I cacciatori di Adobe Walls
inite le
celebrazioni, gli indiani decisero di attaccare le postazioni dei
cacciatori ad Adobe Walls. Superato quell’ostacolo allora ritenuto
piccolo (c’erano, infatti, circa 30 cacciatori), la grande
coalizione si sarebbe riversata a nord per dare vita ad una grande
razzia in tutto il Panhandle.
Poco prima
dell’alba del 27 giugno 1874 circa 700 audaci guerrieri indiani
appartenenti alla coalizione guidata da Quanah si appostarono tra
gli alberi ai lati della vecchia stazione postale. La postazione dei
cacciatori era costituita da tre vecchi edifici che stavano
sull’Adove Walls Creek dentro i quali stavano riposando, ignari del
pericolo che correvano, i cacciatori di bisonti.
Si sa, la
storia è fatta anche di incredibili coincidenze che il destino pare
si diverta a tramare. Quel mattino i cacciatori sarebbero stati
tutti trucidati nel sonno, poiché non avevano predisposto neppure
un minimo servizio di sentinella. Invece una delle travi del tetto
di una delle tre costruzioni si ruppe rumorosamente svegliando Billy
Dixon che, vistosi sveglio e senza che vi fosse una ragione precisa,
decise di uscire all’aperto.
Riuscì così a
vedere nel grigiore del primo mattino centinaia e centinaia di
guerrieri che strisciavano avanzando rapidamente verso la stazione
postale. In un balzo Billy corse a dare l’allarme ai suoi compagni
che, ben armati com’erano, riuscirono a spezzare l’ordine del primo
attacco.
Tra i
cacciatori vi era anche un certo Bat Masterson a cui la storia
riservava una certa fama come sceriffo.
Lo stesso
Billy Dixon, con un potente
fucile da caccia dotato di mirino telescopico, uccise un
guerriero indiano, sbalzandolo violentemente da cavallo, da oltre un
miglio di distanza. Il guerriero - come ammise Dixon - era in un
gruppo che comprendeva altri 15 cavalieri ed il colpo lo uccise
casualmente.
Quanah provò e
riprovò a gettare i suoi uomini all’attacco e riuscì persino a
portarli a ridosso della palizzata che difendeva Adobe Walls, ma
quei 30 cacciatori armati di ottimi fucili Sharp riuscirono ad
uccidere molti assalitori. Si stava ripetendo quello che aveva
scoperto a sue spese Nuvola Rossa durante la Battaglia dei Carri:
centinaia di indiani coraggiosi non riescono a sconfiggere la
potenza delle armi da fuoco usate da uomini esperti e ben riparati
da postazioni difendibili.
Dopo tre
giorni di assedio e di continui tentativi di attacco Quanah decise
che evidentemente la magia di Isa-Tai non aveva funzionato e si
ritirò con i suoi guerrieri. La battaglia di Adobe Walls era finita
ed i cacciatori, per un caso assolutamente fortuito e provvidenziale
(per loro!), contarono tre soli morti. Tutti gli altri si diedero da
fare a mozzare la testa dei guerrieri indiani i cui corpi erano
rimasti in prossimità delle loro postazioni e ad appenderla sui pali
che cingevano la stazione postale.
La grande
razzia non finì quel giorno. Gli indiani si gettarono con tutte le
loro forze nelle pianure meridionali dal Texas al Colorado. I morti
non si contarono da entrambe le parti ed alla fine venne il momento
di una forte iniziativa militare che provò la strategia della terra
bruciata. I soldati incendiarono i campi, uccisero le mandrie dei
cavali indiani. Si spinsero persino verso Palo Duro, un burrone fino
ad allora sconosciuto ai bianchi, in prossimità del quale trovarono
un grosso accampamento di Comanche, Cheyenne e Kiowa. Gli indiani
furono dispersi ed i soldati uccisero oltre 1000 cavalli. Arrivò
l’autunno, una stagione in cui gli indiani smettevano le attività
guerresche ma i soldati non gli diedero tregua e continuarono ad
inseguirli ovunque, senza dar loro il tempo di reintegrare le scorte
e riposarsi. A questo punto gli indianid ecisero di rientrare nelle
riserve, prima alla spicciolata e poi in massa.
Per ultimi
arrivarono i Quahadi di Quanah Parker. Il primo guerriero del gruppo
arrivò nella riserva in aprile del 1875 mentre Quanah ed il resto
della tribù arrivarono a Fort Sill il 2 giugno.
Si chiudeva
tragicamente il tempo della libertà degli indiani delle pianure
meridionali.
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