Via Col Vento
o sfondo del romanzo è la Georgia, prima, durante e dopo la Guerra
di Secessione. Rossella, capricciosa figlia di un piantatore di
cotone, vive con la famiglia nella bella tenuta di Tara. Corteggiata
da tutti, ama il cugino Ashley, che, però, si sposa con Melania. Per
ripicca Rossella diventa la moglie del fratello di Melania, che
muore subito in battaglia nella Guerra di Secessione appena
scoppiata. Ad Atlanta, dove la vedova Rossella si è recata con
Melania incinta, le due donne vengono messe in salvo dal saccheggio
nordista della città da Rhett, un avventuriero in cerca di fortuna.
Finita la guerra Rossella si addossa il compito di risollevare la
proprietà di Tara, distrutta dai saccheggi e oberata dalle tasse, e
per ottenere i soldi di cui ha urgente bisognoso sposa per interesse
Frank, ricco proprietario di una segheria. Ucciso quest’ultimo da
una spedizione del Ku Klux Klan, Rossella torna di nuovo vedova e,
pur essendo ancora innamorata di Ashley, questa volta sposa Rhett,
arricchitosi con una serie di speculazioni nel corso della guerra.
Il matrimonio tra i due, però, non è felice e dopo la morte di una
figlia e la fine di una seconda gravidanza, Rhett, che non si è mai
sentito amato, decide di abbandonare la moglie. Rossella è rimasta
ancora una volta sola, ma adesso è intenzionata a dare una svolta
alla propria vita.
Per il ricco ceto latifondista del sud, che traeva le proprie
ricchezze dallo sfruttamento del lavoro schiavista delle
piantagioni, la Guerra di Secessione (1861-1865) ha un drammatico
valore periodizzante, ponendo fine ad un’età entrata
nell’immaginario sudista come un mitico periodo di floridezza e
serenità (l’inizio del film ci immerge proprio in questa atmosfera
di incantata beatitudine). Sul microcosmo dorato di Tara irrompe
brutale la Storia e per Rossella (che nella sua gioiosa e
spensierata vitalità rappresenta assai bene questo angolo
privilegiato di mondo) finisce l’innocenza ed inizia un doloroso e
traumatico impatto con la realtà. Il suo è un percorso iniziatico
che la trasforma da adolescente egocentrica e vanitosa in una donna
matura e dalla forte tempra morale, consapevole e orgogliosa delle
proprie radici rurali tanto da riscoprire in esse la ragione
profonda dell’ esistenza.
Fortemente orientati in senso simbolico gli altri personaggi: Ashley,
aristocratico nel portamento e nei modi, incarna la perfetta figura
del gentiluomo del sud, Melania, diafano contraltare di immacolata
ingenuità e bontà della vacuità di Rossella, le virtù muliebri
dell’angelo del focolare, Rhett, dietro la spavalda sicurezza di sè
e la spregiudicatezza tutta nordista del suo senso degli affari,
esprime una propensione molto americana per il rischio e l’avventura
(Ho un debole per le cause perse, dice quando decide di arruolarsi).
L'immenso lavoro terminò nel 1929, ma l'autrice non volle mai farlo
pubblicare e lo rinchiuse in un cassetto: solo il marito e pochi
amici ne erano a conoscenza.
Dopo aver superato il grave periodo della Grande Depressione,
l'America conobbe un nuovo, fiorente periodo economico; di
conseguenza anche le vendite dei libri aumentarono. Caso volle che
H. Latham, talent-scout di una famosa casa editrice, viaggiasse
attraverso gli Stati Uniti in cerca di promettenti scrittori in erba
e scegliesse proprio Atlanta come prima destinazione. Per un caso
Latham venne a sapere del manoscritto di Margaret, ma non si è mai
saputo cosa indusse la giovane donna a permettergli la lettura: più
di 1.000 pagine chiuse in due cartellone di cuoio. Il lavoro piacque
molto al talent-scout, tanto da proporre all'autrice un contratto:
quasi 500 dollari come anticipo, il 10% di utili sulle prime
diecimila copie vendute ed il 15% sul resto (qualora ve ne fosse
stato). Entrambi si auguravano, senza sperarci troppo, che l'editore
riuscisse a vendere almeno 500 copie, tanto per coprire almeno i
costi: il romanzo fu pubblicato il 30 giugno 1936. In sole quattro
settimane furono vendute quasi 180.000 copie e rimase in cima alla
lista dei best -sellers per venti mesi consecutivi!
