La corsa folle
l giorno fu soleggiato e sereno, con
una rigida brezza da sud. La prateria era tappezzata di verde,
l’erba grassa punteggiata di fiori selvaggi a perdita d’occhio.
Lungo la linea di demarcazione attendeva una sottile linea di fedeli
cavalleggeri, nel tentativo di contenere il crescente flusso di
Sooners – uomini disonesti o semplicemente affamati – che in maniera
scorretta cercavano di scavalcare gli altri nella competizione.
Alle nove in punto i rushers
furono ammassati lungo la linea, e dalla folla si levò un esteso
brusio fatto di discorsi eccitati, canzoni, o discussioni. Il suono,
disse un osservatore, "non era del tutto umano, ma come quello
prodotto da migliaia di animali selvaggi rinchiusi in un recinto."
Le stazioni ferroviarie furono
invase. Ad Arkansas City, 10.000 o più persone premevano e
spingevano per un posto sui 15 treni che dovevano partire quel
giorno. Per l’occasione la compagnia Santa Fe aveva raccolto
qualunque cosa fosse in grado di muoversi su ruote lungo la pista.
C’erano ogni specie di carrozze, carri scoperti, carri bestiame,
anche un vecchio carro merci zeppo di reporters e funzionari delle
ferrovie nominati per l’occasione.
I carri stracolmi di eccitata,
sudata, schiamazzante umanità, con persone sedute e in piedi sia
dentro che sulle coperture, o aggrappati alle impugnature agli
angoli esterni dei carri. Un fortunato inglese, appeso all’asse
sotto il carro della stampa, fu recuperato da alcuni reporters e
percorse il resto della strada con stile, offrendo da bere e creando
soggetti per nuove storie sulla loro strada per i giornali di tutto
il paese.
Alla fine giunse il momento
fatidico. Lungo il confine ad Arkansas City, il giovane tenente
Henry Waite della compagnia D, 5° Cavalleria, era placidamente
seduto in sella al suo cavallo di fronte alla linea di cavalleggeri
che tratteneva la moltitudine in tumulto. Nella sua mano l’ufficiale
teneva il suo orologio mentre la bramosa calca di rushers
guardava i propri orologi, la maggior parte dei quali era stata
precedentemente sincronizzata con quello del tenente.
Appena le lancette dell’orologio
dell’ufficiale segnarono mezzogiorno, egli dette il segnale ai suoi
trombettieri, e le chiare note di “il rancio è pronto”, echeggiarono
nella verde prateria. La corsa era iniziata.
In una colossale nuvola di polvere
rossa, il torrente di cavalieri urlanti e di cavalli terrorizzati,
calessini sferraglianti e rimbalzanti, massicci carri, carichi oltre
ogni limite, straripò verso il nuovo paese... Il rombo dei carri e
dei calessi, e le urla della folla, risuonarono ad un rusher
“come decine di migliaia di capi di bestiame in una stampede."
I veloci cavalieri furono
rapidamente lontani, curvi sul collo delle loro cavalcature. Nelle
loro mani stringevano i picchetti per delimitare la concessione
lunghi circa due piedi, con le loro iniziali incise o dipinte sulla
cima, pronti a conficcarli nel suolo dell’Oklahoma. Ogni
appezzamento da mezzo miglio quadrato sarebbe stato esaminato, e i
suoi angoli demarcati con dei cippi, ma spesso risultava difficile o
impossibile ritrovarli. C’era molta approssimazione , e ogni
rusher doveva sperare di non andare a picchettare le aree
riservate alle scuole pubbliche.
Alcuni erano stati nel paese in
precedenza, in ogni caso illegalmente, e si diressero direttamente
verso lotti specifici. Altri presero i primi 160 acri liberi che gli
si pararono davanti. Per altri ancora, il posto dove si stabilirono
dipese da dove la forza dei loro cavalli riuscì a portarli prima di
venir meno.
In breve tempo la prateria divenne
punteggiata da carri e calessi fracassati, poiché i burroni e i
pantani dei bisonti pretesero il loro pedaggio. I cavalli, avendo
galoppato troppo duramente e troppo a lungo, caddero al suolo e non
si rialzarono più. Un cavaliere cadde giù col suo cavallo, e divenne
la prima vittima della corsa, morto con il collo spezzato. Un altro
morì abbattuto da un colpo sparato da un altro partecipante per
incitare il proprio cavallo.
