uttavia durante l'estate del 1872 l'Indian
Bureau ingiunse a Capitan Jack di ritornare nella riserva klamath.
Jack rispose che il suo popolo non poteva vivere con i Klamath.
Chiese una riserva per i Modoc da qualche parte sul fiume Lost, che
era sempre stato territorio Modoc. L'Indian Bureau considerò
ragionevole la richiesta, ma i ranchers si rifiutarono di cedere
agli indiani una parte qualsiasi di quelle ricche e fertili terre.
Nell'autunno del 1872 il Governo ordinò ai
Modoc di ritornare nella
riserva klamath, ma Jack si rifiutò. Fu perciò affidato all'esercito
il compito di trasferire i Modoc con la forza .
Il 28 novembre 1872,
sotto una pioggia gelata, il maggiore James Jackson e una compagnìa
di 38 uomini del 1° cavalleria uscirono da Fort Klamath, diretti a
sud, al fiume Lost. Poco prima dell'alba i cavalleggeri giunsero all'accampamento dei
Modoc. Smontarono da cavallo, e con le carabine puntate circondarono
le tende.
Sfregiato Charley e diversi altri uomini vennero fuori con
le loro armi.
Il maggiore Jackson chiese di vedere il capo, e quando
Jack apparve, il maggiore gli disse che aveva ricevuto ordini dal
Grande Padre di riportare i Modoc alla riserva klamath. Poi ordinò a
Jack di riunire i suoi uomini di fronte ai soldati.
Appena questo fu
fatto, il maggiore indicò un arbusto di salvia in fondo alla fila.
"Metti lì il tuo fucile", gli comandò. "Perchè?", chiese Jack. "Tu sei il capo. Se deponi il fucile, tutti i tuoi uomini faranno
altrettanto. Fai così, e non ci saranno guai". Capitan Jack esitava. Sapeva che i suoi uomini non volevano
rinunciare alle loro armi. Malgrado la titubanza iniziale, il capo
Modoc depose il suo fucile sulla salvia, e fece un segno agli altri
di fare lo stesso. I guerrieri Modoc si avvicinarono e accatastarono
i loro fucili. Sfregiato Charley fu l'ultimo. Questi era un
guerriero particolarmente feroce e d'aspetto selvaggio. Anni prima
aveva avuto un'esperienza tristissima e amara con i Bianchi: aveva
visto linciare suo padre. Sfregiato Charley mise il suo fucile in cima al mucchio, ma tenne la
pistola appesa alla cintola. Il maggiore gli ordinò di consegnare
anche la pistola. "Hai avuto il mio fucile!", rispose Sfregiato. Il maggiore ordinò al tenente Frazier Boutelle di disarmarlo. "Dammi subito quella pistola, maledizione!", ordinò Boutelle
facendosi avanti. Per tutta risposta, Sfregiato Charley si mise a
ridere, dicendo sprezzante che egli non era un cane col quale si
poteva gridare. Boutelle allora estrasse il revolver.
L'aria era
molto tesa.
"Figlio di una cagna, ti insegno io il modo di rispondere!", commentò Frazier, e nel farlo puntò il revolver contro Sfregiato, che però fu
svelto a estrarre a sua volta la pistola dalla cintura. Entrambi
spararono nello stesso momento. La pallottola del Modoc forò la
manica della giacca del tenente, mentre Sfregiato, illeso, si girò
verso la catasta di armi, afferrando il suo fucile che si trovava in
cima al mucchio, e tutti i guerrieri Modoc seguirono il suo esempio.
Ne seguì un'accesa sparatoria, ma i soldati furono costretti a
ritirarsi lasciando sul campo un morto e sette feriti.
Nel frattempo le donne e i bambini Modoc stavano remando con le
pagaie sulle loro canoe verso sud, in direzione del lago Tule, e
Capitano Jack e i suoi guerrieri li seguivano lungo la riva,
nascosti tra i fitti canneti.
Erano diretti al leggendario santuario
dei Modoc a sud del lago: i Letti di Lava della California. Si trattava di una peculiare formazione geologica dovuta ad
un'eruzione vulcanica (avvenuta in qualche era remota), che aveva
scagliato lava rovente su un'area di un'ottantina di chilometri
quadrati. Questa zona era diventata quindi un insieme di crepe,
caverne e crepacci rocciosi, con alcuni burroni profondi un
centinaio di metri. Indubbiamente è possibile qualificare quest'area
come la miglior fortificazione naturale esistente in tutto il
continente americano.
Durante la marcia la banda di Capitan Jack non diede noia a a
nessuno. Invece, il gruppo di un altro guerriero Modoc conosciuto
come Uncino Jim, che si mosse per proprio conto, uccise tutti i
coloni maschi che incontrò sulla sua strada, 17 in tutto, ma le
donne non vennero toccate.
