PRESIDENTE PER UN GIORNO
Il generale William Henry Harrison (1773-1841) venne eletto alla
presidenza degli Stati Uniti nel 1841, ma proprio il giorno
dell’insediamento, il 4 marzo, prese una brutta polmonite e
trascorse forzatamente a letto, fra inutili cure, il brevissimo
tempo del suo mandato. Morì infatti dopo un mese, lasciando la
carica al vicepresidente John Tyler.
Harrison era stato governatore dell’Indiana e la vittoria di
Tippecanoe, ottenuta nel 1811 contro la potente coalizione
pellerossa promossa da Tecumseh costituiva il suo fiore
all’occhiello. In seguito si era distinto in alcune battaglia della
Guerra Anglo-Americana, nel 1812-14.
La sua successione creò qualche problema di legittimità
costituzionale, perché fino a quel momento il vicepresidente poteva
subentrare al presidente soltanto in via transitoria e si sarebbero
dovute indire nuove elezioni a breve termine. Invece Tyler rimase in
carica fino al 1845. Quasi allo scadere del suo mandato, gli Stati
Uniti approvarono l’annessione del Texas, resosi indipendente dal
Messico nel 1836 .
L’AUTORE DI BEN HUR
Lewis Wallace, nato nel 1827, combattente nella Guerra Messicana
nel 1846-47 e generale dell’armata nordista durante il conflitto
secessionista, coltivava con grande entusiasmo la passione
letteraria, che lo portò a scrivere e pubblicare vari romanzi.
La più famosa delle sue opere, conosciuta in tutto il mondo
grazie all’invenzione del cinema, fu “Ben Hur”, edita bel 1880,
quando Wallace aveva 53 anni ed una buona carriera politica alle
spalle. Infatti, dopo la Guerra Civile diventò governatore del New
Mexico e dell’Utah e dal 1881 al 1885 fu a Costantinopoli come
plenipotenziario. Durante la sua permanenza nel Sud-Ovest, ebbe a
che fare con il fuorilegge Billy the Kid e dovette intervenire per
porre fine alla cosidetta “Guerra della Contea di Lincoln” fra
allevatori che si contendevano i pascoli.
Wallace morì nel 1905, all’età di 78 anni.
La trama del suo libro venne portata in scena fin dal 1899, ma
dal 1907 interessò anche il cinema, che ripropose il soggetto nel
1925, girando gli esterni in Italia. L’edizione più conosciuta e di
maggior successo fu quella prodotta dalla Metro Goldwyn Mayer nel
1959, sotto la regia di William Wyler e con la superba
interpretazione di Charlton Heston nei panni del protagonista Giuda
Ben Hur. Il colossal, che si avvaleva di un cast eccezionale formato
da Stephen Boyd, Jack Hawkins, Haya Harareet, Cathy O’Donnell e
Martha Scott e durava 230 minuti, vinse 11 premi Oscar, mentre “I
Dieci Comandamenti”, girato tre anni prima e interpretato dallo
stesso Heston (Mosè) ne aveva ottenuto uno solo.
LE MANI DI BILLY IL KID
William Henry Bonney, posto che fosse questo il suo vero nome e
comunque noto come Billy the Kid, era abbastanza brutto, con i denti
sporgenti, la voce stridula e un aspetto assai meno piacevole di
quello presentato nelle finzioni cinematografiche di Arthur Penn
(“Furia selvaggia”, interpretato da Paul Newman, 1958) e Sam
Peckinpah (“Pat Garrett e Billy the Kid”, con Kris Kristofferson,
1973). Una delle caratteristiche del ragazzo-criminale, era quella
di possedere mani molto piccole e polsi sottili, cosa che il 28
aprile 1881 gli consentì una rocambolesca evasione dall’improvvisato
carcere di Lincoln, nel New Mexico,. Infatti il Kid arrivò
addirittura a sfilarsi le manette da solo, per poi uccidere gli
agenti di guardia Jim W. Bell e Bob Ollinger. Dopo aver troncato,
con un’ascia, le catene che gli legavano le caviglie, Billy si rese
irreperibile, ma la sua libertà non durò molto a lungo. La notte del
14 luglio 1881, Pat Garrett gli tese un agguato nella casa di Pete
Maxwell, a Fort Sumner, uccidendolo sul colpo con un preciso colpo
di pistola all’altezza del cuore. Il Kid aveva soltanto 21 anni, ma
si era macchiato, secondo la tradizione, di almeno 21 omicidi.
IL MEDAGLIONE DI ETHAN
Fra i tanti interrogativi che hanno assillato i critici
cinematografici nell’analisi del celebre “Sentieri Selvaggi” (la
provenienza del protagonista, la sua presunta relazione segreta con
la cognata Martha, la condizione di Debbie Edwards (Nathalie Wood)
dopo la cattura, ecc.) vi è pure l’origine del medaglione d’argento
che Ethan Edwards (John Wayne) mette al collo della nipote Debbie al
momento del suo ritorno nella casa del fratello.
In realtà non sembrano esservi troppi dubbi che il dono provenga
dall’autorità asburgica che governava il Messico sotto Massimiliano,
prima che Benito Juarez portasse a termine la sua vittoriosa
insurrezione. E’ infatti noto che, terminata la guerra di
secessione, parecchi Sudisti – come appunto Ethan (Wayne) - si
trasferirono nel Messico, per tentare un’improbabile
riorganizzazione delle loro file con l’aiuto dei Franco-Austriaci.
Si trattò di un sogno effimero e irrealizzabile, che si infranse nel
1867 con la fucilazione dell’imperatore per mano dei rivoltosi
juaristi. Il protagonista di “Sentieri Selvaggi”, sicuramente
texano, ironizza sui cavalleggeri nordisti, proprio per avere
militato nella cavalleria confederata prima di schierarsi con le
truppe di Massimiliano d’Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe.
BISTECCHE DI DINOSAURO
Durante le corse all’oro nel West, le cronache registrarono ogni
sorta di stranezze, occupandosi degli avvenimenti più inconsueti e
incredibili. Fra le burle più celebri della “gold-rush” nel Klondike,
(1896-98) vi fu quella di un ristoratore di Dawson, infastidito
dalla concorrenza, che annunciò la sensazionale scoperta di un
dinosauro, perfettamente conservato, nei ghiacci dell’Artide. Pochi
giorni dopo, l’uomo espose un cartello nel suo locale, offrendo
“bistecche di mastodonte” a 10 dollari l’una. In realtà, nei piatti
degli incuriositi clienti finiva della semplice carne di manzo e lo
stesso ideatore della burla confessò che si era trattato di uno
scherzo.
Fra i personaggi destinati a diventare famosi, che parteciparono
all’avventura del Klondike, vi fu un giovane di nome Jack London
(1876-1916) assurto poi a fama mondiale con i romanzi “Zanna Bianca”
e “Martin Eden”.