I cavalieri più veloci coprirono il
miglio e mezzo verso la stazione di posta di Kingfisher in circa
quattro minuti, buttandosi attraverso la città sui loro frenetici
cavalli ricoperti di schiuma. Molti erano già caduti nel tentativo
di attraversare una profonda gola a ovest della piccola cittadina.
Dietro di loro c’era una lunga fila di 40 diligenze, colme di
persone poste all’interno e sul ripiano superiore.
I Sooners erano già stati là prima
di loro, nascondendosi nei boschetti o nele gole, ansiosi di
reclamare per i lotti migliori. Altri bagnarono i loro cavalli con
schiuma di sapone, millantando di essere entrati legalmente e
semplicemente avevano già distanziato gli altri. Ignobili alterchi
degenerarono tra rushers regolari e Sooners, tra pretendenti
legittimi e intrusi illegali. Una rusher donna, mentre
picchettava la sua concessione vicino la ferrovia, fu colpita da un
usurpatore, ingegnere della Santa Fe, ma riuscì sia a sopravvivere
al proiettile che a conservare la sua concessione.
Due uomini su veloci cavalli
restarono sorpresi nell’imbattersi in un vecchio già insediato
profondamente nel centro del nuovo Stato. Quando essi arrivarono,
egli aveva già arato un campo con la sua pariglia di buoi, e nel suo
giardino le cipolle erano già alte tre o quattro pollici.
Naturalmente c’era una spiegazione,
disse il vecchio. Egli non era un Sooner, assolutamente no.
Semplicemente i suoi buoi erano i più veloci al mondo, e il suolo
talmente fertile che le sue cipolle erano cresciute così tanto in
soli 15 minuti.
Fili di fumo iniziarono ad alzarsi
nel cielo blu allo spuntare degli accampamenti dei rushers
attraverso la prateria. A Big Turkey Creek, prateria vergine e
feconda, quel mattino rigogliosa d’erba alta dai sei agli otto
pollici, per la notte i carri ricoprirono il terreno di solchi
profondi un piede.
Quelli che ebbero meno problemi
furono le bande di uomini che cavalcarono verso la nuova terra
insieme e che avevano solennemente promesso di sostenere e
proteggere le concessioni gli uni degli altri. Uno stanco
pretendente trovò un luogo ameno e iniziò ad intagliare le sue
iniziali su un albero per rivendicare quell’appezzamento. Si trovò
di fronte un grosso uomo dai basettoni rossi che lo osservava,
armato con un fucile e due sei-colpi. "Pensi di restare?" disse
l’uomo dalla chioma rossa. "Bè, è un bel posto, " replicò il nuovo
venuto, "ma sto solo lasciando riposare un po’ il mio cavallo."
"Sembrerebbe tutto a posto, " disse l’uomo con il Winchester. "Ma
non resterei a lungo se fossi in te. In sedici abbiamo concordato di
sostenerci a vicenda. E’ veramente un luogo piuttosto insalubre. C’è
un sacco di malaria, e alcune persone sono anche morte
avvelenate..." E il nuovo arrivato prontamente decise che c’era
della terra molto migliore più oltre.
Lungo Big Turkey, due uomini
affrontarono le ondate di invidiosi ritardatari scavando trincee da
quattro piedi, preparati a difendere i loro nuovi diritti con piombo
caldo. Alla fine, essi non dovettero combattere. Tuttavia,
conservare la terra fu un compito duro ed estenuante. Dopo aver
respinto ancora un altro pretendente illegale, un colono stufo
stancamente notò: "Le maniere forti sono maledettamente sicure per
regolare le questioni in un nuovo paese."
Così fu in verità, e nessuno lo
sapeva meglio degli U.S. Marshals, messi a dura prova e affaticati
dal duro cavalcare. Inevitabilmente ci furono delle uccisioni. In
una disputa per una concessione a ovest di Guthrie, un legittimo
partecipante alla Corsa morì con tre proiettili di Sooner in corpo.
L’assassino fuggì indenne, in largo anticipo sui federali che lo
inseguivano.
