a sera del 7 aprile, Uncino Jim e i suoi
seguaci decisero di arrivare ad una chiarificazione con il loro
capo. Alcuni sospettavano che Jack stesse per tradirli. Schoncin
John aprì la seduta con un discorso amaro:
"Molte volte sono stato ingannato e truffato dai Bianchi. Non
accadrà più!" Egli accusò il generale Canby di perfidia, di voler
guadagnare tempo mentre l'esercito inviava sempre più soldati e
fucili. "Quando crederanno di avere abbastanza uomini, ci salteranno
addosso e ci uccideranno tutti."
L'oratore successivo fu Nero Jim:
"A causa di un solo uomo, rischio di essere ingannato e ucciso come
un cane dai soldati. Mi preparo ad uccidere il mio uomo prima di
essere preso." Poi parlò di uccidere i commissari di pace durante il
consiglio che si sarebbe tenuto qualche giorno dopo.
Capitan Jack cercò di convincere gli oratori che avevano torto. Egli
chiese tempo per negoziare con i commissari, per cercare di salvare
la banda di Uncino Jim e per ottenere un buon pezzo di terra come
riserva. Ma Nero Jim accusò Jack di essere cieco. "Non vedi i
soldati che arrivano ogni due o tre giorni? Non sai che gli ultimi
soldati che sono arrivati hanno portato grandi fucili che sparano
pallottole grandi come la tua testa? I commissari intendono fare la
pace con te, facendoti volare via la testa con uno dei grandi
fucili." Alcuni oratori sostennero il punto di vista di Nero Jim, e
quando Jack cercò ancora di ragionare con loro, lo zittirono
aspramente. "Il tuo discorso non è buono! Siamo spacciati. Lasciaci
combattere, così moriremo prima. Tanto dobbiamo morire comunque." E
Nero Jim gli disse:
"Se tu sei il nostro capo, promettici che ucciderai Canby la
prossima volta che lo incontrerai." Jack rispose:
"Io non posso farlo e non lo farò!"
Allora Uncino Jim si avvicinò al capo e lo ammonì:
"Tu ucciderai Canby o sarai ucciso tu stesso. Tu ucciderai Canby o
sarai ucciso dai tuoi stessi uomini."
Jack sapeva che questa era una sfida al suo rango di capo, ma
trattenne la sua ira. Rifiutò ancora, e per tutta risposta alcuni
uomini di Uncino Jim gli gettarono sulle spalle uno scialle e un
copricapo da donna gridando: "Sei una donna, una donna col cuore di
pesce! Non sei un Modoc. Noi ti rinneghiamo."
Capitan Jack capì così che i suoi 50 uomini non si sarebbero fermati
davanti a niente, e promise che se le imminenti trattative non
fossero andate per il verso giusto, se i Bianchi si fossero
nuovamente mostrati sordi di fronte alle richieste dei Modoc, egli
avrebbe ucciso Canby.
Il generale Canby fu così invitato ad entrare nei Letti di Lava con
la commissione (naturalmente tutti disarmati) per trattare con gli
Indiani. Canby sapeva che era pericoloso, ma decise di rischiare. Il
10 marzo 1873 lui e la commissione si avviarono alla trattativa con
Capitan jack e i suoi Modoc, malgrado fossero stati tutti avvertiti
che tale iniziativa poteva costare loro la vita. Eppure affrontarono
il pericolo per fare il loro dovere davanti al governo e anche
davanti a quei poveri e disperati selvaggi, costretti come belve
feroci a stare rintanati fra quelle rovine di pietre. Il gruppo era
formato dalle seguenti persone:
1) generale Edward R. S. Canby, comandante del dipartimento e vero
amico degli Indiani;
2) reverendo Eleazer Thomas, metodista della Chiesa episcopale, che
aveva dedicato la propria vita agli Indiani; 3) A.B. Meacham, agente indiano, noto per l'equità mostrata nei
confronti dei Modoc; 4) L.S. Dyer, altro agente di ottime qualità
morali e molto stimato; 5) Frank Riddle, interprete; 6) Winema, moglie di Riddle, conosciuta dai Bianchi come Toby
Riddle. Era una giovane donna allegra, energica, dal viso rotondo,
cugina di Capitan Jack.
Infine la commissione era accompagnata da Boston Charley e da un
altro guerriero Modoc, i quali avevano invitato la commissione al
colloquio.
Al margine dei Letti di Lava era stata rizzata una tenda, in uno
spazio aperto. Si trovava a metà strada tra i Modoc e i soldati.
Capitan Jack incontrò i membri della commissione insieme a Schonchin
John, Nero Jim, Uncino Jim, Boston Charley e altri 3 guerrieri,
mentre tutt'attorno stavano nascosti 20 indiani armati, in attesa
dell'eventuale segnale per scatenare la strage.
