Arriva la grande crisi
l boom degli anni
Ottanta attirò moltissima gente nelle pianure, pronta a investire i
minimi risparmi nell'allevamento.
Poco alla volta gli allevatori furono soppiantati da compagnie
finanziarie con capitale dell'Est e straniero, spesso inglese e
scozzese.
La sovrapproduzione di carne americana aveva invaso il mercato
britannico e, per questo motivo, Inglesi e Scozzesi decisero di
investire il loro denaro in quel settore. Per giunta veniva a
costare meno allevare i bovini in America e poi trasportarli nelle
Isole Britanniche che allevarli direttamente in Inghilterra. Ciò era
dovuto allo sviluppo dei trasporti e all'invenzione delle celle
frigorifere.
Una delle più grandi compagnie di allevamento fu quella diretta da
Alexander Hamilton Swan, la Swan Land Cattle & Company Ltd, il cui
capitale era per la maggior parte scozzese.
Gli anni Ottanta significarono quindi la fine per la maggior parte
degli allevamenti non supportati da capitale straniero (anche il
denaro, come qualsiasi altra cosa proveniente dall'Est degli Stati
Uniti, era considerato straniero).
Sempre in questi anni si ebbe la fine dell'impero del bestiame che
aveva abbracciato tutta l'area centrale degli Stati Uniti. In quel
periodo, infatti, scomparve il pascolo aperto, principio
fondamentale dell'impero del bestiame.
A causare questo mutamento fu l'adozione, da parte di alcuni
allevatori e coloni, di un'invenzione di un agricoltore
dell'Illinois, Joseph Farwell Glidden, avvenuta nel 1873: il filo
spinato.
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