How The West Was Lost
ulla scia del successo del film "Dance With
Wolves" ("Balla Coi Lupi", 1990), a cavallo di tutto quel
movimento revisionista della storia degli Stati Uniti
d'America, del West e dei Nativi Americani e sull'onda emotiva
suscitata dalla ricorrenza (cento anni, 1890-1990) del
massacro di "Wounded Knee" (un bellissimo documentario sul
popolo Lakota e sulla sua marcia nella ricorrenza viene
trasmesso anche in Italia dalla Rai proprio all'inizio degli
anni '90), numerose altre iniziative ed operazioni pro-Nativi
hanno luogo, in America e nel mondo.
Escono libri e films, si muove la televisione con documentari
e speciali e le colonne sonore di supporto (come "500 Nations:
A Musical Journey", musica di Peter Buffett, colonna sonora
della miniserie televisiva andata in onda sulla CBS nel 1996),
alcuni cantanti compongono ed eseguono musica in favore degli
"Indiani d'America" (è il caso di Robbie Robertson, lui
stesso, in parte, Nativo di radici e del suo album di buon
successo "Music For The Native Americans", del 1994, seguito
da "Contact From The Underworld of Redboy" nel 1998). Si
pubblicano albums antologici celebrativi contenenti artisti
Nativi vari, contemporanei, emersi negli anni '80 e
affermatisi nei '90. Non mancano speculazioni commerciali e
compromessi accattivanti per l'orecchio del comune
ascoltatore. Canzoni e dischi di sapore Nativo che,
riprendendo anche musica originale o canti
scanditi dei Nativi strizzano l'occhio ad un pubblico giovane
che ama la musica etnica, ritmi e percussioni e, così facendo,
in definitiva, travisano e snaturano la musica Nativa
contaminandola con musica World, House e Techno o Dance.
"Contaminazione" è, del resto, la parola d'ordine del momento
nella musica registrata. Un pezzo, "The Counterclockwise
Circle Dance (Lay-O-Lay Ale Loya)" tratto da "Chants And
Dances Of The Native Americans" (1998) di Sacred Spirit è
usato per uno spot pubblicitario in Italia godendo di ripetuti
e martellanti passaggi televisivi e, così, l'album entra
direttamente in classifica. Anche alcuni video-clips
contribuiscono alla promozione. Durante gli anni '90 è,
comunque, tutto un fiorire di iniziative, belle e meno belle,
"Native".
Tra queste c'è anche quella Americana di "How The West Was
Lost" (Come Il West Fu Perduto), un progetto video
accompagnato dalla musica a supporto e valorizzazione
dell'opera.
In questa colonna sonora per la mini-serie televisiva "How The
West Was Lost" trasmessa in U.S.A. dal Discovery Channel nel
1993 e che esplorava l'esperienza dei Nativi durante il 1800,
la composizione, l'arrangiamento e l'esecuzione sono del
musicista Peter Kater mentre R. Carlos Nakai è ospite
collaudato, che già ha collaborato con Kater in precedenza (in
"Natives" e in altri albums) e che ripeterà l'esperienza anche
in seguito.
I sintetizzatori e il piano di Kater si mischiano con gli
effetti creati da Nakai, col suo flauto, i "rattles", l"eagle
bone whistle" e il "chanting" e si fondono col gruppo Nativo
dei White Oak Singers e con la varia strumentazione Western
degli altri musicisti ospiti. Il tutto crea già da solo un
vero film nella testa dell'ascoltatore senza bisogno delle
immagini televisive del documentario. L'uso dei sintetizzatori
che è, a volte, irritante in certa musica moderna, è qui in
piacevole contrasto con voci reali e strumenti acustici,
condividendo bene la scena con la vera strumentazione.
La produzione è grandiosa, il risultato è una delle più
fruttuose collaborazioni tra vecchio e nuovo dove il sound
Nativo Americano esce fuori in modo netto, deciso e marcato e
dove è assente quella danzabilità "house" presente in certa "worldbeat
music" e in altre operazioni commerciali sui nativi.
La seconda "soundtrack", editata successivamente, è un seguito
al primo volume e alla prima parte (d'intento commerciale ma
pur sempre di qualità visti gli artisti che la eseguono). La
collaborazione, ancora tra Kater e Nakai, risulta
introspettiva e reverenziale, passionale e fiera e fonde
strumentazione e vocalità di derivazione Europea con quella
dei Nativi Americani creando un forte e potente supporto
musicale alla serie televisiva, alla sua immagine e a quella
di chi il West lo ha perduto sotto i colpi inferti dall'uomo
bianco. Gli artisti ospiti includono: Joanne Shenandoah, White
Oak Singers, Cecil Hooker, Chris White, Marty Goodbear ed
altri. Entrambe le colonne sonore, specie il primo volume,
ottengono un buon riscontro e riconoscimenti nella categoria
musicale etnica alla quale appartengono.
La scaletta dei brani del primo volume è: 1. How the West Was
Lost 2. Dull Knife & Little Wolf 3. West 4. Crazy Horse Prayer
(Nakai) 5. Last of the Buffalo (Nakai) 9. Black Kettle Theme
Variations 10. Nez Perce Flight Song 11. Navajo Land Blessing
(Kater/Nakai) 12. Black Hills Warrior 13. Lakota Flute Song (Traditional)
14. Surrender 19. He Came from the Black Hills (Kater/Nakai)
20. South West Warrior 21. Becoming Human 22. I Will Fight No
More (Kater/Nakai) 23. West.
La scaletta del secondo volume: 1. How the West Was Lost (Overture)
(Kater) 2. How the West Was Lost ("Seminole") 3. Themes for
the Cherokee 4. Hand in Hand 5. Prayer for Peace... 10. Dakota
Justice 11. Cherokee Faith 12. Indian Territory 13. White
River Utes 14. Landscape of War 15. Proud Warrior 16. Slight
of Land 17. Iroquois Longhouse 18. Chief Ouray's Death Song
19. Cherokee's Brother... 24. How the West Was Lost ("Closing
Theme").
La casa discografica che ha pubblicato "How The West Was Lost,
volumes 1 & 2" è la Silver Wave con sede in Colorado
(www.silverwave.com).
Con la perdita del West, i Nativi Americani sono stati
decimati, chiusi in riserve, confinati ed umiliati e non lo
hanno più riconquistato del tutto. Si può affermare, però, che
negli anni '90, a 100 anni dal massacro di Wounded Knee, una
risvegliata coscienza generale e una maggiore convinzione ed
orgoglio degli stessi Nativi (che, purtroppo, vivono in prima
persona anche alcune delle tristi problematiche della società
moderna quali alcoolismo e droga) hanno consentito loro di
riappropriarsi nuovamente e sempre più della propria cultura,
anche musicale, e di vedere riconosciuta la propria identità e
i propri diritti, anche da chi portò via loro il West ed anche
con i dovuti (parziali) risarcimenti morali e materiali del
caso.
Oggi i Nativi tornano ad esprimere la propria
creatività e cultura e studiano le proprie radici e tradizioni
alle loro Università "Native", proprio come i Lakota fanno
all'Oglala Lakota College, ricordando a se stessi e all'uomo
bianco come persero quel West che era la loro madre terra,
tutta la loro immensa ricchezza. La musica Nativa è parte di
questa ricchezza e colonna sonora di tutta la loro storia. |