Margaret Mitchell
argaret Mitchell nacque ad Atlanta (Georgia, U.S.A.) l'8 novembre
1900; era la figlia secondogenita di Eugene Mitchell, uno dei più
importanti avvocati della città, e di Maybelle Stephens, una donna
idealista, dall'ingegno brillante, che trasmise alle proprie
figliole i primi ideali e discorsi femministi, in un ambiente ancora
molto maschilista ed intollerante.
Nel 1906, la piccola Margaret assistette ad una violentissima
rivolta contro i negri nella cittadina georgiana, che ancora non si
era rassegnata ad aver perso la Guerra di Secessione. Capeggiati dal
Ku Klux Clan, i rivoltosi, per tre giorni, devastarono la città,
uccidendo alcuni neri e bruciando tutte le loro abitazioni.
Dopo pochi anni la bambina rivelò doti di scrittrice in erba: scrive
testi per piccole recite e racconti emozionanti. Ma a quindici anni
ebbe l'ennesimo scontro con il padre dispotico e maschilista.
Secondo il suo punto di vista Margaret era stata un'autentica
delusione: non era bella e quindi non era corteggiata dai suoi
coetanei, come avrebbe potuto, quindi, trovare marito tra i "buoni
partiti" di Atlanta? Il carattere schivo della ragazza non l'aiutava
nemmeno ad avere tante amicizie, sarebbe rimasta una solitaria
zitella? "Purtroppo" concluse l'ottuso avvocato "l'unica strada per
te, figliola, rimane il convento, non puoi fare altro! Oppure vuoi
fare come tua sorella, l'impiegata di banca?" Già, perché per Eugene
Mitchell che una donna si occupasse di matematica era non solo
impensabile, ma anche disonorevole! Alla giovane non restò altro che
fare le valige per andare a studiare al Washington Institute, il
convento scelto dal padre nonostante l'opposizione materna.
E' lecito pensare che a Margaret non fosse affatto dispiaciuto
lasciare un ambiente familiare in cui le si rinfacciava
continuamente che "Non sarebbe neppure riuscita a farsi sposare!"
Molto prestò capì che la vita claustrale non la interessava
minimamente, quindi, probabilmente su intercessione della madre, fu
mandata al prestigioso Smith College di Northampton (Massachusetts),
dove scoprì di avere una forte inclinazione per gli studi letterari.
Le cose precipitarono nel 1919, quando le giunse un telegramma che
le annunciava le pessime condizioni di salute della sua amatissima
madre, che era stata colpita dall'epidemia di influenza spagnola. La
morte della mamma stroncò ogni sogno di laurea della giovane, perché
il padre aveva deciso che ora c'era bisogno di una donna in casa,
quindi era inutile che andasse a perdere tempo sui libri.
A ventidue anni Margaret iniziò a collaborare con l'"Atlanta Journal
Sunday Mgazine", scrivendo interviste a personaggi famosi, il più
celebre fu Rodolfo Valentino, e brevi biografie dei generali
georgiani della Guerra di Secessione.
Fu in questo periodo che sposò Berrien Kinnard Upshaw, ma il
matrimonio fallì dopo solo dieci mesi: Berrien era violento,
dispotico e psicolabile. Inoltre era, in piena epoca del
Proibizionismo, un "bootlegger", ovvero trafficava whisky
clandestinamente.
Quattro anni più tardi Margaret lasciò il lavoro al giornale e sposò
John Marsh, agente pubblicitario ed ex giornalista.
In seguito ad una brutta slogatura ad una caviglia fu costretta a
rimanere immobile per molti mesi; fu proprio allora che, per non
morire di noia, cominciò a scrivere un romanzo al quale lavorò per
tre anni. Soprattutto attraverso il personaggio principale, Scarlett
O'Hara, Margaret espresse la sua vera e profonda personalità:
ribelle, appassionata, testarda, perdutamente innamorata di un uomo
che non avrà mai.
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