erchiamo ora di analizzare nel dettaglio la tecnica chiamata
"cutting out" alla quale abbiamo accennato nella pagina "Bestie e
marchi". Il "cutting-out" consta di alcuni passaggi nei quali un
gran ruolo è riservato al cow-boy, ma una grande importanza la hanno
anche i cavalli:
- La scelta del vitello: cavallo e cavaliere devono iniziare
l’operazione in tutta calma, in modo tale da non spaventare la
mandria, o l’animale scelto, il più a lungo possibile. Il cavaliere
tiene le redini allentate, mentre il cavallo punta l’obiettivo.
- Separare il vitello: quando l’esemplare scelto comincia a correre,
ha inizio una frenetica competizione vitello e cavallo. Quest’ultimo
tenterà di mantenersi tra il vitello e la mandria forzandolo a
muoversi verso il terreno aperto, in direzione del fuoco di
marchiatura.
- Girare il vitello: una volta giunto nello spazio aperto, l’animale
preso di mira tenterà disperatamente di ritornare alla mandria,
girando attorno al cavallo e cercando di sfuggirgli. I migliori
cavalli da cutting, anche se lanciati al galoppo, riescono a
fermarsi in un breve spazio e sono in grado di scattare
immediatamente in un’altra direzione. Il cavaliere deve mantenersi
in perfetto equilibrio sul cavallo, per evitare d’essere
disarcionato.
I migliori cavalli da cutting avevano un grande valore: i Mustang
parevano possedere un’istintiva capacità di capire e seguire i
movimenti della vacca. Con un minimo di addestramento, il cavallo
più pronto ed intelligente poteva essere indirizzato verso l’animale
da catturare e lo avrebbe seguito in ogni svolta o deviazione, senza
che quasi fosse necessario guidarlo con le redini. Una leggenda del
West narra di un cavallo da cutting che avrebbe fatto uscire dalla
mandria un coniglio selvatico.