econdo la Barr, tra la cattura di dicembre del 1737, e il
“processo di giugno del successivo 1738”, Cabellos Colorados
provò a trattare con i suoi catturatori, chiedendo agli spagnoli
di permettere ad una delle donne di ritornare alla sua ranchería,
onde procurare cavalli con cui comprare la loro libertà. Il
governatore la fece liberare….ma la rancheria apache era stata
nel frattempo attaccata dai Caddo, che in questo assalto
uccisero 12 persone, catturarono due ragazzi e rubarono tutti i
cavalli.
Quindi la donna ritornò a Bexar portando solo carne di
bisonte per il gruppo imprigionato….e alcune pelli in regalo per
placare gli spagnoli. Nel mese di Agosto del 1738, un anziano
apache, accompagnato da alcune donne, disse di non potere
offrire nessun cavallo…..ma aggiunse di aver visitato diverse
bande apache, chiedendo loro di cessare tutte le incursioni.
Nella sostanza, l’uomo offrì un accordo di pace in cambio dei
prigionieri, ma il governatore Bazterra rifiutò. L’anziano
apache provò infine a scambiare un cavallo e un mulo in cambio
della sua anziana moglie, che si trovava tra i prigionieri, ma
Bazterra rifiutò di nuovo. A quanto pare, nessuna offerta di
pace poteva compensare il desiderio degli spagnoli di punire
qualcuno, per gli attacchi degli Apache, che si erano presi
gioco delle loro forze presidiali nei precedenti anni.

Più dettagliatamente, anche W. Dunn menziona queste trattative,
fornendo altri “particolari”…..veri, oppure costruiti a tavolino
dagli spagnoli, per avvalorare il processo su “L’Infedeltà degli
Apache” :
Alcuni giorni dopo l'arresto di Cabellos Colorados e la sua
banda, il capo chiese che uno dei prigionieri fosse liberato e
mandato ad informare la tribù del loro arresto, in modo che i
loro parenti potessero restituire i cavalli che erano stati
rubati nell'ultima incursione e riscattare così la loro
prigionia. Per intraprendere questa ambasciata, la scelta
ricadde su una delle squaw, che promise di ritornare entro venti
giorni. Ma lei non ritornò che dopo quaranta giorni, riferendo
di avere eseguito la missione e che c'erano alcuni indiani nelle
vicinanze con sedici cavalli, per scambiarli con i prigionieri
apache nel presidio. In quel momento un grande numero di cavalli
entrò in vista degli spagnoli e Urrutia, sempre più prudente,
inviò degli esploratori per vedere ciò che stava accadendo. Gli
esploratori riferirono di aver visto più di mille indiani armati
nelle vicinanze e che i cavalli erano solo un trucco per portare
fuori dal presidio i soldati, in modo da poterli uccidere e
liberare i prigionieri.
Gli indiani restarono nel loro campo per
cinque giorni, ma il prevenuto Urrutia non uscì per incontrarli,
come aveva fatto Almazán nel 1732. Alcuni cavalli portati dalla
squaw vennero riconosciuti come appartenenti a cittadini e
soldati, che erano stati rubati nella incursione a El Cíbolo. La
squaw disse di non era stata in grado di portare più cavalli in
quel momento, ma aggiunse che il “capitán grande” li avrebbe
ottenuti tutti e che li avrebbe inviati presto. La domenica
seguente, 28 gennaio 1738, accompagnata da un altra squaw, la
donna apache ripartì dal presidio, promettendo di portare il
resto dei cavalli. Il 4 aprile ritornò con un compagno diverso,
portando solo carne di bufalo per gli indiani incarcerati e
alcune pelli per il capitano Urrutia. Nonostante questo, vennero
trattati gentilmente e a loro venne permesso di lasciare il
presidio. Non si seppe più nulla della squaw fino al 22 maggio,
quando un vecchio indiano e sua moglie arrivarono al presidio
con tre piccoli carichi di carne di bufalo per i prigionieri, e
alcune pelli da commerciare con i soldati. Questi riferirono che
la squaw era molto lontana, e stava radunando tutti i cavalli
degli spagnoli e che sarebbe tornata in breve tempo. Per far si
che gli spagnoli comprendessero il ritardo, egli disse di essere
venuto ad informarli delle loro buone intenzioni, assicurandoli
che gli Apache erano sinceri. Il vecchio guerriero apache e sua
moglie furono trattati bene, e il 25 maggio se ne andarono.