Ma quando tre pretendenti illegali
uccisero un pellegrino del Missouri a nord di Guthrie, una posse
locale si fece carico di applicare la legge. Quando uno dei
fuggitivi venne raggiunto presso il fiume Cimarron, decisero del suo
destino senza il consenso della legge. Quando rifiutò la generosa
intimazione ad arrendersi, essi "lo riempirono di piombo." Era
semplicemente la giustizia del West, messa in pratica senza
cerimonie, perdite di tempo e costi per i contribuenti.
Qualche volta degli uomini in
competizione per la stessa concessione poterono risolvere la loro
questione senza combattere. Ci furono casi di effettiva generosità,
in cui uomini giovani e vigorosi lasciarono una concessione a delle
famiglie, o persone più vecchie alla disperata ricerca di un casa. A
volte un reclamante era disposto ad acquistare da un altro l’intero
lotto all’instante.
Ma anche la buona predisposizione al
compromesso talvolta non salvaguardò il colono pacifico. Ad Alfred,
una piccola stazione a nord di Guthrie, un rusher del Kansas
chiamato Stevens cercò di persuadere due altri pretendenti a
dividere la terra fino a quando le autorità avessero deciso a chi
doveva appartenere. Ma il piombo sovrastò la ragione, e Stevens morì
tra le braccia di sua moglie con un proiettile nei polmoni.
Il leggendario U.S. Marshal Heck
Thomas, che aveva già arrestato due assassini, cavalcò
all’inseguimento degli uccisori di Stevens, ma essi avevano lasciato
il paese di gran carriera. E contemporaneamente alla inutile caccia
di Thomas, un altro uomo morì a Oklahoma City durante una lite per
una concessione. Di nuovo l’omicida riuscì a fuggire.
Thomas e il resto di quel pugno di
uomini della legge fecero del loro meglio, spazzando via branchi di
ladri, venditori di whiskey e altri parassiti per le corti federali
a Muskogee e Paris, nel Texas. Il loro numero formava una legione:
il registro delle sentenze di Muskogee per giugno 1889 elencava 186
casi.
Alcuni dei partecipanti alla Corsa
reclamarono la loro terra in modo spettacolare. Nanitta Daisey,
un’esile Kentuckiana assemblatrice di pistole, lasciò Edmond Station
appollaiata sulla griglia anteriore della locomotiva di un treno di
rushers. Nanitta, che fu talvolta reporter per il Dallas
Morning News, saltò giù dal treno che avanzava lentamente a
circa due miglia a nord di Edmond, corse verso il lotto che aveva
scelto, piantò i picchetti e fece fuoco in aria per celebrare
l’evento. Quindi in tutta fretta fece ritorno al treno tra gli
applausi dei passeggeri, issata a bordo dell’ultima carrozza da un
reporter del News.
Il primo treno riversò una
moltitudine di rushers, che si disseminarono in tutte le
direzioni come formiche da un formicaio schiacciato, senza che
nessuno avesse di idea di dove andare e quanto lontano. Guthrie era
un alveare tumultuante di persone, che trovarono circa 500 dei
migliori lotti già reclamati dai Sooners. Nondimeno, molti trovarono
lotti in città, tra di essi un sessantenne nero della Louisiana, e
due vedove da Arkansas City in cerca di una nuova vita.
Altri istantaneamente si diedero al
commercio, incluse quelle anime intraprendenti che vendettero ai
rushers assetati l’acqua del Muddy Creek a 5 cents il bicchiere.
Per 10 cents il pellegrino dalla gola secca poteva comprare la
stessa acqua sporca con l’aggiunta di un po’ di zucchero e whiskey.
A Guthrie, un giocatore d’azzardo trasformatosi in imprenditore si
impadronì del serbatoio d’acqua della compagnia Santa Fe, l’unica
fonte di acqua disponibile nella città. Reggendo in mano una piccola
tazza e una Colt pretendeva di farsi pagare da chi volesse bere.
Cambiò idea solo quando comparve la Cavalleria che lo invitò a
sloggiare.
