Ulysses Simpson Grant
ato nel 1822 da una famiglia di pionieri del
medio ovest, abilissimo cavaliere fin da adolescente come molti
nell'Ohio, conobbe presto la dura vita dei campi. Spinto dal padre
verso L'accademia militare di West Point, accettò con riluttanza.
Il suo rendimento in accademia infatti fu tutt'altro che brillante.
Allo scoppio del conflitto contro il Messico venne arruolato come
sottotenente distinguendosi nella presa della capitale messicana.
L'esperienza fatta in quella guerra gli permise di apprendere (in
quanto Quarter-Master) l'importanza della logistica per un esercito
in guerra. Di carattere molto riflessivo e poco loquace era incapace
di farsi dei nemici.
Assolutamente negato per gli affari, che
considerava "una cosa sporca" soffrì non poco la
lontananza dal nucleo familiare quando, dopo la guerra, fu spedito
presso un piccolo presidio militare sulla costa del pacifico. La sua
sensibilità non gli impedì però di essere quanto mai fermo e
saldo riguardo le decisioni da prendere. Sembra incredibile come quest'uomo così mite e semplice nella vita sia stato insieme a Lee,
uno dei migliori generali americani di sempre.
Dopo qualche problema con l'alcool a causa della lontananza dal
figlio e dalla moglie rassegnò le dimissioni dall'esercito e pur
laureato, si impegnò duramente presso il general store di proprietà
del padre. Grant infatti detestava la noiosa vita militare in tempo
di pace e il negozio del padre restò l'ultima carta da giocare per
il mantenimento della sua famiglia. Allo scoppio della guerra civile
Grant offrì i suoi servigi all'esercito nordista: Venne assegnato
alle forze dell'Unione di stanza a Cairo.
Durante il conflitto si
mise subito in luce sul fronte dell'ovest portando la bandiera
stellata alle prime vittorie ed i primi sorrisi al Presidente
Lincoln. Le sue imprese lo portarono lentamente ma inesorabilmente
al vertice dell'esercito nordista. Con un azione fulminea nel 1862
espugnò le due fortificazioni di Fort Henry e Fort Donelson
dettando una resa incondizionata e catturando una quantità enorme
di uomini, armi e materiali.
Pur sorpreso da Jhonston a Shiloh riuscì a resistere capovolgendo
completamente le sorti della battaglia il giorno dopo, quando tutti
davano per spacciato l'esercito dell'Unione. Grant non era un
temporeggiatore come Mac Clellan, non era un velleitario come
Burnside, non era un "istintivo" come Custer, e non era
neanche delirante come il sudista Hood , soprattutto non era
un'artista della guerra come Lee. Grant era uno scienziato bellico
terribilmente efficiente, matematico, tenace, così diverso
dall'uomo tranquillo in abiti civili. Era quello di cui il nord
aveva bisogno per vincere la guerra. Infatti, fu uno dei primi a
capire che non bastava avere un 'esercito numeroso, con qualche
cannone in più per piegare il sud, ci voleva ben altro.
Una delle doti di questo generale era
senz'altro la calma, anche nei momenti più critici. Dopo il primo
giorno della Battaglia di Shiloh venne avvicinato al tramonto da
Shermann. Questi aveva avuto una giornata durissima e si rivolse a
Grant che se ne stava seduto davanti alla sua tenda da campo ma che
non sembrava particolarmente scosso nel vedere il suo esercito che
gli crollava attorno. " E' stata una pessima giornata non le
pare?" "Non c'e' problema…li acciufferemo domani".
E fu proprio quel che fece. Dopo Shiloh Grant si impegnò nella
campagna per la presa di Vicksburg. che nel 1863 espugnò riuscendo
dove altri avevano fallito. Fu proprio in quel periodo che Grant
comprese la vera natura di quella guerra rifornendo le truppe con
battelli fluviali e facendosi strada con l'esercito nella foresta a
colpi di accetta. Il credo bellico di questo generale si avvicinava
molto alla frase: "Ci sono diversi modi di fare le cose…
quello sbagliato quello giusto e quello militare" mettendo in
naftalina le vecchie tattiche napoleoniche.
Dopo questa impresa che garantì all'Unione il controllo del
Mississippi, fu nominato da Lincoln capo di stato maggiore . Grant
capì subito che il suo posto non era dietro le scrivanie di
Washington ma sui campi di battaglia, e si impegnò subito contro il
più grande generale avversario; il generale Lee. Inoltre, dimostrò
di aver compreso più di altri quella guerra creando per la prima
volta una strategia globale, nazionale. All'inizio si combatteva su
vari fronti con una serie di campagne e di battaglie scollegate tra
loro. Diversi generali sia da una parte che dall'altra,andavano in
battaglia vivendo alla giornata, cercando di vincere senza un grande
obbiettivo generale rispetto a quelli particolari.
