La conclusione
l duello delle artiglierie prosegue e i cannoni
nordisti riescono a far saltare un pezzo nemico e a danneggiarne un
altro. Come abbiamo visto, Sigel si trova in una situazione
piuttosto critica: privo di cavalleria, fortemente in inferiorità
numerica e in procinto di essere accerchiato il colonnello sta
pianificando un attacco atto a spezzare il fronte avversario per
guadagnare l'altura ora occupata dagli uomini di Jackson e così
avvantaggiarsi perlomeno della posizione elevata. Tutto è pronto per
l'attacco progettato: già l'artiglieria di Jackson è messa sempre
più in difficoltà dal tiro sapiente dei cannoni unionisti comandati
dall'abile e intelligente maggiore Backoff.
La sinistra dello schieramento di Sigel si
piazza in ordine di battaglia ed è ormai pronta a caricare alla
baionetta il centro-destra dei missouriani quando il capitano
Wilkins informa Sigel di non poter avanzare per mancanza di
munizioni. Franz Sigel è indeciso sul da farsi, la giornata sembra
persa ora bisogna evitare che la sconfitta si trasformi in
catastrofe: infatti la cavalleria nemica continua inesorabile
l'opera di accerchiamento e per i federali di origine tedesca
risulta ormai impossibile tenere la posizione senza correre il
rischio di essere accerchiati completamente e distrutti dal nemico
molto superiore di numero. Ancora una volta la priorità del leader
unionista consiste nel non perdere il baggage train (anche chiamato
"wagon train") nelle sue retrovie, verso il quale la cavalleria di
Jackson si sta lanciando a rotta di collo, contrastata
coraggiosamente, ma inutilmente, solo da piccoli gruppi di federali
che cercano di arginare il continuo movimento aggirante degli
avversari.
Per evitare di perdere il convoglio dei
rifornimenti Sigel spedisce incontro a quest'ultimo il
tenente-colonnello Hassendeubel con il 1° battaglione del III
reggimento e 1 battaglione del V reggimento sotto il colonnello
Wolff seguiti da 4 pezzi di artiglieria della batteria del capitano
Wilkins: si tratta di un consistente quantitativo di truppa tenute
conto delle disponibilità che Sigel aveva sotto mano; il compito di
questo distaccamento era di evitare a tutti i costi che la
cavalleria sudista si impadronisse del bagaglio della spedizione.
Il problema era che questa mossa aveva ulteriormente assottigliato
il numero di soldati che Sigel poteva opporre ai miliziani di
Jackson.
Una ritirata oltre il Dry Fork Creek e verso
Carthage (cioè nella direzione dai quali i federali erano venuti)
era ormai d'obbligo. Sigel fa quindi invertire fronte al suo piccolo
esercito e dispone la ritirata mentre piazza la batteria del
capitano Essig con 1 compagnia del V reggimento (compagnia del
capitano Stephani) e 2 compagnie del III reggimento (compagnie dei
capitani Dangler e Golmar) dietro il guado del fiume in modo da
coprire la ritirata al grosso della truppa e ritardare un eventuale
inseguimento del grosso degli uomini di Jackson che ora, dopo il
cambio di fronte dello schieramento unionista, si trovavano alle
spalle di Sigel.
Intanto dalle alture su cui avevano preso
posizione, i sudisti di Jackson notano che l'attacco unionista, che
sembrava imminente fino a pochi minuti prima, non si stava
concretizzando anzi le giacche blu erano in piena ritirata! Il
brigadier generale Rains capisce quindi che la sua intuizione di
spedire la cavalleria a circondare e accerchiare il nemico si era
rivelata corretta e aveva obbligato Sigel a sgomberare il campo. Non
c'era un minuto da perdere, bisognava incalzare gli Yankee in
ritirata e si ordina quindi l'avanzata generale delle truppe in
prima linea.
Mentre i sudisti avanzano nella radura che
separa le loro posizioni dal Dry Fork Creek la batteria Essig
intuisce il pericolo e comincia a vomitare piombo in direzione delle
schiere dei miliziani che stavano pericolosamente avanzando. Nelle
file confederate piovevano i proiettili di Essig con effetti non
esattamente incoraggianti e l'inseguimento finisce assai presto dopo
che l'artiglieria nordista aveva procurato parecchie perdite. Ecco
come Sigel descrive la scena: "il nemico procedette lentamente verso
di noi. La batteria del capitano Essi (con le compagnie sopra
citate, ndr.) aveva preso posizione dietro il guado del Dry Fork.
[...] Fu a questo punto Essig e i suoi resisttetero per due ore
all'impeto dell'intero schieramento nemico e gli inflissero le più
severe perdite: la bandiera dei ribelli cadette al suolo per due
volte tra le grida trionfali degli entusiasti volontari
dell'Unione".
