I Pueblo
Pueblo non erano propriamente gli indiani
ma i villaggi in cui vivevano alcune tribù del New Mexico e Arizona.
Tali villaggi erano fatti di case costruite con fango soprattutto
attorno a grandi muraglie di roccia; si componevano di varie stanze,
tutte collegate fra loro, e potevano raggiungere anche i cinque o
sei piani. Un villaggio della Mesa Verde aveva oltre 800 stanze che
ospitavano altrettante famiglie.
Ogni villaggio era fortificato da parapetti di
difesa e raggiungibile solo per mezzo di scale che in caso di
pericolo venivano ritirate.
Il ‘pueblo’ di Mesa Verde è uno dei più belli e
spettacolari, soprattutto per come giace adagiato su di uno sperone
roccioso, il più grande invece è il ‘pueblo bonito’ nella vallata
del Chaco Canyon, New Mexico.
Questi pueblo vennero costruiti da un popolo
che gli antropologi chiamano col nome di “Anasazi”, erano vere e
proprie città che però furono abbandonate prima della venuta
dell’uomo bianco, probabilmente a causa delle siccità e dei continui
attacchi da parte degli “Atabaschi”, gli antenati degli Apache e dei
Navajo.
I pueblo erano generalmente rettangolari con
stanze quadrate, senza finestre e collegati alla base e ai piani
superiori da scalette a pioli; i villaggi avevano poi delle stanze
sotterranee a forma circolare chiamate ‘Kiwa’ che erano usate solo
da uomini per le cerimonie religiose o dai clan per le iniziazioni
dei componenti.
Dalle loro abitazioni presero il nome di
‘Pueblo’ anche gli indiani che le abitavano. Dopo la scomparsa degli
Anasazi i loro discendenti si divisero in varie tribù che
costruirono nuovi pueblo nelle pianure o alla base delle montagne; i
principali gruppi di questi sono gli Hopi, gli Zuñi, i Keres e i
Tano e in seguito furono a loro associati altre due popolazioni
dell’Arizona, i Pima e i Papago.
Ad alcune di queste tribù, dopo averle
convertite al cattolicesimo, furono imposti nomi quali San
Idelfonso, Santa Chiara ecc. Ancora oggi tali nomi vengono usati per
designare alcuni indiani ma sono frutto dell'influenza dei bianchi
non una scelta dei nativi e del resto furono proprio gli Spagnoli a
chiamare ‘Pueblo’ le cittadine e gli indiani che le abitavano.
Questi indiani erano particolarmente bravi
nella tessitura su telai e le coperte che intrecciavano servivano
per gli scambi commerciali con i Navajo, gli Ute e gli Yaqui; anche
i loro vasi erano molto apprezzati, la lavorazione della creta era
fra le piu belle. Inoltre, in una terra in cui vi era scarsità di
acqua, erano divenuti ottimi agricoltori; scavarono enormi cisterne
in cui raccogliere l’acqua piovana e con essa irrigarono grandi
estensioni di terreno che rappresentavano un bene comune.
Gli Sciamani (uomini medicina) rivestivano
grande importanza specialmente quando si trattava di ingraziarsi il
Grande Mistero affinché inviasse la preziosa pioggia della quale,
tra l'altro, nessuno si permetteva di sprecarne una sola goccia.
Erano, tutto sommato, anche buoni cacciatori di
cervi, antilopi, orsi e puma e occasionalmente si spingevano nelle
pianure per cacciare il bisonte, ma usavano anche costruire trappole
per uccelli e piccoli mammiferi e, in sostanza, erano popolazioni
pacifiche e laboriose spesso prese di mira dei predoni Navajo e
Apache, in caso di attacco essi si rifugiavano nei loro pueblo,
tolte le scalette bersagliavano dall’alto i loro nemici ma spesso,
data la loro indole poco feroce, gli assalitori riuscivano a rubare
parte del raccolto, uccidere diversi difensori e rapire donne e
bambini da usare poi come schiavi.
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