La battaglia
in dalle primissime ore del mattino Crook mise in marcia la
colonna che era ai suoi ordini. Dalle 3 in poi percorsero alcuni
chilometri lungo il Rosebud. Una parte dei soldati attraversò il
fiume e si dispose a ridosso di una zona molto accidentata, mentre
il resto delle truppe restò dall'altra parte della riva. Era la
posizione prescelta dal Generale per dar battaglia, quando era certo
che questa stava per scatenarsi.
Quella disposizione - a cose fatte - non mancò di suscitare
commenti poco positivi, per via della difficoltà a difendersi, ma in
quella zona non c'era effettivamente di meglio e, più indietro c'era
anche il gruppo di Cavallo Pazzo che attendeva impaziente.
L'attacco fu comandato da Toro Seduto e Cavallo Pazzo all'alba. I
guerrieri aggredirono subito i Crow e gli Shoshoni da nord,
coinvolgendo nella battaglia anche parte della fanteria di guardia
la campo. Per quasi mezz'ora i guerrieri Sioux e Cheyenne
attaccarono senza sosta, costringendo i nemici a rifugiarsi
all'interno dell'accampamento, trascinando con difficoltà i molti
feriti.
In questo frangente si verificò un episodio che sarebbe stato
riportato da tutti i presenti. Nell'attacco dei Sioux venne a
trovarsi anche il figlio diciottenne del grande capo Nuvola Rossa.
Il suo nome era Nuvola Rossa Jack. Aveva vissuto sempre nella
riserva e non aveva partecipato ad azioni guerresche. Perciò, quando
si presentò in battaglia con il copricapo di piume del padre -
adorno di decine di piume attestanti altrettanti episodi eroici -,
si rese ridicolo. Nell'attacco, poi, fu subito disarcionato e
costretto ad una fuga precipitosa nel corso della quale gli furono
sottratti il copricapo ed il fucile winchester del padre e lui
stesso venne frustato da un Crow. Per sua fortuna si accorse del
fatto Cavallo Pazzo che accorse in sua difesa con un gruppo di Sioux
salvandolo dal peggio.
I guerrieri di Cavallo Pazzo attaccarono con grande veemenza e
decisione, senza lasciare respiro agli avversari. Crook fece subito
intervenire i soldati della fanteria e parecchi tra i minatori,
tutti armati con fucili a lunga gittata. Nascosti ovunque fosse
possibile, i soldati presero di mira gli indiani, cercando di
sgombrare il campo e liberare dall'attacco gli alleati Crow e
Shoshoni. Le pallottole presero a fischiare vicinissime ai Sioux che
decisero di non attendere oltre e di lasciare quel primo fronte.
La tattica seguita dagli attaccanti era abbastanza semplice,
eppure innovativa per gli indiani delle pianure. Si trattava di
attaccare senza sosta, correndo da una parte all'altra,
approfittando di ogni momento di sosta tra gli spari per evitare
inutili perdite. Gli indiani ricevettero anche la raccomandazione di
lasciare perdere la ricerca degli atti di eroismo che nella loro
società erano sempre premianti. Dovevano solo combattere
decisamente, uccidere gli avversari, spaventarli con urla terribili
e con le facce truccate nella semioscurità dell'alba. Ai soldati
parve di avere di fronte migliaia di avversari, coraggiosi come mai
in passato. Si deve considerare che gli indiani erano abituati a
combattere in cerca di gesti eroici o di bottino; non riconoscevano
alcun capo ed ognuno era autorizzato a comportarsi come meglio
credeva. La svolta decisa da Cavallo Pazzo lasciò il segno nella
battaglia, anche se non tutti i guerrieri lo seguirono. Un gruppo
preferì tenersi fuori dalla mischia e si accese il fuoco in cima ad
un colle per fare colazione in tutta tranquillità e questo fatto fu
notato da indiani e soldati.
In seguito vennero aperti numerosi altri fronti di battaglia ed i
guerrieri Sioux e Cheyenne sciamarono da tutto intorno al campo,
aggredendo i soldati ed i loro alleati fin dentro il loro campo.
Crook reagì molto duramente schierando i suoi soldati su più file e
comandando alcune cariche di cavalleria che fecero allontanare gli
indiani nemici.
La battaglia infiammò tutta la valle in mille rivoli di
combattimento. I soldati restarono sotto il fuoco indiano per lunghe
ore, mentre questi organizzavano ondate di attacchi che consentivano
a tutti di riposare un po'.
