utti gli appassionati di storia dei nativi americani conoscono
l’episodio della “grande fuga dei Nasi Forati”, ma forse non tutti
sono a conoscenza del fatto che il percorso attraversò uno dei
luoghi più belli del mondo: il Parco di Yellowstone. Dal 23 agosto
1877, per alcuni giorni, i Nasi Forati di Capo Giuseppe si trovarono
ad attraversare quello che solo cinque anni prima era stato nominato
“ primo parco nazionale degli Stati Uniti”. Nonostante la recente
istituzione il parco era visitato, specie nella stagione estiva, da
numerose comitive di turisti che, malgrado la possibilità di
incontrare bande di indiani “ostili”, decidevano comunque di
visitare il parco e le sue straordinarie bellezze naturali.
L’estate del 1877 riservò a ventidue di questi turisti
l’esperienza, non sempre piacevole, di un incontro ravvicinato con i
Nasi Forati in fuga dalle truppe dell’esercito. E, quindi, poco
disposti a considerare il Parco di Yellowstone come luogo di
villeggiatura e relax. Il gruppo d’avanguardia degli indiani, che
precedeva il grosso della colonna, incrociò, nel corso delle sue
perlustrazioni, due gruppi di turisti del Montana e due viaggiatori
solitari per un totale di ventidue persone. Gli indiani fecero
alcuni prigionieri, incluse due donne, che dopo pochi giorni vennero
rilasciati. Generalmente si limitarono a requisire ai turisti cibo e
armi e a costringerli a scambiare i loro cavalli con i propri
esausti pony. Tuttavia due di questi bianchi furono uccisi da
giovani guerrieri irrequieti ansiosi di vendicarsi dell’attacco
subito a Big Hole.
Capo Giuseppe, diversi anni dopo, ebbe modo di tornare
sull’episodio del Parco di Yellowstone con queste parole:
“… Marciammo poi verso il bacino dello Yellowstone. Lungo la
strada catturammo un uomo e due donne bianche. Li lasciammo andare
dopo tre giorni. Furono trattati bene. Le donne non furono molestate
Possono i soldati bianchi raccontare di aver catturato donne indiane
e di averle lasciate andare senza averle molestate ?”…
Solo pochi giorni prima dell’ingresso dei Nasi Forati, si trovava
nel parco, in viaggio di ispezione nei forti dell’ovest, nientemeno
che W. T. Sherman generale capo di tutto l’esercito degli Stati
Uniti e nemico numero uno di tutti gli indiani (quello, per
intenderci, della frase:” l’unico indiano buono è un indiano
morto”). E’ “fantastoria”, tuttavia non si può non tentare di
immaginare un diverso finale a tutta la vicenda nel caso in cui
Sherman fosse stato catturato dai Nasi Forati.