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A cura di Sergio Mura

Il momento dell'azione

L

a colonna militare guidata dal Generale Crook rimase accampata fino al 15 giugno. In quel giorno egli decise di muovere le truppe in direzione del Rosebud, dove si pensava che si fossero accampati i molti indiani "ostili". Già di primo mattino del 16 giugno i soldati trovarono tracce fresche di indiani e queste puntavano dritte verso il Rosebud. Dunque i soldati procedevano bene! Ogni uomo portava con sé scorte per soli 4 giorni, un periodo di tempo che si riteneva più che sufficiente per sconfiggere gli indiani e fare rientro al campo base ove restavano le salmerie e tutti i carri.

Il 16 giugno la lunga colonna di Crook mosse decisamente verso il Rosebud, abbandonando il Goose. Quando i soldati furono ormai arrivati alle sorgenti del Rosebud, alcuni scout indiani si accorsero della presenza di una notevole mandria di bisonti che era stata disturbata da qualcuno. Fu subito evidente che quel "qualcuno" erano i cacciatori Sioux e che il loro campo doveva essere vicino.

In quel momento la grande forza militare comandata dal Generale Crook poteva contare su circa 1000 soldati regolari, circa 260 volontari Absaroka e Shohoni e quasi 100 tra civili e minatori del Montana. Una forza che rassicurava i soldati che ne facevano parte e che ringalluzziva gli indiani alleati che erano già proiettati verso la "grande battaglia".

Si moltiplicarono gli "incontri" tra "ostili" e scout di Crook, finché fu ormai chiarissimo che il campo nemico - quello guidato da Toro Seduto e Cavallo Pazzo - era vicino. La realtà era leggermente diversa perché il campo era tenuto costantemente informato dai propri esploratori sulle mosse dei soldati e, ad ogni buon conto, si trovava lungo il Torrente della Cenere, un affluente del Little Bighorn. Proprio quel giorno il consiglio dei capi aveva deciso la sua mossa: i guerrieri sarebbero andati incontro ai soldati.

Nel campo di Toro Seduto c'erano allora circa 800 guerrieri e di questi ben 700 seguirono Cavallo Pazzo e Toro Seduto contro Crook. La guida dei guerrieri era chiaramente Cavallo Pazzo, specialmente perché Toro seduto era impossibilitato a combattere, provato com'era dalla recente Danza del Sole in cui aveva fatto dono di decine e decine di pezzetti di carne tagliata via dalle sue braccia. Gli indiani non erano solo Sioux. Con loro c'erano anche Cheyenne e rappresentanti di altre Nazioni alleate.

I guerrieri si mossero dal loro grande campo divisi per gruppo di appartenenza e, all'interno dei gruppi, per congregazioni guerriere. Il viaggio fu la prova che qualcosa era cambiato nell'approccio degli indiani alla battaglia coi soldati. Nessuno usciva dalle file (anche per via di un forte controllo degli Akicita, i guerrieri incaricati di vigilare sul gruppo) e a nessuno passò per la mente di lanciarsi in un'azione volta alla conquista di un "colpo". Tutti restarono concentrati sull'obiettivo finale e nella notte tra il 16 ed il 17 giugno, dopo ore ed ore di marcia ininterrotta, la rete si era ormai tesa attorno alle truppe di Crook.

Fu allora che l'istinto dei Crow e degli Shoshoni gli fece intuire che i Sioux erano vicinissimi. E fu perciò che gli esploratori rifiutarono di allontanarsi troppo dal campo.

[continua]

 

In marcia.Tutti restarono concentrati sull'obiettivo finale e nella notte tra il 16 ed il 17 giugno, dopo ore ed ore di marcia ininterrotta, la rete si era ormai tesa attorno alle truppe di Crook.

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Capo Washakie degli Shoshoni

Crook

 

 

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