Ognuno quindi faceva la guerra per conto suo.
Dal 1864 in poi ci sarebbe stata una sola grande battaglia, lunga
miglia e miglia. Occorreva quindi attaccare il sud si su vari
fronti, ma con azioni coordinate e tenendo presente che gli
obbiettivi non sarebbero stati più il controllo di una città, di
un fiume, o di una catena montuosa ma la distruzione dell'esercito
nemico. Controllare un porto, un forte andava bene ma ora la guerra
doveva essere totale. "Non mi interessa tanto prendere Richmond
, quanto l'esercito nemico." Per far si che la strategia di
Grant andasse a buon fine, bisognava marciare sulle città al fine
di far uscire allo scoperto l'esercito confederato che sarebbe stato
costretto a venir fuori per difenderle. Così si toglieva
l'iniziativa al nemico impedendogli di essere creativo e
costringendolo esclusivamente alla difesa. Nel 1864 la battaglia di
Wilderness chiarì per sempre la natura di quel conflitto. Sorretto
da centoventimila uomini e da una logistica formidabile, Grant si
avventò su Lee in una battaglia dentro una fitta foresta in
Virginia. In realtà Grant avrebbe voluto affrontare l'esercito di
Lee fuori dalla foresta ma riuscì a prevedere anche questa
eventualità dimostrando anche un senso pratico non comune "elasticizzando"
i suoi piani secondo le circostanze . A Wilderness Grant sapeva che
la superiorità numerica avrebbe contato poco senza una
organizzazione logistica geniale.
I sudisti seppur con un esercito
numericamente inferiore, combattevano su un territorio da loro
conosciuto alla perfezione,(molti vi erano nati) ed erano guidati da
un grandissimo generale come Lee. Quindi i vantaggi erano pressoché
annullati. Le tattiche Napoleoniche non sarebbe servite più a
nulla….All'inizio della battaglia gli uomini di Grant esercitando
una pressione impressionante riuscirono ad arrivare addirittura nei
pressi dell'accampamento di Lee. Solo il provvidenziale arrivo di
rinforzi, il valore del suo avversario e il sopraggiungere
dell'oscurità arrestarono l'avanzata. Il giorno dopo fu lo stesso
con attacchi e contrattacchi dall'una o dall'altra parte tanto da
portare la battaglia in una situazione di stallo. Solo che alla fine
della battaglia senza vincitori ne vinti, Grant non si ritirò.
Nonostante le numerose perdite, non portò l'esercito lontano dal
luogo di battaglia per curarsi le ferite e ricominciare a combattere
dopo una o due settimane,.ma ripartì immediatamente costringendo
Lee a seguirlo, addentrandosi sempre di più nel territorio
confederato, sfiancando l'esercito sudista che come e' noto non
poteva permettersi un grande ricambio di uomini. Se il sud aveva
come Annibale Robert Lee, il nord trovò in questo ex commerciante
il suo Scipione. Come Scipione giunse da fronti lontani dove aveva
riportato le prime vittorie, come Scipione cambiò le sorti della
guerra impegnando duramente Lee impedendo a quest'ultimo di inviare
rinforzi a Hood incalzato da Shermann ad Atlanta, aprendo così la
marcia verso il mare dell'altro grande generale nordista.
Quest'uomo non ci darà tregua" pensarono i sudisti che avevano
visto cambiare completamente la strategia in battaglia dell'esercito
dell'Unione. E' anche vero che i collaboratori di Grant furono degli
ottimi generali: Sheridan, esperto di cavalleria, Thomas detto
"la roccia di Chickamagua" Meade il vincitore di
Gettysburg, Shermann che come un carro armato si abbatte sulla
Georgia, Canby che si distinse nel west.Gli assalti continuarono a
Cold Harbor, a Spotsylvania, ed ogni volta nonostante le perdite,
Grant ripartiva sempre come un demonio fino ad arrivare alla
vittoria finale, circondando Lee ad Appomatox. Il conciatore di
pelli, l'ex contadino,il commerciante di un modesto negozio, quello
che non amava le divise e che camminava nel suo accampamento
andandosene in giro da solo come un soldato qualsiasi,non solo
sconfisse i sudisti ma dimostrò di essere un grande e completo
comandante, vero rappresentante del pensiero bellico americano
moderno..trovali, bloccali , sconfiggili…
Un uomo che più di tutti capii,cambiò, e
vinse la guerra civile americana.
*Ulysses Grant fu anche presidente degli Stati Uniti dopo la guerra.
[Continua]
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