Ovunque spuntarono negozi di
fortuna, e magicamente apparvero ristoranti, almeno uno di essi
venne fuori dal letto di un carro. Nel pomeriggio del 22, le banche
aprirono sia a Guthrie che ad Oklahoma City. Molte altre sarebbero
seguite, e molte di esse sarebbero fallite.
Al mattino del 23 le vuote terre
erano popolate. Guthrie, un puntino nella prateria, era divenuta,
nottetempo, una città di circa 10.000 abitanti, che vivevano in
approssimativamente 500 baracche e in una selva di tende. Alcuni
intraprendenti rushers avevano investito in intere
costruzioni su carro, tutte prefabbricate e pronte da assemblare. In
tutto il territorio nuove città apparvero come funghi dopo la
pioggia: Norman, El Reno, Edmond, Oklahoma City.
A metà giugno, Oklahoma City avrebbe
avuto circa 6.000 abitanti, compresi "53 medici, 97 avvocati, 47
barbieri, 28 topografi, 29 agenti immobiliari, 11 dentisti, [e] 2
uomini parafulmine..."
L’ufficio federale per le
concessioni fu assediato, sia a Kingfisher che a Guthrie.
All’esterno di entrambi apparvero mostruose file poiché le persone
restavano in attesa di solito per giorni per registrare le loro
terre. Alcuni intraprendenti restavano in fila solo per rivendere ad
altri il loro posto.
L’ufficio bagagli lottava
coraggiosamente con una gigantesca pila di migliaia di bauli e altri
bagagli, e nella sua tenda adibita ad ufficio l’unico direttore
postale presente a Guthrie si dibatteva disperatamente in un oceano
di 4.000-5.000 missive.
L’ufficio del telegrafo fu
ugualmente sommerso e dovette stabilire delle priorità: al primo
posto venivano i messaggi del governo; poi c’era la stampa; i
telegrammi privati ordinari erano all’ultimo posto. Solo i
telegrammi recanti notizie di decessi ricevettero un trattamento
preferenziale. Anche la stampa non poteva ottenere i suoi messaggi
con celerità. Alcuni reporters ottennero dai ferrovieri della Santa
Fe di portare le loro storie ad Arkansas City, per farle poi spedire
da lì. Due reporters ingaggiarono degli scouts Cheyenne per inviare
i loro articoli.
Alcuni partecipanti alla corsa
realizzarono i loro sogni per mezzo di insoliti espedienti pratici.
Una giovane donna dal Kentucky si trovò bloccata ad Arkansas City,
sola e appiedata. Lì incontrò un vedovo con tre figli e i due fecero
un accordo. Lei si sarebbe occupata dei bambini e lui avrebbe
tentato di rivendicare una concessione. Se avesse avuto successo, al
suo ritorno si sarebbero sposati. Egli riuscì e si sposarono, e la
loro vita matrimoniale iniziò in un carro coperto nel mezzo della
nuova terra.
Per molte delle nuove concessioni ci
sarebbero stati anni di controversie. Ci sarebbero state molte liti
e un gran da fare con falsi giuramenti e amarezze. Personaggi
cattivi spesso prevalsero con lo spergiuro e uomini onesti persero
quello che giustamente reclamavano. Ci sarebbero state anche
siccità, cavallette e malattie. Un cavilloso commentò che la gente
che arrivò in Oklahoma era come "bambini che si mettono i fagioli
nel naso – essi sembravano decisi nel farlo... ma una volta
realizzata la loro intenzione, desiderarono di non averlo mai
fatto."
Ma questi novelli Geremia furono una
esigua minoranza. La maggior parte dei rushers avrebbe tenuto
la propria terra, vi sarebbe rimasta e costruito il proprio futuro.
Ovunque sorsero scuole private e la prima scuola pubblica aprì a
Guthrie a metà Ottobre. Chiese e organizzazioni di donne prontamente
portarono una parvenza di civilizzazione, e associazioni commerciali
e circoli seguirono a breve.
La fondazione si
trasformò in uno Stato... e oggi "Sooner" è il nomignolo dello
stato, e il titolo ufficiale delle squadre di atletica
dell’Università dell’Oklahoma. Così la cattiva connotazione del nome
è stata sepolta nel passato, nel tempo in cui chiunque con un veloce
cavallo e una rapida pistola poteva far suo un pezzo di Oklahoma. |