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A cura di Stefano Jacurti

Ulysses Simpson Grant

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ato nel 1822 da una famiglia di pionieri del medio ovest, abilissimo cavaliere fin da adolescente come molti nell'Ohio, conobbe presto la dura vita dei campi. Spinto dal padre verso L'accademia militare di West Point, accettò con riluttanza. Il suo rendimento in accademia infatti fu tutt'altro che brillante.
Allo scoppio del conflitto contro il Messico venne arruolato come sottotenente distinguendosi nella presa della capitale messicana. L'esperienza fatta in quella guerra gli permise di apprendere (in quanto Quarter-Master) l'importanza della logistica per un esercito in guerra. Di carattere molto riflessivo e poco loquace era incapace di farsi dei nemici.

Assolutamente negato per gli affari, che considerava "una cosa sporca" soffrì non poco la lontananza dal nucleo familiare quando, dopo la guerra, fu spedito presso un piccolo presidio militare sulla costa del pacifico. La sua sensibilità non gli impedì però di essere quanto mai fermo e saldo riguardo le decisioni da prendere. Sembra incredibile come quest'uomo così mite e semplice nella vita sia stato insieme a Lee, uno dei migliori generali americani di sempre. 

Dopo qualche problema con l'alcool a causa della lontananza dal figlio e dalla moglie rassegnò le dimissioni dall'esercito e pur laureato, si impegnò duramente presso il general store di proprietà del padre. Grant infatti detestava la noiosa vita militare in tempo di pace e il negozio del padre restò l'ultima carta da giocare per il mantenimento della sua famiglia. Allo scoppio della guerra civile Grant offrì i suoi servigi all'esercito nordista: Venne assegnato alle forze dell'Unione di stanza a Cairo.

Durante il conflitto si mise subito in luce sul fronte dell'ovest portando la bandiera stellata alle prime vittorie ed i primi sorrisi al Presidente Lincoln. Le sue imprese lo portarono lentamente ma inesorabilmente al vertice dell'esercito nordista. Con un azione fulminea nel 1862 espugnò le due fortificazioni di Fort Henry e Fort Donelson dettando una resa incondizionata e catturando una quantità enorme di uomini, armi e materiali.
Pur sorpreso da Jhonston a Shiloh riuscì a resistere capovolgendo completamente le sorti della battaglia il giorno dopo, quando tutti davano per spacciato l'esercito dell'Unione. Grant non era un temporeggiatore come Mac Clellan, non era un velleitario come Burnside, non era un "istintivo" come Custer, e non era neanche delirante come il sudista Hood , soprattutto non era un'artista della guerra come Lee. Grant era uno scienziato bellico terribilmente efficiente, matematico, tenace, così diverso dall'uomo tranquillo in abiti civili. Era quello di cui il nord aveva bisogno per vincere la guerra. Infatti, fu uno dei primi a capire che non bastava avere un 'esercito numeroso, con qualche cannone in più per piegare il sud, ci voleva ben altro.

Una delle doti di questo generale era senz'altro la calma, anche nei momenti più critici. Dopo il primo giorno della Battaglia di Shiloh venne avvicinato al tramonto da Shermann. Questi aveva avuto una giornata durissima e si rivolse a Grant che se ne stava seduto davanti alla sua tenda da campo ma che non sembrava particolarmente scosso nel vedere il suo esercito che gli crollava attorno. " E' stata una pessima giornata non le pare?" "Non c'e' problema…li acciufferemo domani". E fu proprio quel che fece. Dopo Shiloh Grant si impegnò nella campagna per la presa di Vicksburg. che nel 1863 espugnò riuscendo dove altri avevano fallito. Fu proprio in quel periodo che Grant comprese la vera natura di quella guerra rifornendo le truppe con battelli fluviali e facendosi strada con l'esercito nella foresta a colpi di accetta. Il credo bellico di questo generale si avvicinava molto alla frase: "Ci sono diversi modi di fare le cose… quello sbagliato quello giusto e quello militare" mettendo in naftalina le vecchie tattiche napoleoniche.

Dopo questa impresa che garantì all'Unione il controllo del Mississippi, fu nominato da Lincoln capo di stato maggiore . Grant capì subito che il suo posto non era dietro le scrivanie di Washington ma sui campi di battaglia, e si impegnò subito contro il più grande generale avversario; il generale Lee. Inoltre, dimostrò di aver compreso più di altri quella guerra creando per la prima volta una strategia globale, nazionale. All'inizio si combatteva su vari fronti con una serie di campagne e di battaglie scollegate tra loro. Diversi generali sia da una parte che dall'altra,andavano in battaglia vivendo alla giornata, cercando di vincere senza un grande obbiettivo generale rispetto a quelli particolari.

