Finalmente a destinazione
i arrivava finalmente a Dawson City. Prima
della fine del 1896 la città di Dawson non esisteva. Alla scoperta
dell’oro del Bonanza Creek la popolazione crebbe fino a raggiungere
le 40.000 unità in due anni. Dawson City divenne così una delle
città più popolose del Canada e anche una delle più tranquille in
virtù della presenza delle Giubbe Rosse che garantivano il rispetto
della legge, al contrario di quel che accadeva a Skagway. Nel
novembre del 1898 vi erano quasi 300 Giubbe Rosse nella zona di
Dawson. Lì, a Fort Herchmer, venne stabilito il nuovo Quartier
Generale e dei distaccamenti vennero aperti nei pressi dei Passi
White e Chilkoot. Tra il 1898 e il 1900 si aggiunsero altri 200
uomini che vennero chiamati “Forza dei campi dello Yukon” che si
occupavano di vigilare sui trasporti dell’oro dei minatori, sulle
banche e sui delinquenti che infestavano la zona. Gli aspiranti
cercatori d’oro arrivavano in quei posti dopo un viaggio
faticosissimo, pericoloso, lungo ed estenuante, per scoprire che i
“favolosi” campi auriferi dello Yukon erano tutti occupati da altri.
Per molti di loro era il colpo finale: vendettero tutte le
attrezzature e fecero ritorno a casa. Mestamente.
Tutti gli altri che scelsero di restare potevano considerarsi
fortunati se riuscivano a trovare lavoro in uno dei locali della
città oppure se riuscivano ad essere assunti dai cercatori d’oro che
avevano la proprietà delle concessioni.
Come si è già accennato, alcuni ebbero la felice trovata di
dedicarsi non già alla ricerca dell’oro, faticosa, rischiosa e
incerta, ma alla vendita di beni di prima necessità a chi aveva
fatto quella scelta. In questa decisione vi era la vera scoperta di
una miniera d’oro.
I minatori arrivavano in città stufi del solito cibo che mangiavano
nei campi auriferi, a digiuno di qualunque contatto con il mondo
esterno, per cui erano naturalmente predisposti a pagare a peso
d’oro (è il caso di dirlo) qualunque bene che gli fosse venuto a
mancare nei mesi passati a setacciare la sabbia del fiume. Un tizio
arrivò a pagare una copia di un giornale, vecchia di un mese, ben 15
dollari. Un’enormità!
Non appena Dawson raggiunse una dimensione ragguardevole, fu il
tempo - per alcuni – di fare alcune scelte economicamente azzeccate.
Alex McDonald, della Nova Scotia, invece di pensare a lavorare in
una sola concessione, rilevò tutte quelle di chi si era scoraggiato
e, senza mai toccare un setaccio con le mani, assunse alcuni
lavoranti che produssero per lui un’enorme ricchezza. E’ solo uno
dei tanti esempi che si potrebbero fare di persone che si
arricchirono in maniera non tradizionale ma con fantasia.
Tutto si manteneva precario. Bastava poco a smuovere migliaia di
disperati. Così accadde che la scoperta di floridi filoni d’oro
nella zona di Nome fece trasferire da Dawson quasi tutta la
popolazione. Rimasero solo circa 15.000 persone che però non
trovarono soddisfazioni valide per la scelta di restare lì! L’oro
era quasi finito a Dawson.
Molti tra quelli che si erano arricchiti con facilità e fortuna
morirono poveri e abbandonati. Tagish Charley fece proprio quella
fine e morì abbruttito dall’alcool. Shookum Jim, mai abbastanza
contento di quel che aveva accumulato, proseguì tutta la vita a
cercare vanamente un altro filone tipo il “Bonanza Creek”.
Paradossalmente, George Carmack, che non aveva mai avuto molta
confidenza con il denaro, fu uno dei pochi minatori a riuscire a
mantenere e persino incrementare, la propria ricchezza allargando il
proprio business ad altri settori. Era ancora ricco quando morì a
Vancouver, British Columbia, nel 1922.
Se è vero che con il 1899 si potè dire conclusa la fase del
cercatore d’oro autonomo, è altrettanto vero che da quel momento
prese il via l’esplorazione del Klondike e il suo sfruttamento con
mezzi e macchinari moderni, dando lavoro alle centinaia di minatori
che restarono in quelle zone per altri cinquant’anni.
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