Una nazione in bilico
er quasi due secoli i tre raggruppamenti che
formavano la nazione dei Piedi Neri furono considerati separati dai
bianchi e chiamati con nomi distinti: i Pikuni o Piegan, i Kainah o
Blood, e i Sisika o Piedi Neri propriamente detti.
Questi tre
gruppi, per quanto indipendenti, parlavano la stessa lingua e
avevano gli stessi costumi, si sposavano tra loro e avevano gli
stessi nemici.
Il nome di Piedi Neri, secondo l’opinione
prevalente, era derivato dal fatto che questi indiani del nord erano
eccellenti calzolai e fabbricavano mocassini probabilmente di pelle
scura.
Aldilà della loro capacità artigiana, i Piedi Neri erano
un popolo molto povero. Prima dell’incontro con i trafficanti
bianchi, usavano coltelli di pietra, non possedevano cavalli, e si
affidavano per il trasporto delle loro cose ai cani. Questo periodo
della loro storia viene infatti definito: "i giorni del
cane". Ovviamente l’uso del cane impediva loro di avere
bagagli troppo ingombranti, così le tende erano molto piccole, gli
utensili ridotti al minimo, i viveri scarsi, gli spostamenti molto
brevi. In questo periodo però la loro comunità era assolutamente
egualitaria e non conosceva differenze di ceto.
I capi non avevano
alcun reale potere, erano più che altro degli organizzatori che,
esaurito il loro compito, rientravano nel gruppo senza alcun
privilegio.
L’incontro con i mercanti di pellicce bianchi,
nel corso del secolo XVIII, cambiò profondamente la struttura
sociale dei Piedi Neri, creando ricchi e poveri.
Il metro della ricchezza era il numero di cavalli posseduti.
Una
famiglia di otto persone, composta da due maschi adulti, tre donne e
tre bambini, aveva bisogno di una dozzina di cavalli per potersi
muovere con efficienza: uno per la copertura della tenda, due per i
pali, due per i viveri, tre per le donne che portavano con loro
anche l’equipaggiamento, e due cavalli da corsa per gli uomini.
Ciascuno degli uomini doveva possedere un cavallo adatto per la
caccia al bisonte. Una famiglia di più di cinque adulti necessitava
di almeno una ventina di cavalli.
Le famiglie povere erano
molte: costrette a campare con uno o due cavalli, si accontentavano
di tende più piccole, di abiti e armi di scarsa qualità. I
capi, scelti di solito tra i membri più ricchi della tribù,
avevano il compito di aiutarle.
La virtù essenziale richiesta a un
capo era la generosità. Un capo avaro non durava a lungo.
Per
quanto riguarda i costumi di vita, i Piedi Neri non erano soggetti a
leggi complesse: il furto era punito con la restituzione del
maltolto, un delitto veniva considerato cosa privata, cioè il
compito della vendetta era affidato alla famiglia della vittima. La
poligamia non era un obbligo, né un credo, ma resa necessaria dal
fatto che le donne erano molto più numerose degli uomini (che
morivano spesso in battaglia).
I capi famiglia dicevano di
disprezzare la gelosia, ma se offrivano le loro mogli agli ospiti
era solo perché le consideravano come una loro proprietà. Se erano
esse a offrirsi, l’atteggiamento cambiava: infatti il numero delle
donne con il naso tagliato causa adulterio era molto maggiore tra i
Piedi Neri che tra i Lakota. E la punizione per un tradimento poteva
andare ben oltre.
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