Ma Urrutia considerò Cabellos Colorados la causa dei molti
oltraggi subiti dagli spagnoli, vista la sua grande influenza e
reputazione tra la sua gente. Secondo Urrutia, si vociferava che
questo capo, prima del suo arresto, fosse entrato in accordo con
il “capitán grande” delle tribù Apache per rubare tutti i
cavalli dei presidios di Béxar, Rio Grande, Coahuila e
Sacramento, dopo di che avrebbero massacrato gli abitanti
stessi. Considerata la grande reputazione di Cabellos Colorados,
il governatore Orobio Bazterra, nel giugno del 1838, tenne
un'indagine circa la parte avuta da Cabellos Colorados nei
passati saccheggi apache.
Questa indagine venne condotta nel solito modo spagnolo, con
l’abituale interrogatorio e con l'insieme di domande, alle quali
molti testimoni risposero. E’ dalle prove portate in questa
occasione che otteniamo molte delle nostre informazioni
riguardando i menzionati saccheggi degli anni 1734-1738. Dai
risultati dell’indagine, gli spagnoli si convinsero che Cabellos
Colorados era un uomo pericoloso, e che per questo egli doveva
essere trattenuto in prigione.
La mattina del 18 agosto 1738, la donna che era stata inviata
come messaggero e il vecchio guerriero indiano, accompagnato da
tre altri apache, ritornarono a Béxar. Dissero di essere venuti
a commerciare, ma non portarono i cavalli che avevano promesso,
perché gli Indiani del Texas (i Caddo menzionati dalla Barr)
avevano attaccato la loro ranchería, uccidendo dodici persone,
catturando cinque ragazzi e rubando non solo tutti i cavalli che
gli apache si preparavano a restituire agli spagnoli, ma anche
molti altri.
Il vecchio uomo dichiarò che, non appena egli aveva lasciato il
presidio in maggio, era andato a vedere il capo principale di
tutti gli Apache (capitan grande) e gli aveva detto che gli
spagnoli erano loro amici. Egli chiedeva il rilascio di Cabellos
Colorados e i suoi compagni. Il governatore rifiutò…..
informandolo che egli desiderava provare la buono fede degli
apache per un periodo più lungo. Inoltre, disse che i
prigionieri vivevano comodamente, senza lavorare e che erano
trattati bene. A tutto ciò, il vecchio indiano non diede alcuna
risposta, ma chiese al governatore Bazterra di rinunciare a una
vecchia donna che si trovava tra i prigionieri, dicendo che gli
avrebbe dato un mulo e un cavallo in cambio. Il governatore
rispose che egli avrebbe rilasciato la vecchia donna se i due
indiani con un occhio solo, che erano venuti con lui, sarebbero
rimasti a Bexar. A questa risposta gli Apache si misero a ridere
e i due dissero che erano disposti a rimanere. Il resto del
gruppo desiderava ritornare alle loro case, ma disse che
sarebbero ritornati presto a commerciare con gli spagnoli e che
tutti sarebbero stati buoni amici. Dopo avere scambiato le loro
pelli di bufalo, daino e il loro sale, in cambio di diversi
articoli, gli apache partirono.
Dal dicembre 1737, fino al settembre 1738 - durante la
detenzione di Cabellos Colorados e la sua banda - non vi fù più
alcun saccheggio apache a Béxar, e agli occhi degli spagnoli
questo significò che questo capo era da ritenersi il fattore
principale della guerra intrapresa dagli Apache. Ma questo non
pare corrispondere a verità, poiché nonostante Cabellos
Colorados si trovasse in prigione, il pacifico atteggiamento
degli Apaches - durato per circa un anno - arrivò al termine:
nei primi di ottobre del 1738, San Antonio de Bexar era
nuovamente sottoposta alle loro devastazioni.
W. Dunn riferisce che, non appena il governatore Bazterra sentì
parlare del rinnovo delle ostilità, ordinò che Cabellos
Colorados e i suoi compagni, unitamente alla piccola figlia del
capo di soli due anni di età, dovevano essere trasferiti a Città
Del Messico. Non è per nulla improbabile che - secondo il
costume - egli sia stato deportato in schiavitù nelle Indie o in
qualche altro luogo remoto.....
Uno degli scopi dell'indagine su Cabellos Colorados fù quello di
portare delle prove relative alla mala fede degli Apache, in
modo che il Viceré potesse conoscere le condizione di San
Antonio de Béxar e fornire mezzi di supporto.
Ma torniamo ora alla professoressa Juliana Barr...le cui
approfondite ricerche, finalmente, ci portano a conoscere la
reale destinazione e gli ultimi giorni di Cabellos Colorados e
il suo gruppo.
[continua]