L'enorme successo non passò inosservato alla Selznick International
Pictures, famosa casa cinematografica, che si affrettò ad
acquistarne i diritti. Il film, che venne realizzato in un secondo
tempo, fu un colossal. Grazie anche alle magistrali interpretazioni
degli interpreti (Vivien Leight, Clark Gable, Leslie Howard e Olivia
De Havilland) il film detenne fino al 1967 il primato per la sua
lunghezza (quattro ore e mezza) ed il record degli incassi.
Ormai celebre, Margaret declinò ogni proposta di collaborazione a
periodici o ad altre case editrici, che le avrebbero pubblicato
qualsiasi cosa avesse scritto; rifiutò decisamente perché sosteneva
che "Solo con un attacco di follia mi rimetterei a scrivere anche
sol una riga" Forse per lo stesso motivo non scrisse mai il seguito
di Via col vento, confessò, infatti, che si era ammalata e le erano
caduti i capelli per lo stress mentre correggeva le varie stesure e
che aveva riscritto per sedici volte il primo capitolo! "Inoltre"
soggiunse "Penso che Scarlett e Rhett non potranno mai tornare
insieme, per cui non ci sarà mai un seguito" La sua fama non si
esaurì, come pensava, nel giro di poco tempo: nel 1937 le fu
consegnato il premio Pulitzer. Nel frattempo dovette assistere il
padre, da lungo tempo ammalato, che morì nel 1944 e risolvere i
quotidiani problemi che la celebrità e la pubblicazione del suo
libro all'estero comportavano. Cinque anni più tardi, quando si
liberò da alcuni impegni, manifestò la volontà di riprendere a
scrivere. Chissà, forse avrebbe scritto proprio il seguito del suo
fortunatissimo ed affascinante romanzo, se un tassista ubriaco non
l'avesse investita con la sua auto l'11 agosto 1949. Morì pochi
giorni dopo, il 16, senza essere mai uscita dal coma.
Tutt'oggi Via col vento rimane uno dei romanzi più letti: è stato
tradotto in 27 lingue e sono state vendute circa 25 milioni di
copie.
Le prime righe di “Via col vento (titolo originale “Gone with the
Wind”)”:
“Rossella O'Hara non era una bellezza; ma raramente gli uomini se ne
accorgevano, quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo
fascino. Nel suo volto si fondevano in modo troppo evidente i
lineamenti delicati della madre - un'aristocratica della Costa,
oriunda francese - con quelli rudi del padre, un florido irlandese.
Ma era un viso che, col suo mento aguzzo e le mascelle quadrate, non
passava inosservato. Gli occhi verde chiaro, senza sfumature
nocciola, ombreggiati da ciglia nere e folte, avevano gli angoli
volti leggermente all'insù'. Le sopracciglia nere e folte piegavano
anch'esse verso l'alto, tracciando una strana linea obliqua sulla
sua candida pelle di magnolia -quella pelle così apprezzata dalle
donne del Mezzogiorno, che la riparano con infinita cura dai raggi
ardenti del sole della Georgia mediante cuffie, veli e mezzi
guanti.”
Così invece la Mitchell nel romanzo racconta l'ansiosa attesa di
notizie dal fronte di Gettysburg nell'estate del 1863, da parte
degli abitanti di Atlanta, grande città della Georgia:
"...Il Natale del 1862 era stato lieto per Atlanta e per tutti gli
stati del Sud. La Confederazione aveva ottenuto una brillante
vittoria a Fredericksburg e i morti e feriti yankee si contavano a
migliaia. Le feste furono dunque gioiose per tutti; il popolo era
pieno di gratitudine per il mutamento degli eventi.
L'esercito confederato veniva ora chiamato "dei vincitori"; i
generali avevano dato prova della loro abilità e tutti erano
convinti che alla ripresa delle ostilità in primavera, gli yankees
sarebbero stati battuti definitivamente. La primavera giunse e la
battaglia ricominciò. Nel mese di maggio la Confederazione ebbe
un'altra grande vittoria, a Chancellorsville, e il paese esultò...Nei
primi giorni di luglio giunse la voce che Lee marciava nel
territorio di Pennsylvania. Lee in territorio nemico! Questa era
veramente l'ultima battaglia! Atlanta era piena di eccitazione, di
gioia e di ardente sete di vendetta. Ora gli yankees avrebbero visto
che cosa significava aver la guerra nel proprio paese! Avrebbero
saputo che cos'era vedere i fertili campi sconvolti, il bestiame
rubato, le case incendiate, gli uomini trascinati in prigione, le
donne e i bambini affamati".
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