All'estremità settentrionale della massa di lava, vicino al lago Tule, gli Indiani posero il campo, nel luogo ora noto come
Modoc
Caves. Capitan Jack fu subito raggiunto da Uncino Jim e dai suoi
bravi, tra i quali altri due importanti guerrieri: Dottore Ricciuto
e Boston Charley. In questo modo le forze del condottiero Modoc
salirono a 50 combattenti.
Nel frattempo il tenente colonnello Frank Wheaton si mise in marcia
alla volta dei Letti di Lava. Trovò i Modoc asserragliati in una
fortezza naturale, di cui conoscevano bene ogni spanna, tanto che
potevano muoversi persino ad occhi chiusi, nascosti agli sguardi di
chi osservava da fuori.
Wheaton pose il campo con i suoi 400 soldati
e una batteria di obici al margine dei Letti di Lava. Gli uomini
erano ben armati ed equipaggiati, ansiosi di attaccare e sicuri
della vittoria. Ma anche i Modoc erano sicuri. Si vantavano di poter sostenere
l'attacco anche di 1.000 soldati. E lo gridarono in faccia ai
Bianchi, quando arrivarono. Questi risero, ma i fatti dimostrarono
che era la verità. Lo scontro fu naturalmente inevitabile.
I soldati, felici per
l'imminente azione, si mossero attraverso le scorie vulcaniche. Una
sorpresa li aspettava. Appena entrarono nei Letti di Lava furono
raggiunti da un fuoco micidiale, che lasciò parecchi di loro uccisi
tra le rocce. Continuarono ad avanzare, ma non si trattava di quella
fulminea carica che avevano creduto. Gli angoli taglienti come rasoi
delle rocce vulcaniche li costrinsero a procedere lentamente,
trascinandosi tra crepacci apparentemente invalicabili. Sparavano
alla cieca, mentre i loro camerati cadevano sotto un fuoco che non
si capiva da dove arrivasse.
Nel corso di tutta la giornata del 17
gennaio 1872, i soldati non riuscirono a vedere un solo indiano,
anche a causa della nebbia, che si dimostrò il migliore alleato dei
Modoc. A sera, Wheaton ordinò la ritirata. 39 soldati erano stati colpiti,
e 9 erano morti. La vanteria dei Modoc si era dunque dimostrata
corrispondere a verità.
Ma Wheaton era deciso a snidare gli Indiani
ad ogni costo, e inviò una staffetta per chiedere rinforzi. Scrisse
Wheaton: "Secondo il parere di qualunque esperto ufficiale delle
truppe regolari o dei volontari, ci vorrebbero 1.000 uomini per
sloggiarli da quella posizione praticamente inespugnabile, e
l'operazione deve essere condotta impiegando al massimo i mortai."
Questo rapporto era un bel riconoscimento per quel gruppo di laceri
indiani, con i loro fucili ad avancarica e poche rivoltelle.
Ad assumere il comando delle operazioni fu, stavolta, il generale Edward R. S. Canby, un vero amico degli uomini rossi. Più volte
aveva impedito azioni punitive contro i Modoc, e aveva sempre
cercato di calmare le acque. La sua onestà non era mai stata
condizionata dal colore della pelle. Sapeva che quella povera gente
disprezzata e cinta d'assedio era stata trattata in modo vergognoso
e il suo primo pensiero fu per un accomodamento pacifico.
Il 30 gennaio il generale ordinò di sospendere le ostilità, per permettere
ad una commissione di pace di trattare con gli Indiani. Ma ne venne
fuori un nulla di fatto, perchè gli indiani rifiutarono di recarsi
ad un incontro dove si sarebbero trovati alla mercè dei Bianchi:
ricordavano bene la lezione di Ben Wright. Allo stesso modo i
Bianchi avevano timore degli Indiani. Così il mese di gennaio
trascorse senza risultati.
Intanto erano stati inviati rinforzi, e ora oltre mille soldati
erano accampati ai margini dei Letti di Lava, tra cui anche alcuni scuot indiani della tribù Warm Springs.
Delle trattative di pace,
effettivamente ci furono, ma andarono per le lunghe. Capitan Jack
mostrò di volere la pace, era stanco di tutto quel sangue, e il suo
cuore era dolente.
Egli però sapeva anche che se si fossero arresi,
sarebbero stati mandati nuovamente nell'odiata riserva klamath, e
inoltre il gruppo di Uncino Jim, tra i quali Dottore Riccuto e
Boston Charley, sarebbero stati arrestati, e condannati
all'impiccagione secondo la legge dell'Uomo Bianco.