Sam Peckinpah
rascibile,
violento, alcolizzato,defenestratore di produttori, grande
amico,cuore tenero con le prostitute, figlio di un irlandese e di
una messicana, dicono avesse sangue indiano nelle vene. Un vero
westerner, forse l’ultimo..questi era Sam Peckinpah regista di "Pat
Garrett e Billy the Kid", "La ballata di Cable Hogue", "L’ultimo
Buscadero" e molti altri. Egli forse seppe meglio raccontare
di altri un west duro, violento, triste e malinconico dove spicca
sempre la figura del loser, dove non ci sono ideali, patria,
famiglia, dove l’unico sentimento da salvare e’ quello dell’amicizia
virile in un contesto, amaro e pessimista vedi l’indimenticabile
"Mucchio selvaggio" (novantamila proiettili a salve sparati per
girarlo). Peckinpah, era un tipo pronto ad usare metodi alla
Tex Willer quando le cose sul set non andavano, di carattere
fumantino era uno che non si lasciava passare la mosca al naso. I
suoi principali nemici nel mondo del cinema ma anche le sue
principali vittime, furono i produttori con i quali si scontrò
spesso nella sua carriera registica, causa i tagli ( vere e proprie
amputazioni) ai suoi film. Uno su tutti, "Sierra Charriba",
fu letteralmente massacrato in fase di montaggio.
Così lo ricorda lo scrittore Max Evans il
suo amico più caro: ”Era un pazzo, un genio, un innovatore, un
vampiro, una persona leale, un imbroglione, un uomo che anticipava
il futuro, uno che arrivava sul set come un generale in battaglia”.
Immaginiamolo quindi alla maniera di Robert Duvall
nordista-elicotterista della cavalleria dell’aria in Apocalypse Now
ma anche munito di un retroterra ed una capacità filmica di
grandissimo spessore tanto da indurre Carlton Heston a lavorare
gratis (unico caso della storia del cinema) pur di fargli finire
Sierra Charriba.
I suoi film, non tutti western, hanno
lasciato il segno indelebile di vera poesia nichilista e sorprende
come su di lui siano stati scritti in Italia così pochi
libri. Quante volte i cinefili hanno citato la sequenza finale del
Mucchio Selvaggio come capolavoro di montaggio realizzato con 3643
inquadrature che combina ralenti a flash subliminali uniti al grande
impatto emotivo sugli spettatori, condotti passo dopo passo dai
quattro desperados fin dentro il covo del generale Mapache prima
della mattanza finale di un western che è allo stesso tempo uno dei
più malinconici e violenti di tutta la filmografia a stelle e
pistole. Quante volte chi ama il suo tipo di cinema si sarà chiesto
come fa uno nel west dopo averne viste di tutti i colori, a morire
investito da una macchina come accade a Jason Robards nella "Ballata
Cable Hogue".
Ma Peckimpah ti sorprende anche quando va in
trasferta spedendo un timidissimo Dustin Hoffman in Inghilterra con
mogliettina ed occhialini, per trasformarsialla fine come quelli
del Wild Bunch in "Cane di paglia", un mucchio selvaggio in
un interno… Oppure quando racconta una sfida on the road nel west di
oggi tra camionisti e polizia in "Convoy" o si diverte a mandare in
giro per il Messico un uomo con la testa di un altro chiusa in un
sacco in "Voglio la testa di Garcia". Ma se amiamo i nostri
cari, i nostri vecchi, come non tifare per Steve Mac Queen in gara
al rodeo della vita affinché possa regalare al padre il denaro che
serve per farlo partire in cerca di una nuova frontiera in "L’Ultimo
Buscadero"?
Strano il destino di molti negli anni
settanta, amati oppure odiati. Peckimpah era tra questi. Infatti,
oltre alla vasta schiera di assoluti estimatori del suo cinema
c’erano quelli (e non erano pochi) che lo additavano come fascista,
pazzo sanguinario, reazionario, ma da tempo Peckimpah ha lasciato un
grande vuoto e forse tranne qualche blasonata eccezione, il western
senza più il suo stile scarno, senza più i suoi perdenti ed il suo
ralenty ossessivo, senza più i protagonisti peckimpahiani maturi e
sul viale del tramonto non è stato più lo stesso. Hollywood, dal
1984, anno della sua morte, non lo vede più sbattere la porta ed
andarsene dopo l’ennesima lite con il produttore “defenestrato” ed
oggi Bob Dylan che lavorò con lui in "Pat Garrett e Billy the Kid",
con quei capelli bianchi e arruffati sembra proprio un personaggio
dei suoi film. Per questo nonostante gli anni che passano, ci manchi
e ci mancherai Sam, dannato figlio di pu**ana!
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