatti questa decisione fece la differenza perché
l'accampamento indiano di Toro Seduto e Cavallo Pazzo non era allora
molto popolato e non superava le 400 tende. Moltissimi indiani,
gruppi interi di cacciatori o di indiani che svernavano nelle
riserve, avrebbero raggiunto gli altri in tempo per lo scontro
finale, a partire dal 17 giugno.
Dal campo indiano partirono alcune decine di
guerrieri, incaricati di vigilare su quanto faceva Crook. Alcuni non
si limitarono a controllare i soldati e, non sapendo resistere alla
tentazione rappresentata dalle centinaia di cavalloni americani
chiusi nei corral, tentarono un paio di razzie che diedero vita,
infine, a scaramucce con i militari.
La svolta si registrò il 14 giugno quando
arrivarono al punto di raduno gli attesi rinforzi indiani
provenienti dal Montana. Erano Absaroka (Crow) e Shoshoni convinti
dagli esploratori di Crook a combattere contro i Sioux.
I primi erano 176, mentre i secondi erano 86 ed
erano assai meglio armati dei Crow. Non solo! Gli Shoshoni erano
stati addestrati da un ex-ufficiale dell'esercito confederato ed
erano in grado di combattere esattamente come un reparto di soldati
bianchi. Tra gli Shoshoni vi era anche un gruppo al seguito del
famosissimo capo Washakie che da sempre si era mostrato amico dei
bianchi.
Il loro arrivo suscitò l'entusiasmo dei
soldati. Ci furono feste ed esibizioni, oltre che sfilate e
dimostrazioni di abilità. Gli indiani erano giunti al raduno con i
loro vestiti migliori, completamente truccati, con le armi addobbate
alla maniera degli indiani delle pianure. alcuni tra loro spiegarono
il motivo del grande odio per i Sioux ed i loro alleati. "Queste
sono terre che ci appartengono per diritto ereditario - dissero i
Crow - ed i Sioux ce le hanno rubate con la forza. Nessun
bianco ci ha mai trattato male e nessuno scalpo di bianco orna le
nostre tende o le nostre armi!"
[continua]
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