Le ragioni dello scontro
I rapporto fra
i coloni bianchi e gli indiani seguirono uno schema diremmo
"classico" in queste situazioni. All’inizio i bianchi erano pochi,
dediti alla caccia e al commercio; non venivano percepiti quindi dai
pellerossa come un pericolo e potevano avere con essi rapporti più o
meno pacifici inframezzati da scontri sanguinosi. I bianchi
rappresentavano cioè come un’altra tribù con la quale, secondo le
circostanze, potevano esserci rapporti amichevoli o ostili come
avveniva per ogni altra tribù.
Man mano però
il numero dei bianchi aumentava, arrivavano i coltivatori che
recintavano le terre, arrivavano i grandi allevatori che si
appropriavano dei pascoli e l’avanzata dei bianchi diventava una
valanga incontenibile.
A questo punto
il mondo degli indiani e quello dei bianchi diventavano
inconciliabili.
Gli indiani
erano anche disposti ad accogliere i bianchi ma si aspettavano che
essi vivessero come loro senza pretendere ciò che ad essi pareva
assurdo cioé di “possedere” la terra (la terra era la grande madre
che non si poteva dividere). I bianchi parimenti erano disposti ad
accettare che gli indiani restassero nei loro territori, ma
assegnando ad essi dei terreni da coltivare; ma gli indiani non
erano agricoltori, non comprendevano proprio questo modo di vivere,
era una cosa che andava al di la della loro possibilità. Uno dei due
mondi doveva necessariamente soccombere.
Ancora più importante era che per gli indiani era usuale operare
scorrerie e furti. Non vi era poi nemmeno una autorità indiana in
grado di tenere veramente a freno i gruppi guerrieri e i singoli che
potevano sempre di propria iniziativa mettersi sul “sentiero di
guerra”.
I bianchi
vedevano il problema indiano come un problema di sicurezza, di
ordine pubblico, gli indiani erano assimilati ai fuorilegge. La
stessa immensità delle distanze rendeva insostenibile la presenza di
predoni incontrollabili.
Non mancarono
d’altra parte molte iniziative umanitarie a favore dei nativi e
d'altra parte in quegli stessi anni in America si accettavano un
numero grandissimo di immigrati. Ma gli indiani erano parte di una
cultura troppo diversa: non potevano integrarsi. Inevitabilmente
allora erano dei nemici pronti ad assalire i bianchi a ogni
occasione propizia. I bianchi non potevano fidarsi e quindi
concludevano che “un indiano buono era l'indiano morto”.
Si pensò allora ad assegnare ad essi delle aeree ben delimitate, le
famose “riserve”, che in parte esistono tuttora. All’inizio potevano
anche essere accettabili, ma via via che l'avanzata bianca procedeva
le riserve erano zone sempre più marginali, piccole (relativamente
alla visione indiana) e povere. Il governo si impegnava però a
distribuire razioni di viveri e altre cose necessarie. Ma gia questo
era ovviamente una tragedia: i fieri guerrieri e cacciatori erano
privati della loro dignità, non vivevano più della loro abilità ma
elemosinavano il cibo dal governo. Inoltre agenti del governo
disonesti rubavano ampiamente spingendo alla fame e alla
disperazione quegli uomini già cosi umiliati. Gli indiani quindi
prorompevano in disperate e sanguinose “rivolte” che venivano
represse sanguinosamente.
Gli indiani e i bianchi in effetti nel West non erano né buoni né
cattivi: agivano come non potevano non agire, erano nemici mortali
tali che la vita degli uni era la morte degli altri aldilà di ogni
buona intenzione. E’ cosa triste, ma ogni civiltà procede in questo
modo, eliminando quelli che si oppongono ad essa; anche la civiltà
moderna procede in questo modo.
Come per le altre culture primitive gli indiani sono stati assorbiti
nella società bianca o ridotti nelle riserve dove conservano qualche
vestigia della loro cultura originaria. Attualmente dei loro
discendenti, circa due milioni e mezzo, una parte sono ancora in
riserve sopravvivendo un po' con i sussidi statali e un po' con il
turismo messo su dal grande mito del West ma hanno condizioni di
vita nettamente inferiori a quelle medie degli americani anche se
superiori a certi slum presenti nelle grandi metropoli americane.
Gli altri si
sono più meno inseriti nella società americana.
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