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A cura di Sergio Mura

Il piano

I

l piano predisposto dall'esercito era semplice: dispiegare una forza militare imbattibile e metterla a capo di ufficiali di tutto rispetto, esperti di guerre indiane e di comando in tempo di battaglia. Questa forza radunava le migliori guarnigioni della frontiera e fu divisa in tre enormi colonne che avanzavano verso l'obiettivo indiano da tre diverse direzioni, da est, sud ed ovest. Gli "ostili" al seguito di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo non avrebbero mai e poi mai avuto alcuna possibilità di fuga o di salvezza. Avrebbero incassato la più sonora sconfitta della loro storia ed avrebbero fatto un mesto ingresso nelle tristi riserve del Dakota.

Queste, almeno, erano le intenzioni degli strateghi dell'esercito. E l'occasione era unica! La fortissima spinta derivante dall'ennesima crisi dei mercati finanziari, la perdita di un'infinità di posti di lavoro, i ritardi nell'avanzata delle ferrovie e delle strade, tutto questo rappresentava un validissimo biglietto da visita verso la conquista delle Black Hills (in cui era stato trovato l'oro e sulle quali era in corso una continua guerra tra gruppi organizzati di minatori abusivi e guerrieri indiani che difendevano i confini del loro territorio di caccia), specialmente nei confronti di un'opinione pubblica che era - almeno all'est - poco propensa a nuovi atti di forza contro gli indiani che tutti sapevano essere nel giusto. Diversa era invece la posizione dell'opinione pubblica dell'ovest, specialmente nei posti prossimi alla frontiera. Queste persone non tolleravano che bande armate di indiani potessero circolare liberamente in un'immensa miniera d'oro (le Black Hills), impedendo ai minatori ed alle loro famiglie di tentare la via per la ricchezza individuale e del paese. La voglia di rompere i trattati ed il muso agli indiani era tale che persino l'esercito - dopo qualche timido tentativo - non riuscì più ad impedire ai bianchi di penetrare nelle grande riserva Sioux, installandosi alla ricerca dell'oro.

Tutto era pronto per l'azione e mentre le altre 2 colonne dell'esercito procedevano verso il luogo dell'incontro (e della battaglia che si presumeva finale...), quella del Generale Crook era accampata in attesa degli ultimi rinforzi.

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Complotto. La voglia di rompere i trattati ed il muso agli indiani era tale che persino l'esercito - dopo qualche timido tentativo - non riuscì più ad impedire ai bianchi di penetrare nelle grande riserva Sioux, installandosi alla ricerca dell'oro.

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George Crook e sua moglie

 

 

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