Riti sanguinari
li Skidi Pawnee (sanguinaria tribù che
celebrava sacrifici umani) erano parte integrante della Nazione
Pawnee anche se, in alcuni casi, persino da questa erano temuti.
Anche se l’origine e il destino di questo popolo (in conflittuale
rapporto con le altre tribù Pawnee) sono avvolti nel mistero, la
loro pratica dei sacrifici umani in onore alla Stella del Mattino è
cosa accertata.
L’illustre studioso George E. Hyde (nato a
Omaha nel 1882 e morto nel 1968) nella sua opera dedicata ai Pawnee
e disponibile anche in italiano (i Pawnee, Mursia 1991), ci indica
persino date precise di singoli sacrifici.
L’ultimo certamente documentato risale al 22
aprile 1838, ai danni di una quattordicenne Oglala di nome Haxti,
rapita dal suo villaggio. La sua esecuzione fu decretata da un
consiglio di ottanta notabili.
Questi sacrifici venivano celebrati a scopo
propiziatorio, nell’imminenza delle stagioni di caccia o del
raccolto del grano, ma anche per chiedere alle stelle di fugare le
epidemie. Le vittime di questi riti sanguinari, la cui origine
rimontava forse a tre secoli addietro, erano prigionieri di guerra,
in genere molto giovani. Dato che essi servivano come schiavi,
costituivano un bene prezioso e ucciderli era dunque davvero "un
sacrificio".
Ciò che sappiamo dei riti magici degli Skidi e
dei Pawnee, lo dobbiamo ad alcuni resoconti di viaggiatori bianchi
della fine settecento e primi ottocento, sgomentati dai paurosi
prodigi cui asserivano di aver assistito personalmente.
Una delle cerimonie sacre dei Pawnee (nota come
"Il Grande Trucco di Mano") poteva prolungarsi anche per venti sere
di seguito. Si trattava di un vero e proprio Festival di Magia: gli
uomini di medicina delle singole tribù (detti Kurau) gareggiavano in
incantesimi che Hyde definisce "stupefacenti".
Pare che nella capanna delle celebrazioni
comparissero "magicamente" orsi e altri animali feroci che
straziavano molti dei partecipanti al rito, dopodiché i Kurau
tentavano di resuscitarli. Se non apparivano belve, erano gli
stregoni stessi a infliggere ferite mortali, per poi operare
miracolose guarigioni.
Un’altra magia (più indolore, ma altrettanto
sorprendente) consisteva nel far germogliare i semi di grano in
pochi minuti.
Questi retaggi di cultura antica, dopo il
contatto coi bianchi, vennero repressi con non poca difficoltà dagli
stessi capi tribù, preoccupati dall’orrore e dalla paura che
destavano simili cerimonie oltre che nei bianchi, nelle altre
popolazioni indiane.
Hyde, sempre attento nel non demonizzare la
cultura tribale, ci avverte però che gli Skidi (e più in generale i
Pawnee) diventarono fedeli alleati degli americani dopo essere stati
fatti oggetto di feroci stermini di massa da parte di Apache, Sioux
e anche dai messicani.
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