La storia dei Cherokee
l
nome Cherokee deriva probabilmente dalla parola “Chiluk-ki”, un
termine in lingua Choctaw che significava “Popolo delle
Caverne”. I Cherokee, appartenenti al gruppo linguistico irochese,
sono una delle cosiddette "Cinque Tribù Civilizzate", un
modo stravagante usato per la prima volta nel 1876 nei rapporti
dell’Ufficio Indiano. Voleva essere un modo per rendere in qualche
modo merito a quella gente di essersi data un governo stabile,
efficiente ed estremamente avanzato. Queste tribù avevano un loro
governo costituzionale, sul tipo di quello degli Stati Uniti, le cui
spese erano sostenute per mezzo di fondi comuni. Anche il loro
livello culturale era molto elevato.
Nel Settecento crearono un
"alfabeto indiano" che venne perfezionato dal letterato Sequoyah nel 1821.
Vivevano
vicino ai Grandi Laghi, da dove migrarono in seguito verso il
Sud-Est, diventando forse il più grande e potente popolo di quella
regione. La loro cultura tradizionale includeva l'agricoltura
(mais), la caccia, villaggi stabili, e un cerimonialismo molto
sviluppato. Sapienti nella coltura delle erbe, essi svilupparono una
grande conoscenza sull'uso delle erbe come medicinali, conoscenze
che tuttora vengono applicate. Inoltre essi svilupparono il concetto
di "ecologia e sopravvivenza", che peraltro era alla base
della loro antica cultura. Al contatto con i bianchi, i Cherokee cercarono di fondere la
loro cultura con quella dei loro coloni. Questo costò loro la
perdita di gran parte del territorio che avevano colonizzato fin dal
XIV sec.; nel 1807 furono privati dal governo americano dei tre
quarti dei possedimenti loro rimasti. Ciononostante stipularono un
trattato di pace e nel 1825 fondarono anche una cittadina moderna,
capitale del loro Stato; vi risiedeva il parlamento, che promulgò
leggi secondo uno schema giuridico di tipo europeo ma di tradizione
indiana (proprietà comune delle terre, uguaglianza di tutti i
cittadini, protezione degli orfani, istruzione obbligatoria,
abolizione della vendetta del sangue). Al tempo delle lotte tra
Francia, Inghilterra e Spagna, come pure nella guerra d'Indipendenza
americana, furono sempre alleati degli Inglesi. Nel 1830, Una serie
di fraudolenti contratti e trattati di acquisto delle loro terra
coinvolsero i Cherokee. Il Trattato di New Echota (1835), con il
quale una piccola parte dei rappresentanti della tribù vendette
oltre due milioni di ettari di terra della tribù, fissava il
termine di 3 anni affinché i Cherokee lasciassero quelle terre. La
grande maggioranza della Nazione ripudiò il documento. Quando
furono invitati dai coloni della Georgia ad abbandonare le terre,
che erano desiderate perché estese e fertili, e a spostarsi al di là
del Mississippi, si opposero ricorrendo alla corte suprema, che
riconobbe il loro diritto. Tuttavia il presidente Andrew Jackson
rifiutò di applicare la sentenza e i Cherokee dovettero, nel 1838,
cedere alla forza: perseguitati, e spesso massacrati senza ragione,
i superstiti (la metà circa) raggiunsero l'Oklahoma, dove furono
rinchiusi nella riserva indiana, ma un terzo dei deportati morì
durante la marcia di trasferimento, oggi ricordata come L’Infame
Sentiero Delle Lacrime. I superstiti, giunti nel Territorio Indiano,
si unirono ad altre quattro tribù: Chickasaw, Choctaw, Creek e
Seminole per formare il nucleo oggi chiamato "Le Cinque Tribù
Civilizzate". Tutti i territori tribali furono persi nel 1860,
giacchè le Cinque Tribù si erano schierate con il Sud durante la
Guerra Civile. E ancora nel 1880, il governo federale abolì la
proprietà tribale delle terre. Quando nel 1907, il Territorio
Indiano divenne lo stato dell'Oklahoma, tutte le terre già
appartenute agli Indiani furono aperte all'insediamento dei bianchi.
La
loro popolazione ammonta oggi a circa 7.000 individui, che vivono
nei circa 56.000 acri della Riserva Cherokee del North Carolina. Il
nome Cherokee è rimasto in alcuni centri degli Stati Uniti, fra cui
Cherokee nello Iowa (circa 7.000 ab.), centro commerciale e di
industrie varie.
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