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A cura di Josephine

Le ostilità

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econdo W. Dunn, nel suo “Relazioni Apache in Texas”, nel 1734 (la data esatta non compare) una banda apache comandata dal capo “Cabellos Colorados” si recò a San Antonio de Béxar per scambiare pelli, carne di bufalo e altri articoli, professando amicizia per gli spagnoli e promettendo di restare in pace con loro. Ma dopo aver lasciato il presidio, a circa una lega di distanza, incontrarono due cittadini di San Antonio (Juan de Sartuche e Andrès Cadena).

A quanto si dice, i due spagnoli vennero catturati e legati, portati via a una distanza di circa sette leghe, dove gli apache li appesero per le mani ad un un albero, danzando intorno a loro. Tutto questo sarebbe stato visto da un gruppo di soldati inviati a salvarli, ma che non riuscirono a raggiungere gli apache, che si trascinarono dietro i due prigionieri. Per molto tempo il loro destino rimase sconosciuto, ma più tardi, un giovane indiano si presentò dal governatore Sandobal, dicendo che i prigionieri erano stati schiavi degli apache per qualche tempo, ma che in un occasione avevano provato a fuggire e quindi vennero uccisi. Questo rapporto, sul destino dei due prigionieri, venne avvalorato successivamente dalla confessione di alcuni apache. Almeno, così dissero gli spagnoli...in una sorta di procedimento denominato “Infedeltà degli Apache”.



Dopo questo episodio, per circa due anni, non si sentirà parlare di alcuna ostilità nel circondario di San Antonio. Ma sul Rio Grande e nel Coahuila, altre bande apache razziavano gli insediamenti spagnoli con grande intensità. Secondo alcuni rapporti dell’epoca, sette distinti capi Apache avevano posizionato le loro rancherías sul Rio Grande, da dove si spingevano con devastanti razzie fin verso il sud del paese; il presidio di Rio Grande venne assalito con così tanta frequenza, che gli allarmati cittadini considerarono conveniente traslocare più a sud.

Ma nel 1736, anche il circondario di San Antonio provò la loro mano pesante. Il 20 settembre, frate Francisco de Frías, con una scorta di dieci soldati al comando di Bartolomé de Torralba, ritornava da San Antonio de Bexar (dove aveva portato rifornimenti) verso il Rio Grande. In un luogo chiamato Atascoso, circa quattordici leghe da San Antonio, il convoglio venne attaccato da una grossa banda apache; i soldati compresero subito il grave pericolo e si ritirarono velocemente, tuttavia, Torralba e una guida indiana rimasero feriti. Onde evitare di incontrare altre bande apache, il gruppo dovette ritornare a Bexar, dove rimase fino a quando l'ufficiale ferito e la guida non furono in grado di riprendere il viaggio.

Dopo questo attacco, gli Apache cessarono di commerciare a Béxar e continuarono i loro saccheggi per tutto il resto dell'anno. Alcuni pensavano che la loro estrema audacia fosse dovuta al fatto che molti soldati disertavano da Béxar e che gli indiani erano consapevoli della debolezza della guarnigione.

Poco tempo dopo l'attacco al convoglio, gli Apache rubarono circa quaranta cavalli dalla missione di San Francisco de la Espada. Nel tentativo di recuperarli, i soldati si lanciarono all’inseguimento e, lungo la strada, trovarono un cavallo che gli indiani avevano abbandonato. Questo cavallo sarebbe stato riconosciuto, dall’alfiere Juan Galvan, come quello comprato - tempo addietro - da Cabellos Colorados in cambio di alcune pelli. Agli occhi degli spagnoli, questo indicò che il capo Apache fosse implicato nell'incursione.

Poco tempo dopo “el robo” dei cavalli dalla missione di San Francisco de la Espada, gli Apache attaccarono nuovamente, uccidendo due donne indiane alla missione di San Juan de Capistrano e, un po' più tardi, uccisero altre 2 donne indiane alla missione di Concepción. In quest’ultima razzia, gli Apache fecero prigionieri due piccoli ragazzi indiani che erano con le loro madri. In seguito, uno dei 2 ragazzi riuscì a fuggire e ritornare a Bexar.

Alcuni mesi dopo, due fratelli - Ziprian e Dionisio de Castro - che tagliavano l'erba a una lega dal presidio vennero uccisi dagli Apache...i loro corpi vennero recuperati e portati a Béxar per la sepoltura.

Quello stesso anno, tre soldati si trovavano a caccia sui monti….ma vennero attaccati dagli Apache ed uno di loro, Joseph Maldonado, rimase ucciso. Gli altri due riuscirono a fuggire, ma lasciarono nelle mani degli indiani la mandria di cavalli formata da alcune dozzine di animali.
Nel 1737, cinque donne e due ragazzi - indiani della missione di San Francisco de la Espada - uscirono per raccogliere frutti sul Rio Medina, a una lega dalla missione. Ma una banda apache li attaccò, uccidendo le cinque donne e portandosi via i due ragazzi.

Nel settembre del 1737, i cavalli del presidio di Bexar vennero portati al pascolo sul Rio Cibolo, un luogo posto a circa sedici leghe dal presido. I cavalli vennero portati in quel luogo perché si credeva che gli Apache non lo frequentassero. Ma gli indiani scovarono il posto, rubarono più di cento cavalli e ferirono Juan Cortina, il capo dei dieci soldati che proteggevano il campo. L'incursione venne immediatamente riferita a Béxar e il capitano Urrutia inviò cinquanta uomini per cercare di recuperare i cavalli. Dopo 3 giorni di vane ricerche....nel campo su El Cibolo venne trovato un indiano, ucciso da una delle guardie durante l'attacco: nella sua mano impugnava ancora un coltello, che il luogotenente Mateo Pérez identificò come il suo, che era stato probabilmente scambiato tempo prima con gli indiani, quando questi vennero a Béxar per commerciare.

In conseguenza di questa incursione, la guardia a El Cíbolo venne aumentata a diciotto uomini e a un ufficiale, incaricati di essere particolarmente vigili. Ma nonostante le loro precauzioni, il 2 dicembre, a mezzanotte, gli Apache assalirono nuovamente il campo. I cavalli vennero spaventati e spinti verso nord, protetti dai cavalieri apache in corsa. I soldati, a causa dell'oscurità intensa della notte, non furono in grado di evitare tutto ciò, inoltre, temettero che gli apache potessero spingerli in un imboscata….cosa che accadeva spesso. Questa seconda incursione a El Cíbolo venne riferita a Béxar la notte successiva. Il capitano Urrutia ordinò immediatamente ad un gruppo di 40 uomini di dare caccia ai ladri, ma gli apache non vennero raggiunti e più di trecento cavalli andarono perduti.

[continua]

 

Imboscate. In un luogo chiamato Atascoso, circa quattordici leghe da San Antonio, il convoglio venne attaccato da una grossa banda apache; i soldati compresero subito il grave pericolo e si ritirarono velocemente.

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Sotto: Un guerriero Lipan Apache

 

 

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