La discussione ebbe inizio. Canby sosteneva che i
Modoc dovessero
consegnare gli assassini e fare ritorno alla riserva. Capitan Jack
voleva invece che i soldati che si erano accampati attorno ai Letti
di Lava andassero via, e si opponeva energicamente a consegnare i
suoi uomini. Avrebbe fatto meglio a punire quei codardi assassini
senza un attimo di esitazione, poiché, e questo Capitan Jack ancora
non poteva saperlo, ma proprio quegli stessi uomini che stava
difendendo sarebbero stati la causa della sua fine.
Uncino Jim si comportò per tutto il tempo con insolenza. Ci furono
alcuni discorsi, ma i Bianchi diventavano sempre più nervosi.
Improvvisamente tutti i guerrieri nascosti balzarono fuori dagli
anfratti in cui erano nascosti, reggendo i fucili. Capitan Jack
lanciò il segnale: "At-we!" (Tutti pronti!), e sparò in pieno viso
al generale Canby. Il reverendo Eleazer Thomas venne colpito al
petto, e cercò di fuggire barcollando, con il terrore della morte
negli occhi. Dopo pochi passi una fucilita lo fece cadere stecchito.
Intanto Canby, ferito dalla pallottola che gli aveva aperto un buco
orribile sotto l'occhio sinistro, cadde, per rialzarsi e cercare la
fuga. Venne nuovamente colpito, e cadde nuovamente a terra. Il
generale dal grande cuore, amico di quegli stessi uomini che lo
stavano uccidendo, rantolava. Capitan Jack gli affondò più volte il
coltello nella schiena, finchè Canby rimase immobile. Meacham venne
colpito alla testa da Schonchin John. Riddle, con un orecchio
ferito, e Dyer, l'agente, fuggirono inseguiti da Uncino Jim, ma
riuscirono a scampare alla morte.
Solo la valorosa Winema rimase indietro. Uno tra i guerrieri Modoc
le trapassò il torace con un colpo di fucile, e l'avrebbe finita se
Capitan Jack non avesse ordinato di lasciarla andare.
I Modoc stavano stracciando i vestiti dei morti. Boston Charley si
apprestò a levare lo scalpo a Meacham, ma in quel momento Winema
gridò: "Soldati, soldati!", e Boston Charley interruppe quello che
stava facendo e andò a mettersi velocemente al riparo.
Effettivamente la sparatoria era stata udita dai militari
dell'accampamento, e i soldati stavano accorrendo, benché Winema non
li avesse ancora visti. La donna Modoc aveva usato questo
stratagemma per salvare la capigliatura di Meacham.
Mentre gli aiuti stavano sopraggiungendo, Sfregiato Charley,
appostato al margine dei Letti di Lava, riuscì a colpire il
luogotenente Sherwood, che morì qualche giorno dopo.
I soldati erano assetati di vendetta, e il colonnello Alvin Gillem,
che subentrò nel comando dopo la morte di Canby, si mise subito in
azione.
Ci furono degli scontri che costrinsero i Modoc a ritirarsi
in un altro settore dei Letti di Lava. Passarono 6 giorni prima che
i soldati li trovassero, e quando li trovarono ebbero ben poco di
che rallegrarsi. Infatti ci fu una battaglia sanguinosa il 26 marzo,
e le pallottole dei Modoc falciarono i soldati senza difficoltà.
A
fine combattimento, 20 soldati erano stati uccisi e 17 feriti. In
questa faccenda la cosa più sorprendente, come più tardi riuscirono
ad appurare i Bianchi, fu che i guerrieri Modoc erano soltanto 21, e
tutti rimasero illesi. Con forze che ammontavano a meno di un quarto
di quelle del nemico, gli avevano inferto una micidiale sconfitta,
uccidendo o ferendo un numero di uomini che era quasi il doppio del
loro.
Dopo pochi giorni il generale Jefferson C. Davis raggiunse i Letti
di Lava per prendere il comando delle operazioni. Trovò la truppa
scoraggiata, praticamente convinta che non sarebbe stato possibile
sloggiare i Modoc. Gli Indiani non si vedevano e non si sentivano, e
questo faceva paura.
Davis impiegò alcuni giorni per sollevare il
morale degli uomini. Poi si diede da fare per snidare gli Indiani.
Fu aiutato in questo solo dalla fortuna. Infatti Uncino Jim, che era
stato uno dei sostenitori della guerra sin dall'inizio, ora era
stanco. All'inizio di maggio, si separò da Capitan Jack, e qualche
giorno dopo Davis attaccò.
