John Eliot, apostolo
el 1620
sbarcarono a Cape Cod, in Massachussets, i pellegrini inglesi
provenienti da Plymouth a bordo della nave Mayflower. Questo sbarco
segnò l’inizio di un mutamento radicale nella vita dei nativi
americani. Un esempio su tutti è dato dagli indiani Massachussets:
da 3000 che erano al tempo dei primi contatti con gli Europei
(1614/1617), cessarono di esistere come popolo indipendente nel
1640, incorporati nei cosiddetti “Praying Villages”, i villaggi di
preghiera.
Uno di questi
villaggi di preghiera fu Natick, costruito in seguito all’appello
fatto da John Eliot presso la Corte Generale affinché i nativi
convertiti potessero vivere assieme all’interno di una città.
Eliot, uno dei
padri della chiesa della nuova Inghilterra coloniale, giunse in
America, nel Massachussets, nel 1631, dopo aver lasciato la sua
patria in quanto concepiva limitativo svolgere in Inghilterra il
proprio ministero di predicazione.
Insediatosi
nella chiesa di Roxbury e sposatosi con Hanna Mumford, cominciò la
sua opera missionaria innanzitutto imparando il dialetto del
Massachussets, appartenente alla lingua orale Algonquin.
Fondamentale in questo si rivelò l’aiuto di un indiano che era stato
fatto prigioniero durante la guerra con i Pequot: Cochenoe.
Il primo
sermone pronunciato da Eliot, nel 1646, fu un fallimento: gli
indiani non riuscirono a comprendere il senso del messaggio. Ma
Eliot non si arrese e nei sermoni successivi si registrò ben
maggiore partecipazione, tanto che egli ebbe modo di annotare: «Gli
indiani hanno abbandonato completamente i loro pow-wow. Hanno
stabilito la preghiera mattutina e serale nelle loro tende.
D’inverno vendono scope, stufe, pentole per anguille e cestini; in
primavera mirtilli, pesce e fragole. Le donne stanno imparando a
filare». Fu la convinzione di Eliot che fosse necessario dividere
gli indiani convertiti da coloro che non desideravano ascoltare il
Vangelo a far nascere i “Praying Villages”.
Dopo Natick,
costruita in stile europeo con strade e appezzamenti di terreno
distribuiti ad ogni famiglia per costruirvi la propria abitazione,
Eliot richiese alla Corte Generale altre concessioni di terreno,
tanto che nel 1671 si registravano ben quattordici città di
preghiera, che ospitavano circa 1150 indiani.
Nel 1651 Eliot
celebrò i primi battesimi; nel 1645 iniziò a tradurre la Bibbia in
algonchiano (la prima traduzione fu pubblicata in America
Settentrionale); nel 1654 completò il Catechismo nella lingua
indiana del Massachussets. In seguito tradusse anche altri libri
sacri, in quanto era convinto che fosse necessaria non tanto una
semplice professione di fede da parte degli indiani, quanto
piuttosto una cosciente trasformazione del loro modo di pensare:
questo era possibile solo se essi potevano leggere i testi sacri
nella loro lingua. L’avvicinarsi alle sacre scritture portò alla
consacrazione di ministri indiani: dall’inizio della conversione al
1660 ne erano stati ordinati ben 24.
Quando nel
1675 scoppiò la guerra di re Filippo centinaia di indiani dei
villaggi di preghiera, che si erano schierati dalla parte dei
colonizzatori bianchi, furono esiliati nell’isola di Boston Harbor,
in cui trascorsero un inverno terribile a causa della scarsità di
cibo. Coloro che non furono deportati in quest’isola furono uccisi.
Terminata la
guerra, gli indiani esiliati cercarono di ricostruire le loro città
distrutte, ma non vi riuscirono, stremati dall’esilio e attirati
sempre più dai liquori dei bianchi.
Nel 1690, ad
ottantasei anni, John Eliot, l’”Apostolo degli indiani” morì.
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