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Approfondimento storico curato da
Aquila Solitaria |
La casa nella prateria
ia lungo le piste sia durante il
raduno del bestiame, il cuoco del campo era il re. I cowboy affamati
non desideravano altro che cibo caldo, e nessuno osava criticare
l’uomo che lo preparava. Il suo carro delle provviste era una
dispensa e una cucina autosufficiente. Una serie di cassetti
conteneva ingredienti di base, come farina, lardo, caffè e “generi
di lusso”, come mele e uvetta essiccata. Nell’interno del carro
venivano riposti i rotoli delle coperte e l’attrezzatura di
ricambio. Il cibo veniva preparato su un ripiano pieghevole, posto
sul retro del carro. In genere si trattava di sowbelly (pancetta),
fagioli e pane, il tutto fritto insieme. La carne si deteriorava
facilmente, perciò, nonostante le tonnellate di manzo vivo a
disposizione, si cacciavano conigli selvatici, “polli della
prateria” (come venivano chiamati i tetraoni delle praterie, una
sorta di gallo cedrone) e, in Wyoming, antilocapre da cucinare al
momento.
Il primo progetto di carro delle provviste venne eseguito
dall’allevatore Charles Goodnight nel 1866, quando gli venne l’idea
di adattare a questo scopo un vecchio carro dell’esercito. Vi
aggiunse quattro particolari: un barile contente una scorta d’acqua
per due giorni, una pesante scatola per gli attrezzi, degli archi
per sorreggere un telone protettivo e, cosa più importante, un
contenitore per le provviste.
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Il cuoco.
I cowboy affamati non desideravano altro
che cibo caldo, e nessuno osava criticare l’uomo che lo preparava. Il suo
carro delle provviste era una dispensa e una cucina autosufficiente.
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