Verso le 11 del mattino un famoso capo di guerra Cheyenne, Arriva
in Vista, fu sbalzato da cavallo rimanendo esposto all'attacco degli
Absaroka. Quando la sua vita era ormai appesa ad un filo sottile,
fece il suo ingresso spettacolare sua sorella, Donna della Pista del
Bisonte che tra spari e frecce riuscì a portar via il capo Cheyenne,
salvandogli la vita, mentre altri indiani ne coprivano la ritirata.
Nel caos della battaglia furono i soldati a farne le spese in
modo maggiore. Non erano abituati a combattere in maniera
disordinata né gli era mai capitato di scontrarsi con indiani che
non si ritiravano di fronte a forze preponderanti dell'esercito. Fu
quello il momento dei gesti eroici degli scout indiani amici di
Crook e dei gruppi di Absaroka e Shoshoni. Tra gli ultimi si
distinsero quelli di capo Washakie. Questi salvarono innumerevoli vite e combatterono eroicamente
per la causa dei bianchi.
Agli spari si sostituì talvolta il rumore delle mazze nel corpo a
corpo e molti soldati e guerrieri trovarono la morte in quel modo.
La tattica degli attaccanti, però, risultò vincente perché
consentiva di avere guerrieri sempre pronti ad approfittare di ogni
distrazione o pausa degli avversari. Alcune compagnie di soldati si
trovarono isolate in mezzo a nugoli di guerrieri urlanti e
rischiarono la decimazione. I morti venivano talvolta scalpati sul
posto ed anche qualche ferito rischiò o subì lo stesso trattamento.
Solo verso mezzogiorno si registrò una piccola pausa nei
combattimenti, una pausa che consentì allo stato maggiore di Crook
di fare il punto della situazione e di concludere che se gli indiani
combattevano in modo così diverso dal solito e così accanitamente
era certamente perché stavano tentando di difendere il loro
accampamento che, evidentemente, era nelle immediate vicinanze.
Perciò una pare della cavalleria tentò una rapida sortita lungo il
Rosebud, alla ricerca dei campo nemico. La battaglia si riaccese
immediatamente su tutti i fronti, con gli indiani "ostili" ben
nascosti dietro ogni possibile riparo, ben decisi a sparare su tutti
i soldati allo scoperto.
La sparatoria ed il rischio di lasciare la fanteria senza alcuna
protezione spinsero Crook a richiamare i soldati che erano usciti
dal campo. Quando questi fecero ritorno erano ormai quasi le 13 e
gli indiano continuavano ad aggredire i soldati nel loro campo. I
cavalieri si trovarono per caso alle spalle dei Sioux che, tra
l'altro, erano ormai a corto di munizioni. Ne seguì una carica molto
violenta che costrinse i guerrieri di Cavallo Pazzo a cercare riparo
e, subito appresso, una via di fuga.
A nulla valse l'inseguimento dei guerrieri che riuscirono a
sganciarsi, separandosi in moltissimi piccoli gruppi difficili da
scovare e combattere se non a rischio di continue imboscate in quel
territorio accidentato.
In questa maniera, alle 14,30 finì la battaglia del Rosebud.
Crook provò a condurre la sua colonna lungo il Rosebud, ma il
rifiuto di tutti i suoi alleati lo indusse a desistere ed a fare
rientro al campo base, ponendo definitivamente le tende presso il
Goose e sospendendo la sua parte della campagna del 1876.
Crook parlò di una grande vittoria dei soldati e degli indiani
alleati, lamentando perdite assai ridotte (circa 10 morti e 21
feriti) a fronte di decine di indiani dati per uccisi. Naturalmente
si tratta di una fonte di parte che va posta in relazione e
confrontata con quanto sostenuto dagli indiani guidati da Cavallo
Pazzo e Toro Seduto che ebbero modo di vantare una loro vittoria.
Cifre contrastanti e versioni chiaramente differenti non levano
di mezzo un dato di fatto: con la battaglia del Rosebud una punta
del tridente di attacco pensato dai grandi capi dell'esercito
americano era fuori uso, chiusa in un campo ben lontano dall'azione
che ci sarebbe stata di lì a poco nei pressi del Little Bighorn.
A fare la differenza fu Cavallo Pazzo. Il suo fortissimo
ascendente e la grande capacità di offrire agli altri il suo
personalissimo esempio di disciplina e di valori tipici indiani
furono in grado di trasformare un insieme di indiani in una
cavalleria leggera in grado di rendere inoffensiva la colonna di
Crook. Suo fu il merito di organizzare gli indiani in maniera
compatta e sua fu l'idea di condurre l'attacco come fu poi condotto,
ad ondate successive e senza esporsi in maniera inutile, disponendo
abilmente le proprie forze sul campo.
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