Pur avendo frustrato i tentativi di
inseguimento del grosso della truppa nemica grazie all'abile
utilizzo dell'artiglieria, il colonnello Sigel aveva ancora un
grosso grattacapo da risolvere: infatti la cavalleria sudista che
durante le fasi iniziali della battaglia era penetrata nelle
retrovie unioniste ora era quasi interamente smontata da cavallo e
si era disposta in linea sbarrando ai tedeschi unionisti la via
della ritirata. La faccenda non era molto rosea: bisognava
assolutamente aprirsi la via di fuga prima che gli uomini di Jackson
ricompattassero le file e, attaccando in massa, schiacciassero gli
Yankee tra l'incudine e il martello.
Sigel decise quindi che bisognava rompere la linea in cui si era
disposta la cavalleria sudista: quest'ultima aveva scelto una
posizione piuttosto forte dietro la quale ripararsi, un piccolo
rigagnolo detto Buck's Branch vicino al quale costituirono
affrettati ma efficaci parapetti con tronchi e altro materiale.
Sigel allora, rischiando forse un po' troppo, concentra tutti i suoi
cannoni su un punto del Bunck's Branch (lasciando però virtualmente
sguarnito il suo retro, per fortuna che Jackson era ancora impegnato
a leccarsi le ferite) e scatena su di esso un pesante bombardamento.
Dopodichè ordinò un attacco della fanteria schierata in linea per
rompere lo sbarramento nemico, eccone la descrizione: "Dopo una
scarica o due di tutta la nostra linea la fanteria mosse al passo
verso il nemico, travolgendolo completamente. La sua fuga fu
accompagnata da tremendi hurrah! che si levarono in tutto il nostro
piccolo esercito".
Il peggio era passato. Le truppe passarono il fiumiciattolo e si
ritirarono tranquillamente verso le alture che circondano il lato
nord di Carthage: qua fu costituita una nuova linea di difesa.
Stavolta Sigel aveva scelto bene il terreno, elevato quanto basta da
permettergli di supplire alla sua scarsità di uomini.
Intanto i sudisti avevano riordinato le file e
il grosso dei miliziani di Jackson si erano riuniti con la
cavalleria che aveva subito il piccolo rovescio al Bunck's Branch e
insieme marciarono verso Sigel per dare nuovamente battaglia.
Stavolta però erano i nordisti a trovarsi in posizione sopraelevata
e, benché Rains ritentò il suo giochetto di avvolgere le ali nemiche
con la cavalleria, stavolta Sigel non ci cascò e anzi dispose le sue
forze in modo di contenere la cavalleria nemica e al tempo stesso di
concedere un riposo al grosso delle sue truppe, logore dopo aver
marciato per 22 miglia il giorno precedente e per aver combattuto
ininterrottamente quel giorno dalle 9 di mattina dopo una marcia
ulteriore di 18 miglia sotto un sole cocente.
Ormai le ombre dei colli si allungavano sulla
piccola cittadina di Carthage nei dintorni della quale si era svolta
la battaglia: la sera stava arrivando e non c'era più tempo per
ulteriori azioni. Infine le due parti, logore, si limitarono a
sparacchiarsi addosso a vicenda dagli alberi e dai casolari.
Sigel infine proseguì la ritirata e i sudisti
si accontentarono di aver fermato l'avanzata unionista nella zona.
Le perdite nordite furono di 13 morti e 31
feriti. Tra questi il capitano Strodtmann della Compagnia E del III
reggimento e il tenente Bischoff della Compagnia B dello stesso
reggimento.
Le perdite sudiste furono più pesanti: 50 morti e 120 feriti quasi
tutti provocati dal tentativo di inseguire i nordisti in ritirata
mentre erano difesi dall'abile artigliere Essig.
La battaglia di Carthage fu indubbiamente un
piccolo affare ma ebbe la sua importanza. Infatti servì a alzare il
morale dei missouriani di Jackson e Price che venivano da una lunga
serie di sconfitte e prima avevano virtualmente abbandonato l'intero
Missouri al deciso Lyon. Inoltre, arrestò momentaneamente l'avanzata
dei nordisti, che nella zona sembrava inesorabile e avrebbe messo in
pericolo, in caso di vittoria Yankee a Carthage anche lo stesso
Arkansas.
Certo, dato la grossa superiorità numerica e il vantaggio di
un'abile cavalleria, Jackson e i suoi avrebbero potuto certamente
infliggere più perdite a Sigel e ai suoi tedeschi, ma tutto sommato
da miliziani senza molta esperienza militare (gran parte di loro
quel giorno combattè in abiti civili) non è che ci si potesse
aspettare molto di più.
Da parte nordista fu un piccolo colpo di
arresto: Sigel dimostrò superificalità nell'attaccare un nemico
superiore di numero e che godeva di posizione elevata ma tutto
sommato si riscattò nel gestire la ritirata con maestria anche
grazie ai suoi bravi artiglieri.
Il prossimo round, molto più sanguinoso, della guerra civile in
Missouri si sarebbe combattuto di lì a poco a Wilson's Creek. Ma
questa è un'altra storia.
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