Il momento dell'azione
a colonna militare guidata dal Generale Crook
rimase accampata fino al 15 giugno. In quel giorno egli decise di
muovere le truppe in direzione del Rosebud, dove si pensava che si
fossero accampati i molti indiani "ostili". Già di primo mattino del
16 giugno i soldati trovarono tracce fresche di indiani e queste
puntavano dritte verso il Rosebud. Dunque i soldati procedevano
bene! Ogni uomo portava con sé scorte per soli 4 giorni, un periodo
di tempo che si riteneva più che sufficiente per sconfiggere gli
indiani e fare rientro al campo base ove restavano le salmerie e
tutti i carri.
Il 16 giugno la lunga colonna di Crook mosse
decisamente verso il Rosebud, abbandonando il Goose. Quando i
soldati furono ormai arrivati alle sorgenti del Rosebud, alcuni
scout indiani si accorsero della presenza di una notevole mandria di
bisonti che era stata disturbata da qualcuno. Fu subito evidente che
quel "qualcuno" erano i cacciatori Sioux e che il loro campo doveva
essere vicino.
In quel momento la grande forza militare
comandata dal Generale Crook poteva contare su circa 1000 soldati
regolari, circa 260 volontari Absaroka e Shohoni e quasi 100 tra
civili e minatori del Montana. Una forza che rassicurava i soldati
che ne facevano parte e che ringalluzziva gli indiani alleati che
erano già proiettati verso la "grande battaglia".
Si moltiplicarono gli "incontri" tra "ostili" e
scout di Crook, finché fu ormai chiarissimo che il campo nemico -
quello guidato da Toro Seduto e Cavallo Pazzo - era vicino. La
realtà era leggermente diversa perché il campo era tenuto
costantemente informato dai propri esploratori sulle mosse dei
soldati e, ad ogni buon conto, si trovava lungo il Torrente della
Cenere, un affluente del Little Bighorn. Proprio quel giorno il
consiglio dei capi aveva deciso la sua mossa: i guerrieri sarebbero
andati incontro ai soldati.
Nel campo di Toro Seduto c'erano allora circa
800 guerrieri e di questi ben 700 seguirono Cavallo Pazzo e Toro
Seduto contro Crook. La guida dei guerrieri era chiaramente Cavallo
Pazzo, specialmente perché Toro seduto era impossibilitato a
combattere, provato com'era dalla recente Danza del Sole in cui
aveva fatto dono di decine e decine di pezzetti di carne tagliata
via dalle sue braccia. Gli indiani non erano solo Sioux. Con loro
c'erano anche Cheyenne e rappresentanti di altre Nazioni alleate.
I guerrieri si mossero dal loro grande campo
divisi per gruppo di appartenenza e, all'interno dei gruppi, per
congregazioni guerriere. Il viaggio fu la prova che qualcosa era
cambiato nell'approccio degli indiani alla battaglia coi soldati.
Nessuno usciva dalle file (anche per via di un forte controllo degli
Akicita, i guerrieri incaricati di vigilare sul gruppo) e a nessuno
passò per la mente di lanciarsi in un'azione volta alla conquista di
un "colpo". Tutti restarono concentrati sull'obiettivo finale e
nella notte tra il 16 ed il 17 giugno, dopo ore ed ore di marcia
ininterrotta, la rete si era ormai tesa attorno alle truppe di Crook.
Fu allora che l'istinto dei Crow e degli
Shoshoni gli fece intuire che i Sioux erano vicinissimi. E fu perciò
che gli esploratori rifiutarono di allontanarsi troppo dal campo.
[continua]
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