Sempre al lavoro
l primo a
riconoscere il valore potenziale dell’archeologia storica sul campo
di battaglia di Little Big Horn fu il Sovrintendente Edward Luce che
negli anni ’40 pensò di organizzare i primi scavi. Tuttavia gli
eventi della II Guerra Mondiale ebbero il sopravvento su qualsiasi
iniziativa e l’idea fu accantonata.
Solo nel 1958,
ad opera di 2 archeologi, iniziarono finalmente gli scavi nella zona
della collina di Reno-Benteen. Questi lavori portarono alla luce
parecchi manufatti che contribuirono a identificare con certezza
l’area nella quale i soldati si trincerarono per difendersi
dall’assedio degli indiani.
Tuttavia
l’occasione più propizia si presentò nel 1983 quando, in agosto, si
sviluppò un incendio che bruciò la fitta vegetazione, lasciando “a
nudo” il terreno del campo di battaglia.
Grazie quindi
agli scavi archeologici compiuti nel 1984 e 1985 è stato possibile
dare una risposta a numerosi interrogativi riguardanti la battaglia.
Sulla base dei ritrovamenti, oggi ne sappiamo di più riguardo le
armi usate dagli indiani. Sappiamo con esattezza dove combatterono
molti dei soldati, come morirono e cosa accadde ai loro corpi.
Il ritrovamento
di oggetti metallici e non, ha consentito inoltre di localizzare
con precisione il posizionamento delle truppe, di conoscere il loro
abbigliamento ed equipaggiamento e perfino di ipotizzare i movimenti
delle truppe e le tecniche di combattimento.
Inoltre,
sfruttando studi e analisi di tipo antropomorfo, è stato possibile
identificare con certezza e dare sepoltura ai resti di Mitch Bouyer,
uno scout mezzosangue, di cui si ignorava la fine.
La più recente
sessione di esplorazione archeologica sul campo di battaglia di
Little Big Horn è stata condotta la settimana del 13 settembre 2004,
anche se gli scarsi fondi a disposizione hanno messo in forse
l’iniziativa fino all’ultimo.
Un gruppo di
volontari, provenienti da ogni angolo degli Stati Uniti e anche
dall’estero, agli ordini del capo archeologo Douglas Scott, ha
condotto in porto l’operazione con grande perizia e professionalità,
utilizzando tutte le migliori tecnologie disponibili.
Una squadra di
operatori, dotati di metal detector, si è disposta in modo tale da
avanzare compatta coprendo una superficie larga 40/50 metri.
Partendo dalla
collina di Reno-Benteen, in 7 giorni è stata esaminata tutta l’area
del campo di battaglia, fino all’attuale Visitor Center.
Non appena il
rilevatore segnalava la presenza di un oggetto metallico,
l’operatore piantava una bandierina esattamente nel punto indicato e
proseguiva nella sua ricerca. A questo punto interveniva un secondo
gruppo di addetti che scavava nel punto segnalato dalla bandierina e
dissotterrava l’oggetto.
Se quanto
ritrovato aveva attinenza con la battaglia, si procedeva
innanzitutto con l’esatta localizzazione attraverso l’utilizzo di
dispositivi satellitari GPS. Questo tipo di rilevazione ha poi
facilmente consentito la stesura di una accurata mappa di tutti i
rilevamenti.
Gli oggetti
sono stati dissotterrati con grande cura e successivamente
catalogati.
Naturalmente
sono stati rinvenuti anche numerosi oggetti che non avevano niente a
che fare con la battaglia, come lattine, tappi o parti meccaniche.
Il conto totale
dei ritrovamenti relativi alla battaglia del 1876 è stato di 350 tra
bossoli, proiettili, punte di frecce, bottoni, fibbie e altro
ancora. Tutto il materiale verrà ora sottoposto ad una serie di
verifiche, analisi e perizie balistiche per poterne trarre tutte le
indicazioni possibili.
Tuttavia, sulla
base del posizionamento e dalla tipologia degli oggetti ritrovati, è
già possibile ricavare informazioni utili alla ricerca storica.
Ad esempio, il
ritrovamento di 18 bossoli “45-55” sparati da carabine
“Springfield”, in dotazione ai soldati, avvenuto in una certa zona
della collina di Reno, fa pensare ad un fuoco di copertura nella
ritirata da Weir Point, dopo il tentativo di ricongiungimento alla
truppe di Custer.
Analogamente il
ritrovamento, poco lontano, di bossoli del fucile a ripetizione
“Henry” sta ad indicare il posizionamento dei guerrieri indiani
durante l’assedio ai soldati trincerati sulla collina.
A quando il
seguito? Non è possibile ipotizzare delle date, ma è certo che la
passione degli studiosi per la battaglia di Little Bighorn non è mai
venuta meno e questo è un ottimo viatico per il proseguimento
dell’esperienza archeologica.
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