Ognuno quindi faceva la guerra per conto suo. Dal 1864 in poi ci sarebbe stata una sola grande battaglia, lunga miglia e miglia. Occorreva quindi attaccare il sud si su vari fronti, ma con azioni coordinate e tenendo presente che gli obbiettivi non sarebbero stati più il controllo di una città, di un fiume, o di una catena montuosa ma la distruzione dell'esercito nemico. Controllare un porto, un forte andava bene ma ora la guerra doveva essere totale. "Non mi interessa tanto prendere Richmond , quanto l'esercito nemico." Per far si che la strategia di Grant andasse a buon fine, bisognava marciare sulle città al fine di far uscire allo scoperto l'esercito confederato che sarebbe stato costretto a venir fuori per difenderle. Così si toglieva l'iniziativa al nemico impedendogli di essere creativo e costringendolo esclusivamente alla difesa. Nel 1864 la battaglia di Wilderness chiarì per sempre la natura di quel conflitto. Sorretto da centoventimila uomini e da una logistica formidabile, Grant si avventò su Lee in una battaglia dentro una fitta foresta in Virginia. In realtà Grant avrebbe voluto affrontare l'esercito di Lee fuori dalla foresta ma riuscì a prevedere anche questa eventualità dimostrando anche un senso pratico non comune "elasticizzando" i suoi piani secondo le circostanze . A Wilderness Grant sapeva che la superiorità numerica avrebbe contato poco senza una organizzazione logistica geniale.

I sudisti seppur con un esercito numericamente inferiore, combattevano su un territorio da loro conosciuto alla perfezione,(molti vi erano nati) ed erano guidati da un grandissimo generale come Lee. Quindi i vantaggi erano pressoché annullati. Le tattiche Napoleoniche non sarebbe servite più a nulla….All'inizio della battaglia gli uomini di Grant esercitando una pressione impressionante riuscirono ad arrivare addirittura nei pressi dell'accampamento di Lee. Solo il provvidenziale arrivo di rinforzi, il valore del suo avversario e il sopraggiungere dell'oscurità arrestarono l'avanzata. Il giorno dopo fu lo stesso con attacchi e contrattacchi dall'una o dall'altra parte tanto da portare la battaglia in una situazione di stallo. Solo che alla fine della battaglia senza vincitori ne vinti, Grant non si ritirò. Nonostante le numerose perdite, non portò l'esercito lontano dal luogo di battaglia per curarsi le ferite e ricominciare a combattere dopo una o due settimane,.ma ripartì immediatamente costringendo Lee a seguirlo, addentrandosi sempre di più nel territorio confederato, sfiancando l'esercito sudista che come e' noto non poteva permettersi un grande ricambio di uomini. Se il sud aveva come Annibale Robert Lee, il nord trovò in questo ex commerciante il suo Scipione. Come Scipione giunse da fronti lontani dove aveva riportato le prime vittorie, come Scipione cambiò le sorti della guerra impegnando duramente Lee impedendo a quest'ultimo di inviare rinforzi a Hood incalzato da Shermann ad Atlanta, aprendo così la marcia verso il mare dell'altro grande generale nordista.
Quest'uomo non ci darà tregua" pensarono i sudisti che avevano visto cambiare completamente la strategia in battaglia dell'esercito dell'Unione. E' anche vero che i collaboratori di Grant furono degli ottimi generali: Sheridan, esperto di cavalleria, Thomas detto "la roccia di Chickamagua" Meade il vincitore di Gettysburg, Shermann che come un carro armato si abbatte sulla Georgia, Canby che si distinse nel west.Gli assalti continuarono a Cold Harbor, a Spotsylvania, ed ogni volta nonostante le perdite, Grant ripartiva sempre come un demonio fino ad arrivare alla vittoria finale, circondando Lee ad Appomatox. Il conciatore di pelli, l'ex contadino,il commerciante di un modesto negozio, quello che non amava le divise e che camminava nel suo accampamento andandosene in giro da solo come un soldato qualsiasi,non solo sconfisse i sudisti ma dimostrò di essere un grande e completo comandante, vero rappresentante del pensiero bellico americano moderno..trovali, bloccali , sconfiggili…

Un uomo che più di tutti capii,cambiò, e vinse la guerra civile americana.

*Ulysses Grant fu anche presidente degli Stati Uniti dopo la guerra.

[Continua]  

 

Attaccare il Sud. Ognuno quindi faceva la guerra per conto suo. Dal 1864 in poi ci sarebbe stata una sola grande battaglia, lunga miglia e miglia. Occorreva quindi attaccare il sud si su vari fronti, ma con azioni coordinate e tenendo presente che gli obbiettivi non sarebbero stati più il controllo di una città, di un fiume, o di una catena montuosa ma la distruzione dell'esercito nemico.

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Sotto: un ritratto del Generale Ulissys Grant

 

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