Capitan Jack decise di lasciare i Letti
di Lava per raggiungere gli spazi aperti.
Ci furono nuove
schermaglie, e nacque addirittura una violenta disputa tra Capitan
Jack e Uncino Jim. Quest'ultimo accusava il suo capo di essere un
tiranno. Molti si schierarono a favore di Uncino Jim, e la
scissione, in effetti iniziata già da tempo, si completò. Uncino
Jim, con gli uomini che Capitan Jack aveva difeso e per i quali
aveva commesso l'orribile tradimento nei confronti del generale
Canby, se ne andò, abbandonando il suo condottiero.
Questa spaccatura tra i Modoc ebbe luogo il 15 maggio, e venne
scoperta dai soldati, che inseguirono Uncino Jim e il suo gruppo per
70 chilometri. Per i successivi 12 chilometri, mentre ingaggiavano
battaglia, i Modoc continuarono a procedere.
Il giorno dopo, 22
maggio, tutti i seguaci di Uncino Jim si consegnarono ai soldati, e
si arresero.
Ben presto tutti i Modoc compromessi negli
omicidi che avevano
costretto Capitan Jack a rifiutare la pace con Canby per non vederli
impiccare, mostrarono un'arrogante impazienza di mettersi al
servizio dei Bianchi.
Uno dopo l'altro si offrirono di recarsi al
campo di capitan Jack per assicurarne la resa. Capitan Jack, quando
ebbe modo di rivederli, vomitò loro addosso tutta la sua rabbia.
"Siete dei vigliacchi e delle donne!", urlò loro in faccia. "Mi
avete costretto alla guerra e ora mi abbandonate! Ma Kientpoos non
si arrenderà mai. Morirà col fucile in mano."
Altre schermaglie, altri inseguimenti. Il 1 giugno,
Capitan Jack con il suo piccolo gruppo (un numero imprecisato di
donne e bambini e 2 soli guerrieri) furono costretti ad arrendersi.
"Le mie gambe non ce la fanno più.", disse Capitan Jack mentre gli
venivano ammanettati i polsi.
Così finì la guerra dei Modoc, ma non il dramma che l'accompagnava.
Gli Indiani avevano inferto un terribile colpo al prestigio
dell'Uomo Bianco, per cui adesso era necessaria un'azione
dimostrativa.
Il generale Davis avrebbe voluto impiccare
immediatamente i capi, ma un telegramma da Washington ordinò che
venisse istituito un processo militare.
La corte sedette a Fort Klamath dal 5 al 9 luglio. E qui Uncino Jim e i suoi accoliti
completarono la loro nefanda opera. Uncino Jim si era infatti
assicurato l'immunità con la promessa di testimoniare al processo.
Gli Indiani chiamati in giudizio erano Capitan Jack, Schoncin John,
Nero Jim, Boston Charley, Barncho e Slolox, tutti accusati della
morte del generale Canby e del reverendo Thomas, in violazione alle
regole di guerra.
Il processo fu una farsa. I prigionieri Modoc videro gli uomini che
avevano difeso sedere in tribunale in qualità di accusatori.
Il
verdetto fu scontato. Le ultime parole di Capitan Jack furono:
"La vita mi appartiene ancora per poco. Ma non siete stati voi
Bianchi a vincermi. Mi hanno sconfitto i miei stessi uomini!"
Alle 10 di mattina del 3 ottobre 1873, Capitan Jack, Boston Charley,
Schonchin John e Nero Jim vennero impiccati, mentre la condanna per
Barncho e Slolox fu commutata in carcere a vita da scontare
nell'isola di Alcatraz.
La notte successiva all'esecuzione, il corpo di Capitan Jack fu
segretamente dissepolto, trasportato a Yreka e imbalsamato.
Poco
tempo dopo ricomparve nelle città dell'Est, come attrazione nelle
fiere; prezzo d'ingresso: 10 cents.
Per quanto riguarda i 153 sopravvissuti, uomini, donne e bambini,
compresi Uncino Jim e la sua banda, essi furono esiliati nel
Territorio Indiano. Sei anni dopo morì Uncino Jim, e anche la
maggior parte di loro morì prima del 1909, data in cui il governo
decise di permettere ai restanti 51 Modoc di ritornare in una
riserva dell'Oregon.
Quello che segue è il computo finale delle perdite della Guerra dei
Modoc.
Bianchi: Ufficiali morti 8; feriti 5;
Militari morti 39; feriti 60;
Civili morti 16; feriti (n.d.) Esploratori morti 2; feriti (n.d.);
Coloni morti 17; feriti 18.
Totale: morti 82; feriti 83.
Indiani: Uomini morti 5; feriti (n.d.); Donne e
bambini, numero imprecisato.